In Consiglio Provinciale le minoranze all’attacco chiedono una informativa in Aula, mentre dall’Avisio alla Valsugana fino a Primiero e non solo, si alzano i primi scudi ma con molti distinguo
Trento – “L’obiettivo è chiudere il ciclo dei rifiuti. È un obiettivo ambizioso, che probabilmente doveva essere raggiunto prima di riaprire le discariche che abbiamo riaperto”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti dopo l’ultima Giunta provinciale che si è svolta a Mezzocorona, rispondendo alle domande dei giornalisti sull’Egato, il consorzio per la gestione integrata dei rifiuti. Il dibattito che si è creato attorno a questo progetto, ha aggiunto Fugatti: “Mi sembra ideologico. La gran parte dei Comuni sta andando verso l’approvazione del protocollo. E la condivisione c’è stata”.
In merito al dibattito all’interno dei Consigli comunali, il presidente sottolinea: “Ricordiamo che il Trentino non può portare all’esterno i propri rifiuti. Un’autonomia deve esserlo anche quando si parla di rifiuti, perché portarli all’esterno, oltre a non far piacere, costa. E non pensiate che nella scorsa legislatura non ci sia stato un dibattito, anche tra gli assessori competenti, per decidere che percorso intraprendere”. Un tema che ha sullo sfondo una parola che pochi vogliono pronunciare: inceneritore. “Oggi la Provincia paga, e paga molto, milioni di euro, per esportare i propri rifiuti in altre regioni. Ma un Trentino moderno deve essere in grado di gestire i propri rifiuti”, ha ribadito Fugatti.
In questi giorni si moltiplicano però, dubbi e perplessità su Egato, il futuro ente gestore dello smaltimento dei rifiuti voluto dalla Provincia e che più di una discussione sta suscitando all’interno dei consigli comunali e delle Comunità di valle, che dovrebbero formalizzare la loro adesione, pena il commissariamento.
Ora sulla questione si sono mosse anche le minoranze del consiglio provinciale che hanno depositato una richiesta informativa per la sessione del consiglio provinciale, primo firmatario Francesco Valduga (Campobase) che come tutta la minoranza solleva una serie di obiezioni tecniche e politiche. “Si stanno concretizzando quelle perplessità che in parte avevamo già espresso. I Comuni si trovano a dover approvare in un tempo ristretto una convenzione senza che ci sia uno statuto che dica come poi realmente Egato funzionerà. Noi avevamo detto tante volte che occorre valorizzare il lavoro sulla raccolta che fino ad ora si è condotta sul territorio anche perché raccogliere in montagna non è come raccogliere in città, raccogliere in una stagione non è come raccogliere in un’altra, raccogliere in case sparse non è come raccogliere in agglomerati urbani. C’è la necessità di rappresentare questa complessità e evitare omogenizzazione e omogenizzazione, partendo da un’esperienza virtuosa che ha portato il Trentino ad ottenere ottimi risultati in questo campo”.
“Su un tema come la gestione integrata dei rifiuti non è possibile agire così”. A dirlo è stato nei giorni scorsi, Pietro Zanotti, del direttivo di Italia Nostra, nel corso della conferenza stampa indetta dalle 18 associazioni ambientaliste trentine per parlare dell’Egato, il consorzio per la gestione integrata dei rifiuti urbani istituito da una convenzione firmata a dicembre dalla Giunta provinciale di Trento, dal Consiglio delle autonomie locali e dalle Comunità di Valle.
Le 18 associazioni contestano la mancanza di uno statuto del consorzio, che ha come obiettivi, sottolinea Zanotti, “l’efficienza, l’efficacia e l’economicità nella gestione dei rifiuti”, ma che “si presenta ai territori senza delineare come raggiungerebbe questi obiettivi. Tanto più che il Trentino ha la seconda tariffa per i rifiuti più bassa d’Italia”.
Sullo sfondo, insiste Zanotti, c’è sempre il tema dell’inceneritore. Gli obiettivi dell’Egato “non sono chiari perché la Giunta è accecata dall’idea di realizzare un inceneritore per la chiusura del ciclo dei rifiuti”. Sul tavolo, sottolineano le associazioni, c’è anche un problema di natura sindacale: “L’Egato dice che realizzerà la propria struttura amministrativa, nonostante non dica nemmeno se sarà nominato un direttore, parlando solo di un presidente. Viene pericolosamente detto che i Comuni dovranno, nei primi due mesi, affiancare l’Egato, e che poi l’Egato agirà con la sua struttura personale. E i dipendenti dei Comuni? Li lasciamo a casa?”, conclude Zanotti.
Tra i primi a dire no al progetto della Provincia, i consigli comunali di Capriana, Cavalese, Panchià e Valfloriana, che hanno votato contro la convenzione. Solo Ville di Fiemme l’ha approvata. Barriere al nuovo progetto nei giorni scorsi, anche da Imèr nel Primiero (tutti contrari tranne il sindaco).In val di Sole è un “ni”, mentre Tenna e Calceranica si sono astenute, invece Trento e Pergine hanno votato favorevolmente, anche se la discussione non è mancata così come nei comuni di Primiero e Vanoi.
Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle Autonomie locali, ha cercato di chiarire la questione Egato Trentino. “La costituzione di Egato – ha ricordato Gianmoeana – è una norma della legge provinciale. Una norma datata agosto 2023 (l’assessore competente era Mario Tonina): poiché sindaci, assessori comunali e in generale consigli comunali non sono organi legislatori – possono fare regolamenti e convenzioni, ma dentro la cornice di una norma di legge – e poiché nella legge si parla di un consorzio ad adesione obbligatoria, ecco spiegato perché i voti comunali non cambiano le carte in tavola. I sindaci la loro “battaglia” l’hanno già vinta, con l’introduzione nella legge della possibilità di creare i cosiddetti sub ambiti per la fase di raccolta dei rifiuti, inizialmente non previsti, che rappresentano una valorizzazione delle eccellenze dei singoli territori”.
Dopo la firma sulla convenzione tra Provincia, Comuni e Comunità per la gestione integrata e la progettazione dell’impianto di chiusura della filiera (Nella convenzione c’è scritto che Egato propone la localizzazione e propone la tecnologia migliore. Non c’è scritto che le approva”, sottolinea ancora Gianmoena) del 23 dicembre scorso, nei giorni scorsi la palla è passata ai vari consigli comunali: nonostante quasi due anni di dibattiti, riunioni, commissioni e incontri, sono emersi molti dubbi e perplessità. In molti hanno detto no, votando in maniera contraria.
Egato, è un consorzio intercomunale allargato per la gestione dei rifiuti. E’ costituito da un’assemblea – 18 membri, Comune di Trento e di Rovereto di diritto, gli altri uno per ogni Comunità di valle e un CdA con il presidente, 2 membri nominati dalla Provincia e 2 dal Cal – avrà la possibilità su decisione dell’assemblea, di indicare uno o più sub ambiti e entro 12 mesi dovrà indicare tipologia e ubicazione dell’impianto di smaltimento (inceneritore o termovalorizzatore che sia).
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