Colao: “L’umanità ha bisogno di più donne nelle materie STEM”. L’esempio di Amalia Ercoli Finzi e le borse di studio alle studentesse del Galileo Ferraris di Scampia.
L’International Day of Women and Girls in Science è stato istituito il 22 dicembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso la risoluzione A/RES/70/212, che ha proclamato l’11 febbraio come giornata dedicata a sensibilizzare e promuovere la partecipazione delle donne nella scienza. Ogni anno, l’iniziativa viene celebrata dall’UNESCO e da UN Women, in collaborazione con istituzioni, organizzazioni della società civile e partner, con l’obiettivo di incentivare la presenza femminile nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Secondo Annamaria Colao, Chair holder della Cattedra UNESCO Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile ed endocrinologa di fama internazionale, “L’uguaglianza di genere è una priorità globale per l’UNESCO. La Strategia a Medio Termine dell’UNESCO 2022-2029 prevede azioni concrete per sostenere le giovani ragazze, formarle e offrire loro piena capacità di far ascoltare la propria voce”.
La II Conferenza Internazionale, organizzata dalla professoressa Colao insieme a Annateresa Rondinella, Coordinatrice della Commissione ai Rapporti Istituzionali della Rete delle Cattedre UNESCO Italiane, ha visto la partecipazione di numerose personalità accademiche e istituzionali. Dopo i saluti di Patrizio Bianchi, Andrea Lenzi, Stefano Consiglio, Luigi Nicolais e Gaetano Manfredi, hanno preso la parola scienziate di rilievo internazionale come Amalia Ercoli Finzi (nota come “La signora delle comete”), Stefania De Pascale (esperta di botanica spaziale con il progetto “I fiori su Marte”), Maria Chiara Carrozza, Nicoletta Amodio e Tonya Blowers (che ha illustrato i piani strategici dell’UNESCO per incrementare la formazione STEM delle ragazze in Africa).
Non sono mancati anche contributi maschili di rilievo come quelli di Giorgio Ventre e Luigi Carrino, figure di spicco nel settore aerospaziale. Un momento significativo è stata l’assegnazione delle borse di studio della Fondazione FORME a tre giovani promesse: Carmela Manzo, Giada Califano e Chiara Calzone, studentesse dell’Istituto Galileo Ferraris di Scampia, diretto dalla dirigente Daniela Conte. Le conclusioni sono state affidate alla professoressa Annamaria Colao e al vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.
Il divario di genere nelle STEM e le sfide future
Dall’ultimo rapporto di Monitoraggio sull’Educazione Globale 2023, focalizzato sull’uso della tecnologia nell’educazione, e dal Report di genere UNESCO 2024 “Technology on her terms”, emerge un quadro preoccupante: le donne sono sottorappresentate nei settori del design tecnologico e nei processi di implementazione delle applicazioni software. A livello globale, le ragazze rappresentano solo il 35% dei laureati nelle materie STEM e detengono solo ¼ dei posti di lavoro nelle scienze, ingegneria, tecnologia dell’informazione e comunicazione.
Questa disparità genera un circolo vizioso: l’esposizione a stereotipi di genere negativi scoraggia le ragazze dal perseguire studi scientifici, con la conseguente riduzione della loro influenza nei settori tecnologici. Colmare questo divario è cruciale non solo per garantire pari opportunità, ma anche per affrontare le sfide globali dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, tra cui il miglioramento della salute globale e la lotta ai cambiamenti climatici.
“La diversità nella ricerca espande il pool di talenti, portando nuove prospettive e maggiore creatività. L’umanità ha bisogno di più donne nella scienza e nella tecnologia per costruire un futuro più sostenibile e inclusivo”, conclude la professoressa Annamaria Colao.
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