“Alcuni paletti ci hanno condizionato”

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difficile da pignorare

 


Lunedì 3 febbraio a mezzanotte in punto la sessione invernale del calciomercato 2024/25 ha chiuso i battenti. Come era prevedibile, regolamenti alla mano, i botti non sono potuti arrivare malgrado ci fosse la disponibilità del club ad operare investimenti anche massicci, ma di certo l’obbiettivo non poteva che essere la sostenibilità.

A chiarire questo concetto è stato, a margine della presentazione degli ultimi arrivati, il direttore generale sportivo Mauro Meluso, che ha voluto replicare, in modo educato ma deciso, come del resto rientra nel suo stile, ad alcune critiche provenienti dall’esterno.

Il modus operandi

Molto dettagliata la spiegazione del dirigente: “Grossomodo abbiamo rispettato un programma che abbiamo stilato. Volevamo dare un segnale perché la rosa era troppo folta. Abbiamo dovuto fare delle scelte su un’idea professionale. In questo modo abbiamo ridotto da subito la rosa e migliorato la qualità degli allenamenti. Una cosa che non ho potuto dire è che noi abbiamo agito con dei paletti pesantissimi tra cui il blocco del mercato. La conseguenza è stata una conseguenza semplice e restrittiva, ovvero dover cedere sia fisicamente che economicamente altrimenti non avremmo avuto il visto di esecutività. In estate abbiamo generato degli utili, ma il regolamento dice che in inverno si azzera tutto. Non potevamo creare un danno di immagine alla società. Poi per sgombrare il campo da equivoci la proprietà era pronta ad investire, ma non potevamo agire diversamente. Ho notato però una grande collaborazione all’interno della società che ci ha portato a fare un mercato che ha portato le pedine che ci servivano. L’obbiettivo è mettere in sicurezza il club perché abbiamo fiducia in squadra e allenatore, poi arrivare ai playoff per giocarsela”.

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Sulla squadra

Il giudizio, malgrado i risultati altalenanti, resta prudente: “Guardo la qualità degli allenamenti e della crescita di squadra. Se ci fossero problemi si interverrebbe diversamente ma so di aver a che fare con dei ragazzi per bene. Abbiamo reso la rosa più organica e mi auguro che questa crescita continui. Ora dobbiamo avere la percezione del pericolo e porre rimedio a certe situazioni. C’è un eccessiva sicurezza che condizionano i risultati. Non è più tollerabile che si perdano partite così”.

Il futuro è tra sei giorni

Non si guarderà oltre la sfida del Porta Elisa: “Pensiamo a lunedì prossimo che è la partita più importante. In prospettiva vedo cose positive, ovvero che il club vuole lasciare questa categoria. Ma non possiamo dimenticare i paletti che abbiamo avuto,  che non ci hanno tuttavia impedito di prendere i giocatori che volevamo”. 

Ci sarà tempo per guardare oltre: “Abbiamo avuto delle difficoltà enormi perché non potevamo spendere. Faroni era pronto a farlo ma glielo avrei impedito. Si segue un concetto di sostenibilità. Una volta a Padova sono stato esonerato per questo motivo. La squadra poi è rimasta la stessa ed è andata in B. A Lecce ho seguito un percorso e lo stesso farò qui. Rassicuro tutti: il club è in buone mani perché il presidente vuole fare le cose per bene. Quindi giusto essere giudicati dal prossimo mercato, anche se non credo questo sia andato male”.

Ingenuità che costano care

Sulla sconfitta con la Vis Pesaro un peso determinante l’ha avuto il rosso comminato ad Amoran: “Peter prenderà sicuramente una multa, ma non lo colpevolizzerei troppo. Diventerà un giocatore di categoria, dagli errori si cresce”. 

La spina più grossa

Alessandro Seghetti è stato sul punto di partire, ma alla fine è rimasto: “Abbiamo ascoltato chi lo voleva data la sua volontà di andare in B. Ma questa operazione non si è fatta, non so perché. È un ragazzo a cui non si può non voler bene, oltre che un ottimo giocatore. Va in scadenza nel 2026, poi vedremo se rinnovare. Intanto si deve rimettere in condizione di dare una mano a questo club, cosa che avrebbe fatto comunque perché è riconoscente verso chi lo ha fatto crescere”.

Questo di fatto ha tenuto fermo il mercato degli attaccanti: “Se Alessandrio fosse andato via ne avremmo preso un altro perchè ci sarebbe stato lo spazio economico”.

Speranze di riconferma

Cisco ha fatto chiaramente capire di essere disposto a continuare il percorso in biancorosso: “Tutte le cose si conquistano. Il calcio è meritocratico, per fortuna”.

Il Falco non è tornato…

Si è a lungo parlato di un ritorno dopo sette anni di un giocatore caro al direttore ma che alla fine è finito al Campobasso: “Su di lui c’è stato un pensiero, poi si fanno le scelte dovute”.

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Rinnovi passati e futuri

Giunti e Matos hanno sposato senza remore il nuovo progetto. Ma potrebbero presto essercene altri: “Polizzi ad esempio. Voglio ringraziare Giovanni ed il suo entourage per la soluzione che abbiamo trovato. Ha una mentalità di giocatore di altra categoria, oltre che grande attaccamento. Ci darà grosse soddisfazioni. Ryder non ha guardato l’aspetto economico. Lo ringrazio perché vuole bene al club e lo dimostra con i fatti giocando ogni partita con grande determinazione. Speriamo in qualche gol in più”.

Le ragioni di un andamento altalenante

Meluso ha cercato di diradare il più possibile le nubi che stazionano a Pian Di Massiano: “Se pensiamo troppo in negativo come si fa a vivere? Dobbiamo lavorare con il giusto spirito. Sto vedendo una squadra che cresce, con persone con la stessa delle palle. Avevamo tanti assenti. Possiamo giudicare un allenatore che deve convivere con questa emergenza? Serve un minimo di buonsenso. Qualche attenuante c’è. È chiaro che se continuiamo così dobbiamo avere una strizza da non dormire la notte, ma è meglio pesare positivo”.

Ruolo chiave lo hanno giocato gli infortuni, sempre più ricorrenti: “Se fossero muscolari il perché lo vai a cercare, ma sono anche traumatici. Dobbiamo indagare ma non abbiamo dati certi”. 



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