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Turismo

di Angela Arena





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Come testimoniano i dati forniti dall’Enit, ‘Agenzia Nazionale del Turismo’, nel corso del più importante evento nostrano di settore, ovvero il Bit 2025, lo scorso anno ha fatto registrare un’impennata del comparto turistico italiano: a crescere soprattutto le presenze dall’estero.
Un trend che, malgrado le problematiche scaturite dall’overtourism, sembra destinato a salire vertiginosamente nell’anno del Giubileo, influenzando positivamente l’intero indotto.
A rendere così attrattiva l’Italia nel mondo è, senza dubbio, il suo primato culturale, peraltro certificato dalla lista Unesco: su 1223 siti riconosciuti in 168 Paesi, ben 60, ad oggi, si trovano nel Belpaese.
Un patrimonio inestimabile, intriso da secoli di storia che, tuttavia, negli ultimi tempi ha posto i professionisti deputati alla sua conservazione e valorizzazione, di fronte alle sfide della transizione digitale.
Di fronte ad un pubblico globale, che dopo l’emergenza pandemica risulta sempre più connesso, la fruizione del patrimonio culturale necessita di strumenti e metodologie informatiche innovative, laddove musei virtuali, esperienze culturali immersive e piattaforme digitali per la promozione della cultura italiana sono solo alcune delle aree in cui il Paese dovrebbe investire.
In realtà, i temi che andrebbero maggiormente approfonditi sono quelli legati alla convergenza digitale tra musei, archivi e biblioteche, argomento di cui si è discusso lo scorso 6 febbraio presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma ‘𝐈 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐌𝐀𝐁: 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨’, il primo dei quattro appuntamenti del ciclo di seminari relativo ai sistemi informativi dei domini 𝐌𝐀𝐁.
Digital MAB, infatti è una costola di ‘Dicolab. Cultura al digitale’, il sistema formativo per la trasformazione digitale del patrimonio culturale promosso dal Ministero della Cultura – Digital Library nell’ambito del PNRR Cultura 4.0, e realizzato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.
Un progetto che intende stare al passo con i tempi promuovendo una crescita sinergica delle competenze informatiche di tutti gli addetti ai lavori, attraverso nuovi ecosistemi laddove il patrimonio non sia solo un’eredità statica, ma una risorsa dinamica da condividere.
Curato da Chiara Veninata, direttrice dell’Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR) che ha illustrato il funzionamento dei sistemi informativi di musei, archivi e biblioteche, all’evento hanno preso parte gli specialisti dei sistemi informativi attualmente in uso,
tra cui Simonetta Buttò, già direttrice dell’ICCU – Istituto Centrale per il Catalogo Unico, Fabrizio Magnani per l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Pasquale Orsini in rappresentanza dell’Istituto Centrale per gli Archivi, Valentina Presutti, docente di informatica presso l’Università di Bologna.
In particolare, la Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali finanzia fino
a 10 progetti che, attraverso un percorso di ricerca-azione, promuovano la convergenza digitale tra collezioni museali, bibliografiche e archivistiche mediante un contributo che arriva fino a 30.000 euro.
La missione del MAB è insita nella creazione dell’uniformità dei linguaggi descrittivi ed ambienti digitali integrati atti al superamento delle barriere culturali organizzative e tecniche, laddove il riuso del patrimonio digitale rappresenta uno degli obiettivi
prioritari.
In conclusione, con la giusta strategia e investimenti, l’Italia può non solo mantenere, ma anche accrescere il suo ruolo di superpotenza culturale globale migliorando le competenze tra i professionisti del patrimonio culturale attraverso incontri, workshop

e progetti comuni: il prossimo appuntamento sarà, il 14 marzo, presso le Gallerie d’Italia a Milano ‘Comunicazione digitale ed etica del coinvolgimento’ .


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