L’intervista a Mario Mancrasso, imprenditore tarantino, testimonia la crisi del Borgo e il fallimento della politica locale
Gli imprenditori tarantini sono uno specchio della città. Instancabili, eppure sfiduciati. “Colpevoli” di aver assunto ancora una volta un rischio, quello dell’impresa, in una città che sembra averli abbandonati. Così abbiamo rivisto un po’ in loro la scena dell’esame ne “La Meglio Gioventù”: “Lei ha una qualche forma di ambizione? Scappi da qui finché è in tempo, vada fuori. È pieno di dinosauri da abbattere e io sono uno di loro” – disse il professore di fronte allo studente dopo un meritato 30 e lode. Qui, come nel film, ritroviamo tutto lento, fermo, al contrario del ritmo frenetico che contraddistingue le loro attività, tra ristorazione, negozi e imprese. Questo emerge dalla nostra intervista a Mario Mancrasso, imprenditore tarantino nel settore della ristorazione.
I commercianti e gli imprenditori sono scesi più volte in piazza a protestare per questa situazione, lamentando una serie di problemi che si alimentano a vicenda. Partiamo dalla base: cosa sta succedendo esattamente?
“Il problema principale – spiega Mancrasso – è l’abbandono da parte dell’amministrazione comunale. Non ci sono state azioni concrete per fermare la desertificazione commerciale, che ormai è una realtà da anni, non solo a Taranto, ma in tutta Italia. Qui il fenomeno è più sproporzionato rispetto alla dimensione della città e al numero di attività commerciali presenti. Si continua a parlare solo del problema dei parcheggi, quando in realtà la questione principale è il mancato afflusso di persone. Taranto è sempre meno raggiungibile via mare, via terra e via aria. Se non si interviene, la città è destinata a diventare sempre più scollegata.”
Insomma, un flusso turistico – sottolinea l’imprenditore – fugace e poco organizzato. Con le crociere è un “mordi e fuggi”.
A proposito di trasporti, si parla dell’aeroporto di Grottaglie. Cosa ne pensa?
“L’aeroporto di Grottaglie potrebbe rappresentare un’opportunità di sviluppo, non solo per il turismo, ma anche per il commercio e il porto. Alcuni dicono che potrebbe danneggiare Bari e Brindisi, ma io non credo. Anzi, potrebbe attirare visitatori che si fermano per più giorni, anziché il classico turismo “mordi e fuggi” delle crociere. Taranto ha un patrimonio storico e artistico importante, ma non viene valorizzato. Siamo l’unica colonia spartana in Italia, abbiamo monumenti dell’epoca fascista, un museo di rilievo, eppure manca una vera politica di valorizzazione del territorio.”
Chi ha sbagliato prima, politica o cittadini?
“Credo che la responsabilità sia divisa a metà. I cittadini e i politici si sono alimentati a vicenda in un circolo vizioso. L’amministrazione è stata votata dai cittadini, che si sono accontentati di quello che c’era, senza una visione di lungo periodo per la città. Ad esempio ci sono problemi basilari, come la raccolta differenziata, che ancora oggi non funziona. Se i cittadini vedono che i rifiuti vengono raccolti tutti insieme, smettono di impegnarsi.”
Parlando della crisi dei commercianti, ci sono state proteste in centro. Hanno avuto qualche effetto?
“ Le proteste sono state molto seguite sui social, ma alla fine non hanno portato a soluzioni concrete. È stato un campanello d’allarme, ma è come parlare al vento. Il centro ha bisogno di una scossa forte, non solo legata ai parcheggi. Se guardiamo i due estremi del Borgo, vediamo il Palazzo Archita in stato di abbandono e il progetto del BAC, che avrebbe dovuto essere un polo culturale ma che non è diventato un motore per il commercio.”
C’è un elemento scatenante che ha aggravato la crisi della ristorazione e del commercio nel Borgo?
“ Il problema principale è la mancanza di attrattori stabili. Il commercio deve essere dinamico, adattarsi alle nuove abitudini. I turisti stranieri, ad esempio, vogliono cenare presto, ma molti ristoranti sono ancora chiusi alle 19:00. Bisogna essere pronti al turismo, ma qui ci si adatta solo alle abitudini locali.”
Anche il costo degli affitti è un problema
“ Assolutamente sì. Il commercio è in calo, ma gli affitti restano alti, come se il Borgo fosse ancora un quartiere florido. Molti proprietari di immobili ricevuti in eredità non si interessano di renderli appetibili o di adeguare i prezzi alla realtà attuale.”
Anche lei ha dovuto ridimensionare la sua attività. Perché?
“ Per diversi fattori. Abbiamo ridotto l’orario serale e ci siamo concentrati sulle fasce in cui c’è più domanda. La crescita è difficile, perché mancano strategie serie per attirare clienti. Il turismo da crociera, ad esempio, porta visitatori che restano poche ore e non incidono sull’economia locale. Taranto non ha neanche un terminal adeguato per accoglierli, mentre Bari sta costruendo il secondo terminal polifunzionale.”
Alcuni suoi colleghi stanno pensando di trasferirsi altrove. È una tendenza in crescita?
“Sì, perché siamo indietro di vent’anni rispetto ad altre città. A Bari, per esempio, ci sono università, aziende, parcheggi, mezzi pubblici efficienti. Qui non riusciamo nemmeno ad avviare progetti che altrove sono realtà da decenni. La politica locale ha fallito nella pianificazione.”
I Giochi del Mediterraneo potrebbero essere un’opportunità per la città
“In teoria sì, ma la gestione è stata disastrosa. Il commissariamento è stato un’ennesima dimostrazione di incapacità. Se non si riesce a rispettare le scadenze per gli impianti sportivi, significa che l’amministrazione è inefficace.”
Secondo lei, si dovrebbe allora andare subito al voto?
“Io credo di sì. La situazione è critica e la città non può permettersi di aspettare. Ci sono stati troppi cambi di schieramento e rimpasti, segno di un’amministrazione che pensa più a mantenere le poltrone che al bene della città. Taranto merita di meglio.”
Per utilizzare una metafora, potremmo dire che è come una tavola imbandita in cui gli ospiti non possono mangiare
“Sì, bella metafora. È che siamo ancora all’antipasto e le portate non promettono bene, mi pare di capire”.
Ecco l’ultimo respiro di una Taranto affannata, ma ancora in corsa per lavorare e portare lustro al turismo e al Borgo.
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