El Salvador: bitcoin al tramonto?

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


El Salvador è entrato nella storia come il primo Paese a riconoscere il bitcoin come moneta a corso legale e anche il primo ad aver fatto marcia indietro. Il 30 gennaio il Parlamento ha riformato la Legge Bitcoin, in vigore dal 7 settembre 2021, modificando sei articoli e abrogandone altri tre. Questo per soddisfare i requisiti imposti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e ottenere un prestito per finanziare le stabilità economica del Paese. Le aziende e le istituzioni pubbliche che prima erano obbligate ad accettare il pagamento tramite bitcoin, ora non saranno più obbligate a farlo, ma sarà possibile su base volontaria utilizzare la criptovaluta per le transazioni private.

A dicembre era stato raggiunto un accordo tecnico con il FMI con l’obiettivo di rafforzare la sostenibilità fiscale ed esterna attraverso un piano di consolidazione e di rafforzamento delle riserve. Un piano di 40 mesi che nell’ambito dell’Extended Fund Facility (EFF) puntava ad ottenere 1,4 miliardi di dollari (pari a 1.033,9 milioni di DSP, ovvero il 360 per cento della quota) e ad attirare anche il sostegno della Banca Mondiale, della Banca Interamericana di Sviluppo e di altre banche di sviluppo regionali (Banca Centroamericana per l’Integrazione Economica, CABEI, e Banca di Sviluppo per l’America Latina e i Caraibi, CAF) per un pacchetto complessivo di 3,5 miliardi di dollari.

Il Fondo Monetario Internazionale

Il Fondo Monetario internazionale è tornato più volte sulla questione bitcoin, mostrandosi in contrasto nei confronti della politica monetaria adottata dal Paese salvadoregno. Già nel 2022 aveva sottolineato che l’utilizzo della criptovaluta comportasse diversi rischi sia per l’integrità finanziaria del Paese, minacciata dai possibili fondi illeciti per finanziare terrorismo, evasione fiscale e riciclaggio di denaro, che per l’esposizione alle fluttuazioni di prezzo delle criptovalute. Non mancano poi il pericolo di furto e di attacchi informatici.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Con lo scoppio della guerra in Ucraina, il crollo di oltre il 50% del prezzo del bitcoin ha rivelato la natura instabile della criptovaluta che ha trascinato con sé i titoli di Stato, tanto da mettere a dura prova la capacità del Paese di far fronte al pagamento del debito. Sarebbero quindi la volatilità e l’imprevedibilità del bitcoin ad aver spinto, su esortazione del FMI, a optare per la sua eliminazione come valuta legale.

Il presidente Nayib Bukele, che nel 2021 era stato il maggiore sostenitore della bitcoinizzazione del Paese, non ha mai parlato di eliminazione definitiva, ma ha sempre sostenuto che si trattasse di una strategia economica a lungo termine. I cosiddetti Bitcoin Bonds rientrano in questa strategia: obbligazioni emesse dal governo, con l’obiettivo di raccogliere fondi per progetti legati alla criptovaluta. Se non fosse che ha trovato resistenza da parte degli investitori.

L’applicazione interna del Bitcoin

La scarsa educazione finanziaria e la mancanza di conoscenza degli asset digitali limitano fortemente l’applicazione della criptovaluta nell’economia interna del El Salvador. La maggior parte dei cittadini, infatti, non vede nei Bitcoin una soluzione efficace, ma preferisce ripiegare sui dollari, percepiti come più stabili.

Le difficoltà si riscontrano tra i commercianti, che prima del 2025 affrontavano le fluttuazioni e la volatilità della moneta digitale. Le aree rurali, poi, dove l’acceso a smartphone o connessioni internet stabili è più limitato, sono stati particolarmente svantaggiate nell’usufruire di servizi e iniziative legate al mondo del bitcoin. Tra le ultime introdotte dal governo rientra, Chivo Wallet, un’applicazione digitale che permette di gestire le transazioni tramite cripto. Il problema però è che, nonostante il governo abbia incentivato i cittadini ad utilizzare il servizio, offrendo 30 USD in Bitcoin a chi scaricava e registrava l’app, il risultato non è stato quello sperato.

Alla domanda se il “criptoregno salvadoregno” sia veramente finito o meno, non si può ancora dare una risposta concreta. Quello che è certo è che il governo non ha ancora chiuso la porta al mondo del bitcoin, ma, anzi, il fatto che continui a sperimentare con soluzioni come i “Bitcoin Bonds” suggerisce che non si tratti di un capitolo chiuso. Ora la partita è nella via che riusciranno a trovare. Intanto El Salvador si iscrive in un modello sperimentale senza precedenti nel panorama finanziario.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link