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La vittoria di González rappresenterebbe un cambio di tendenza e un recupero del ruolo dello Stato e del settore pubblico. La candidata del centro-sinistra ha dichiarato nel sua campagna elettorale che tra i punti principali della sua azione di governo c’è l’aumento delle risorse per la Salute e per l’educazione ridotte al minimo dal presidente uscente Noboa
Dopo una lunga giornata elettorale cominciata alle 7 e terminata alle 17 si è giunti al primo verdetto: si va al ballottaggio il prossimo 13 aprile.
A contendersi l’incarico di presidente della Repubblica saranno: Daniel Noboa, presidente uscente e Luisa González, già candidata alla presidenza della repubblica nelle elezioni del 2023.
Se dovesse vincere Daniel Noboa, l’Ecuador continuerebbe con le politiche neoliberiste applicate già negli ultimi sette anni con i presidenti di destra Moreno e Lasso. Un paradigma di sviluppo che ha smantellato lo stato sociale costruito nei dieci anni precedenti dall’economista progressista Rafael Correa. La vittoria di Luisa González, rappresenterebbe un cambio di tendenza e un recupero del ruolo dello Stato e del settore pubblico. La candidata del centro-sinistra ha dichiarato nel sua campagna elettorale che tra i punti principali della sua azione di governo c’è l’aumento delle risorse per la Salute e per l’educazione ridotte al minimo dal presidente uscente Noboa. Inoltre, ha garantito una maggiore attenzione al mondo del lavoro sempre più precario e flessibile con le ultime riforme neoliberiste di Lasso e Noboa.
I dati ufficiali del Consiglio nazionale elettorale (CNE) al 79% di atti scrutinati ci informano che Daniel Noboa ha conquistato il 44.17% dei consensi e Luisa González il 44.44%. Uno scarto di appena 20 mila voti separano i due maggiori protagonisti della disputa elettorale. Sorprende positivamente il 3° posto di Leonidas Iza, il candidato della CONAIE che ora potrà essere determinante al ballottaggio con il suo 4.8%. Tuttavia, non è scontato che al secondo turno Iza dia indicazione di voto per la candidata del centro – sinistra visti i precedenti delle ultime due elezioni presidenziali (2021 – 2023) nelle quali il movimiento indigeno optò a maggioranza per i candidati presidenziali neoliberisti della destra. Grave e pesante contraddizione politica ed ideologica quella del movimiento indigeno ecuadoriano. Quasi inesistenti gli altri 13 candidati alla presidenza della repubblica che nella totalità raccolgono un 6.6% dei consensi, tra i quali spicca un 2.7% alla candidata Andrea González del partito social patriottico di Lucio Gutiérrez già presidente della Repubblica dell’Ecuador dal 2003 al 2005. Un voto da non sottovalutare per il secondo turno è certamente il voto nullo al 6.8% che potrebbe pesare nella vittoria finale di un candidato o dell’altro.
La giornata elettorale si è caratterizzata per almeno tre situazioni importanti: la prima è stata la presenza di ben 943 osservatori tra i quali 741 nazionali e 202 internazionali tra cui i delegati dell’Unione Europea (UE) e quelli dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA). La folte presenza dei delegati internazionali, in aumento rispetto alle ultime due elezioni del 2021 e 2023, ci indicano una preoccupazione constante di presunti brogli elettorali da parte di più candidati alla presidenza. Lo stesso Heraldo Muñoz, capo della Missione degli osservatori internazionali dell’OEA ha dichiarato che varie organizzazioni politiche hanno espresso una serie di inconformità con la situazione di Daniel Noboa che ha attuato come presidente e come candidato. Elementi che hanno destato preoccupazione da parte dell’OEA che introdurrà nel suo rapporto finale dei prossimi giorni, ha dichiarato Muñoz. L’altro elemento evidente della giornata elettorale è stata l’imponente e massiccia presenza delle Forze Armate e della Polizia Nazionale che hanno presenziato e controllato ogni recinto elettorale del paese. La abnorme presenza militare si deve al fatto che Ecuador nel 2023 sia stato dichiarato il paese più violento dell’America Latina. Inoltre, questo 2025 è cominciato molto male considerando che nel solo mese di gennaio del 2025 ci sono registrati 750 assassini di morte violenta, la cifra più alta degli ultimi 10 anni, secondo le fonti del Ministero degli Interni dell’Ecuador. Ricordiamo oltretutto che lo scorso 9 gennaio del 2024, il presidente uscente Daniel Noboa con il decreto presidenziale n° 111 ha dichiarato “il conflitto armato interno del paese” contro una serie di bande criminali presenti nel territorio nazionale. Il terzo elemento da annoverare è stato quello relative alle dichiarazioni della candidata Luisa González contro Diana Atamaint, Presidente del Consiglio Nazionale Elettorale asserendo di essere la capa della campagna elettorale di Daniel Noboa ed altre dichiarazioni indirizzate al suo principale avversario politico che ha violato la legge e la Costituzione. Reazioni che hanno generato delle polemiche tra gli addetti ai lavori durante la stessa giornata di votazione.
L’analisi territoriale del voto ci dice che Noboa vince praticamente in 14 regioni del Paese delle quali la gran maggioranza si concentrano nella Cordigliera delle Ande, cioè nella zona interna e in alcune regioni dell’Amazzonia. Qui, la vittoria schiacciante di Noboa nella regione del Tungurahua dove la destra vince con il 63% contro il 22% del centro- sinistra. Invece la candidata Luisa González conquista 10 regioni del paese e cioé tutta la zona costiera ed alcune regioni dell’Amazzonia. La roccaforte correista continua ad essere la regione di Manabí dove con votazioni bulgare, la candidata González vince con il 64% contro il 29% di Noboa. Bel risultato di Loenidas Iza nella sua regione del Cotopaxi dove conquista il 28.7% piazzandosi al secondo posto. I voti rispecchiano la tendenza delle elezioni di un anno fa, praticamente. Nuova dinamica si registra invece nelle sezione estere dove quest’anno, e per la prima volta, il voto correista perde l’egemonia degli anni scorsi. Il cadidato Daniel Noboa vince in tutte le sezioni estere e cioé: Europa, Oceania ed Asia, Canada e Stati Uniti, Latinoamerica ed i Caraibi. La candidata Luisa González si difende in quella europea, laddove si registra la presenza dell’ex presidente della Repubblica Rafael Correa che dal 2017 vive in esilio in Belgio e dove continua a tessere relazioni politiche con i propri connazionali ecuadoriani.
Analizzando il voto dell’Assemblea Nazionale emergono dei dati interessanti da non sottovalutare: il primo elemento è la vittoria del partito ADN del presidente uscente che conquisterebbe più componenti del partito della Revolución Ciudadana. Dopo almeno 12 anni sarebbe un dato storico. Questo dato ci indica la futura governabilità e stabilità politica del nuovo governo. Se dovesse vincere Noboa, i problemi non ci sarebbero in quanto avrebbe la presidenza e l’Assemblea. Se invece dovesse vincere Luisa González sarà più difficile governare con il Parlamento contro. A questo punto sarebbero determinanti i 5 – 6 assembleisti che dovrebbe conquistare il candidato Leonidas Iza. Se si alleano Luisa Gonzáles e Loenidas Iza ci sarebbe un governo organico e governabile. Staremo a vedere.
L’autore: Davide Matrone è docente e ricercatore all’Università di Quito
In foto Luisa Gonzales Asamblea Nacional del Ecuador from Quito, Ecuador – SESIÓN NO. 853 DEL PLENO DE LA ASAMBLEA NACIONAL. ECUADOR, 14 DE MARZO DE 2023, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=133417029
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