La provincia festeggia i trent’anni di storia

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 


Nel 2025 che promette d’essere un anno turbolento su ogni fronte e latitudine si consumeranno a Lecco due anniversari che meritano di essere annotati ben oltre il carattere celebrativo: i trent’anni della Provincia e i venticinque dell’ospedale Manzoni.

Due torte da affettare con spirito realistico, provando a bilanciare i meno e i più di un’ algebra e di una grammatica bipolari.

Occupiamoci in questa occasione di quella istituzione che nel 1995 trovò compiutezza nel processo di autonomia da Como. Si insediò come presidente l’avvocato Mario Anghileri sorretto da un consiglio formato sulla base di collegi sovracomunali ben rappresentativi del variegato territorio che scende da Premana e si estingue a Casatenovo. A margine, nelle stesse giornate, veniva eletto alla guida della Regione Lombardia Roberto Formigoni, mentre in città imperava la Lega con il sindaco Pino Pogliani e in giunta faceva capolino quel Lorenzo Bodega che governerà il capoluogo per due mandati.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Più volte nei miei editoriali e più in generale il nostro giornale ( che volutamente enfatizza e si fa interprete, non solo nel titolo, di uno stretto e capillare legame con il territorio) ha affrescato, con diversi colori, il ruolo dell’ente in uno scenario non solo istituzionale e normativo ma anche provando a cogliere le profonde metamorfosi economiche e sociali.

Basti pensare all’esodo della grande industria dal capoluogo e dai comuni più estesi, all’avvento di un turismo non “residuale” e alla consacrazione dell’università. Per tacere delle opere viabilistiche non ancora all’altezza delle sfide attuali, ma certamente in grado di creare condizioni di sviluppo non da terzo mondo. Così en passant, dall’attraversamento della città allo svincolo di Dervio, dal raddoppio ferroviario verso Milano, all’imminente elettrificazione della Lecco-Monza Como,dal nuovo ponte sull’Adda alla sventurata e urgentissima Lecco-Bergamo.

Tra i consigli non richiesti, ma imposti dalla mia lecchesità suggerirei alla presidente Alessandra Hofmann di guardarsi da due pericoli: quello di far passare in sordina la ricorrenza, quasi doversi giustificare di una traversata nel limbo, e talvolta nell’inferno, frutto di una legislazione a cavallo tra l’abolizione e la sopravvivenza.

L’altro rischio opposto, è quello di festeggiare la celebrazione in famiglia, nel senso di una colorazione intonata alla maglietta di chi governa in questo momento, mentre sarebbe l’occasione di una chiamata comunitaria, se non unitaria, per ridare slancio e vigore a un organismo, necessario per condurre a sintesi le esigenze specifiche dei Comuni dell’area lecchese. E ancora fornire il proprio contributo, il cuore e la carne per non rimanere schiacciati tra l’espansione della città metropolitana e la specificità della Valtellina.

Proviamo a richiamare i tratti salienti di questi sei lustri volati via in un tempo nel quale ben altre battaglie si potevano combattere, evitando periodi di stasi e di improduttivi conflitti.

La prima fase la chiamerei di riposizionamento istituzionale, teso a inquadrare e onorare le competenze in parte assorbite dal comprensorio lecchese, ma soprattutto dalle province ’madri’ di Como e Bergamo: la nuova Lecco-Ballabio e il recupero del monastero del Lavello sono due interventi da iscrivere nelle pagine proficue dell’agenda.

C’è poi il decennio del consolidamento tra il 2004 e il 2014 con Virginio Brivio e Daniele Nava nell’alternanza tra centrosinistra e centrodestra. Qualche timbro? L’acquisizione di Villa Monastero, l’edilizia scolastica superiore, i primi metri di asfalto della Lecco Bergamo. Insomma prove concrete di relazioni tra provincia, comune e regione.

A metà del decennio scorso con la “mezza riforma” delle province è toccato a Flavio Polano e Claudio Usuelli tenere in piedi un ente che ha pagato i luoghi comuni delle semplificazioni politiche romane alla ricerca di un capro espiatorio da ostentare all’opinione pubblica.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

La cronaca ha subito presentato il conto dimostrando che tagliare la testa a un’istituzione, già in odore di fragilità e anzianità, ma in realtà essenziale per governare le multiformi aree che connotano la nostra Italia non è stato solo un azzardo, bensì un danno di partecipazione e di democrazia sostanziale.

All’attuale presidente Hofmann il compito non di mettere la ciliegina sulla torta del compleanno, ma l’onere e l’orgoglio di rinvigorire un ente che mira ad essere sempre più la casa dei comuni. Non ci sono in gioco solo generiche opere, ma l’obiettivo di rafforzare la capacità del territorio perché conti davvero laddove si decidono le sorti di intere popolazioni, troppo spesso appaltate alla egemonia di chi furbescamente sa occupare i vuoti di potere.

Nel dna dei lecchesi non alberga la paura del cambiamento, a patto che le partite si giochino con lealtà e non con i magheggi delle ’tre carte’.

© RIPRODUZIONE RISERVATA



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Microcredito

per le aziende

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link