La voce di Crosetto per fregare i miliardari: imprenditori caduti nella trappola

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Si allunga l’elenco dei reati contestati nell’inchiesta della Procura di Milano sul gruppo di truffatori che, con probabili appoggi anche all’estero, avrebbe raggirato o tentato di raggirare imprenditori di spicco appartenenti a importanti famiglie industriali. Il modus operandi era tanto spregiudicato quanto raffinato: utilizzare il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto per chiedere somme ingenti – in alcuni casi anche cifre milionarie – presentandole come pagamenti necessari per riscatti di giornalisti rapiti in Medio Oriente, nell’ottica di un presunto “aiuto al Paese”.

L’inchiesta, che ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e sostituzione di persona, sta portando alla luce un numero crescente di denunce. L’ultima in ordine di tempo è quella presentata da Esselunga, in rappresentanza della famiglia Caprotti. Il tentativo di truffa è stato fortunatamente sventato dai collaboratori della società, che hanno smascherato la frode non appena hanno ricevuto – la scorsa settimana – le ormai note telefonate da una voce che si spacciava per un componente della segreteria del Ministero della Difesa. Uno schema già visto nei casi delle famiglie Aleotti e Beretta, i cui collaboratori, rispettivamente nel Bresciano e a Firenze, hanno già reso le loro testimonianze agli investigatori. Le denunce sono poi confluite a Milano, dove gli inquirenti stanno coordinando l’indagine.

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A breve è attesa anche la querela di Luxottica, in rappresentanza della famiglia Del Vecchio. Intanto, dai primi accertamenti svolti dal pm Giovanni Tarzia, sotto il coordinamento del procuratore capo Marcello Viola e con il supporto del Nucleo investigativo dei carabinieri, emerge un dettaglio clamoroso: Massimo Moratti è stato raggirato e ha versato quasi un milione di euro in due bonifici da circa 450mila euro l’uno, effettuati nel giro di pochissimo tempo. Il denaro è finito su un conto bancario olandese, ora congelato grazie alla cooperazione internazionale e alla tempestiva denuncia dello stesso Moratti.

Massimo Moratti

La truffa era architettata nei minimi dettagli: “Si tratta di una questione urgentissima, di sicurezza nazionale”, avrebbero detto i truffatori per convincere le loro vittime, sostenendo che lo Stato non poteva effettuare direttamente i pagamenti per non lasciare tracce. Il denaro, una volta versato in Olanda, era destinato a essere trasferito a Hong Kong, mentre ai raggirati veniva promessa una “restituzione da parte di Bankitalia”. Non solo: dopo il primo bonifico, Moratti sarebbe stato bersagliato da ulteriori richieste, con la giustificazione che la trattativa per la liberazione dei “due giornalisti” non era ancora conclusa e che serviva un “ultimo sforzo”.

Il recupero delle somme frodate appare complicato, ma gli inquirenti sono riusciti a rintracciare alcune tracce dei movimenti bancari e a bloccare diversi conti usati per i passaggi intermedi del denaro. Per ora, la Procura non ritiene necessario sentire l’ex presidente dell’Inter a verbale, ma la sua testimonianza resta un elemento centrale nell’inchiesta.

Quello che appare ormai certo è che la banda ha messo in atto una truffa su larga scala, sfruttando tecniche sofisticate, tra cui un sistema avanzato di clonazione di numeri telefonici, utilizzando perfino contatti dello staff di Guido Crosetto, e una voce camuffata che – incredibilmente – ha parlato direttamente con Massimo Moratti. Il sospetto è che altri big dell’imprenditoria italiana siano caduti nella trappola e abbiano effettuato versamenti, anche se le prove concrete sono ancora in fase di accertamento.

L’inchiesta si allarga, e nel mirino della banda potrebbero essere finiti anche imprenditori di primissimo piano: tra gli obiettivi dei truffatori figurerebbero nomi come Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Patrizio Bertelli(marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo), la famiglia Caltagirone e lo stilista Giorgio Armani. Alcuni di loro starebbero valutando la possibilità di presentare querele.

Nel frattempo, anche Guido Crosetto ha annunciato una denuncia per sostituzione di persona, che dovrebbe essere formalizzata nelle prossime ore. Il suo entourage ha già preso contatti con la Procura di Milano, ma – almeno per il momento – sembra che non sarà necessario raccogliere direttamente la sua testimonianza.

L’obiettivo ora è duplice: individuare i responsabili della truffa e rintracciare il denaro sottratto, attivando rogatorie internazionali per bloccare i fondi sparsi in diversi istituti di credito esteri. La caccia alla banda è aperta.

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