Le parole di Mauro Meluso, direttore generale sportivo del Perugia, in conferenza stampa:
Che bilancio fa di questo mercato? “Abbiamo rispettato un programma che ci eravamo dati con Giugliarelli e Zauli. L’obiettivo principale era quello di sfoltire e lo abbiamo fatto. Ringraziamo i calciatori che sono andati via, abbiamo dovuto fare delle scelte su idee professionali. Quelle persone sapevano già dall’inizio di essere sul mercato e quindi siamo riusciti a ridurre subito la rosa per migliorare la qualità degli allenamenti. Anche se i risultati nono sono stati buoni. Una cosa che non ho potuto dire nel periodo del mercato perché avrei indebolito il potere contrattuale del club, la dico oggi. Noi abbiamo agito con dei paletti pesantissimi relativi al blocco del mercato. Lo sapevamo. C’er già in quella estiva e c’è stato in questa invernale. La conseguenza è stata quella di dover cedere, fare spazio fisico ed economico, per avere il visto di esecutività. Il mercato estivo aveva prodotto degli utili che hanno consentito di agire in maniera abbastanza libera viste le cessioni che hanno portato dei segni positivi dal punto di vista economico e dunque nel mercato precedente il Perugia ha potuto muoversi. La norma dice che, quando c’è un blocco del mercato per due sessioni, ad ogni sessioni di riparte da zero. Dunque il credito accumulato in estate non lo potevamo sfruttare a gennaio. Condizionamento forte. Abbiamo sempre dovuto agire quando avevamo i soldi in tasca. Alla fine abbiamo fatto 8 cessioni e 5 acquisti che riteniamo molto funzionali. La proprietà, attraverso Faroni e Borras, era pronta ad investire ma non potevamo farlo. Capite bene che a gennaio non fai uscire i migliori ma quelli che giocano meno e quindi anche a livello di spazio economico c’è stato poco margine di manovra. C’è stata una grande collaborazione all’interno del club e di questo sono molto contento. Abbiamo comunque preso giocatori funzionali, che ci servivano e hanno colmato alcune lacune della rosa. La proprietà è molto attenta a tutto quello che succede intorno al club, sta investendo nel settore giovanile. L’obiettivo è sempre stato quello di mettere in sicurezza il club e poi puntare ai playoff. Ho fiducia in questa squadra e in questo allenatore. Una volta arrivati ai playoff ce la giochiamo. I risultati non sono felici ma io devo guardare la situazione in maniera lucida. Ovviamente adesso guardiamo sopra ma anche sotto”.
Non crede che questa squadra potesse fare qualcosa in più? “Io guardo la qualità del gruppo e degli allenamenti. Oggi mi sento di dare fiducia alla squadra perché sono ragazzi per bene. Abbiamo reso più sciolta la rosa, più organica e quindi ci auguriamo che questa crescita, che io vedo, continui. E’ evidente che però tutti dobbiamo avere percezione del pericolo. I risultati che non arrivano all’ultimo dobbiamo analizzarli e porre un rimedio. Non credo sia frutto di superficialità ma di una sicurezza eccessiva. Una cosa su cui battere è la percezione del pericolo, perché non è più tollerabile che si perdano le partite cosi.
Potremmo essere giudicati dal prossimo mercato. E’ stato un paletto grosso che ci ha condizionato ma nonostante tutto siamo riusciti ad ottenere dei buoni risultati sul mercato. Abbiamo preso dei giocatori che volevamo. Nel calcio è tutto in divenire, in evoluzione. Il giocatore e l’allenatore deve guardare solo alla prossima partita di campionato”.
Amoran? “Prenderà una multa, fa parte del regolamento. Questo è ovvio. Ma non lo colpevolizzerei troppo, è giovane e sta crescendo. Diventerà un giocatore di categoria. Non vogliamo puntare il dito contro di lui ma sugli errori si cresce”.
Operazioni sfumate? “Col blocco che avevamo poco potevo sognare. Siamo stati fortemente condizionati. Ovviamente c’è stata la responsabilità di una precedente gestione”.
Seghetti? “Abbiamo ascoltato chi voleva il ragazzo perché lui voleva andare, visto che aveva richieste da una categoria superiore. Questa operazione non si è fatta perché credo siano cambiate le strategie di chi lo voleva. Alessandro è un ragazzo eccezionale e un ottimo giocatore. Con l’agente ci siamo già visti per parlare di rinnovo visto che il suo contratto scade nel 2026. Questa settimana ricomincerà ad allenarsi con la squadra. Lui sarebbe rimasto qui fino alla fine anche in caso di trasferimento”.
Un altro attaccante? “Se fosse andato via Seghetti avremmo sicuramente preso un altro attaccante”.
Cisco? “Tutte le cose si conquistano. Il calcio è meritocratico, quello che fai in campo poi te lo ritrovi”.
Falco? “C’è stato qualche discorso, io lo conosco da tanti anni. Chi fa il mio lavoro si crea tante opportunità poi sceglie”.
Rinnovi di Matos e Giunti. “Si lavorerà in questi mesi anche ai rinnovi di altri ragazzi, come Polizzi e Seghetti. Voglio ringrazire Giunti e il suo entourage. E’ stata una dura battaglia ma alla fine siamo riusciti a rinnovare. Ha mentalità di giocatore di altra categoria oltre alle qualità tecniche. Sono convinto che farà molto bene, ha dimostrato attaccamento al club con questa firma. Stesso attaccamento dimostrato da Matos, che non ha guardato all’aspetto economico. Lo ringrazio. Ci aspettiamo da lui più gol ma sta comunque dimostrando grande determinazione. Questo è uno stimolo per lui, non una critica”.
E’ il momento peggiore delle presenze allo stadio. C’è grande delusione. Quali sono i progetti futuri per risalire in B? “In questo mercato non potevamo spendere e il presidente era pronto a farlo. Ma glielo avrei impedito io, non ho mai fatto follie. Nelle mie gestioni le cose si fanno attorno al concetto di sostenibilità. Sono stato esonerato a gennaio a Padova perché dicevo al presidente che non doveva spendere. La squadra poi è rimasta la stessa ed è andata in B. A Lecce abbiamo fatto le cose con criterio di sostenibilità. La stessa cosa succederà qui, non avremo mai il budget di alcuni club che spendono e poi non sanno se il giorno dopo devono chiudere. Il club è in buone mani, ne sono convinto, perché il presidente Faroni vuole fare le cose per bene. Il mercato di giugno sarà molto differente. C’è la volontà di fare il nostro meglio nel futuro senza però mettere in pericolo il club. Io sto cercando di dare solidità, se poi serpeggia, e lo capisco, pessimismo, non possiamo farci niente tranne fare del nostro meglio per invertirlo. La nostra mission è quella di riempire lo stadio. Capisco la depressione dell’ambiente ma stiamo lavorando per far arrivare i risultati. Perugia mi è entrata nel cuore, sono felice di essere qua. Vogliamo ristabilire un clima di serenità”.
“Se pensi troppo negativo arrivano solo cose negative. Come nella vita. Dobbiamo lavorare con serenità. Se ci fossero motivazioni più grandi avremmo preso altre decisioni. Ma io vedo una squadra che cresce e un allenatore che non ha mai potuto schierare la stessa squadra. Poi si possono dire mille cose, ma ci mancavano sette/otto giocatori. Possiamo giudicare un allenatore che ha sempre avuto una situazione di emergenza totale? Ci vuole buon senso, non voglio fare il difensore. Io ci credo, altrimenti oggi sarei potuto rimanere indifferente dal punto di vista comunicativo. Ovvio che se continuiamo cosi ci deve venire una paura da non dormirci la notte”.
Come mai tutti questi infortuni? “Se fossero solo muscolari allora un perché te lo vai a cercare. Ma molti non lo sono. Approfondiremo comunque, potrebbe essere anche il manto erboso del campo di allenamento. Ma non ho dati obiettivi per dirlo. Perugia ha uno storico importante sotto questo aspetto e quindi dobbiamo indagare di più. Sono passati più professionisti ed è successo lo stesso”.
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