L’influencer marketing è spesso associato alle aziende B2C, ma negli ultimi anni si sta rivelando una strategia sempre più efficace anche nel settore B2B. Se ben strutturato, può generare autorevolezza, fiducia e nuove opportunità di business, migliorando la brand awareness e incrementando il ROI delle campagne.
Ma come funziona esattamente l’influencer marketing per le aziende B2B? Quali sono le migliori strategie da adottare? E come scegliere i giusti influencer per un pubblico altamente specializzato? In questo articolo spieghiamo tutto ciò che c’è da sapere per sfruttare al meglio questa leva di marketing.
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Cosa significa influencer marketing nel B2B?
L’influencer marketing B2B si basa sulla collaborazione con esperti del settore, opinion leader e professionisti autorevoli che hanno una forte influenza su un pubblico di nicchia. A differenza del B2C, dove spesso si punta sulla notorietà e sull’intrattenimento, nel B2B l’accento è posto su competenza, autorevolezza e credibilità.
- Nel B2B, gli influencer non sono celebrity o content creator generici, ma piuttosto esperti di settore, CEO, consulenti, giornalisti specializzati e professionisti con una forte presenza online.
- L’obiettivo non è generare acquisti impulsivi, ma piuttosto educare il pubblico, costruire fiducia e favorire decisioni di acquisto informate.
- Le piattaforme più utilizzate non sono TikTok o Instagram, bensì LinkedIn, Twitter (X), YouTube, blog specializzati e podcast di settore.
L’influencer marketing B2B è particolarmente efficace in settori come tecnologia, software, fintech, sanità, ingegneria e servizi professionali, dove le decisioni di acquisto sono più complesse e basate sulla reputazione del brand.
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Perché il B2B ha bisogno dell’influencer marketing?
Il processo di acquisto nel B2B è molto più lungo e articolato rispetto al B2C. Prima di scegliere un fornitore o un partner commerciale, le aziende valutano attentamente competenza, affidabilità e qualità. Qui entra in gioco l’influencer marketing, che offre numerosi vantaggi:
- Maggiore fiducia nel brand → il 92% dei professionisti si fida di contenuti generati da esperti più che della pubblicità tradizionale.
- Incremento della brand awareness → un influencer B2B con una forte presenza online può amplificare il messaggio aziendale e raggiungere decision maker influenti.
- Lead generation qualificata → collaborare con esperti di settore consente di intercettare potenziali clienti in target e aumentare le conversioni.
- Miglior engagement sui contenuti → articoli, webinar e post social realizzati con il supporto di influencer di settore ottengono tassi di coinvolgimento più elevati.
Secondo uno studio di LinkedIn e Edelman, il 65% delle aziende B2B ha aumentato il proprio budget per l’influencer marketing, riconoscendone il valore strategico.
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Come trovare i giusti influencer per il B2B?
A differenza del B2C, dove il numero di follower è un parametro chiave, nel B2B è più importante valutare autorevolezza, reputazione e qualità del network. Ecco alcuni criteri per identificare i giusti influencer per la tua azienda:
- Esperienza nel settore → l’influencer deve essere riconosciuto come un esperto nella sua nicchia.
- Comunità di valore → deve avere un pubblico costituito da professionisti, aziende e decision maker rilevanti.
- Engagement qualitativo → i suoi contenuti devono generare discussioni, condivisioni e interazioni reali.
- Piattaforme di riferimento → gli influencer B2B più efficaci operano su LinkedIn, Twitter (X), YouTube, blog e podcast di settore.
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Esempi di influencer B2B
- CEO e manager con una forte presenza su LinkedIn.
- Giornalisti e analisti del settore su Twitter (X).
- Blogger e redattori di riviste specializzate.
- Speaker e consulenti che partecipano a eventi e conferenze.
- Creatori di contenuti su YouTube e conduttori di podcast tematici.
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Strategie vincenti per una campagna di influencer marketing B2B
Per ottenere risultati concreti, è fondamentale impostare una strategia chiara. Ecco i passaggi chiave per una campagna di successo:
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Definire obiettivi specifici
- Brand awareness → aumentare la visibilità dell’azienda in un settore specifico.
- Lead generation → attraverso webinar, eBook o case study promossi dagli influencer.
- Conversioni → portare traffico qualificato al sito o ai prodotti dell’azienda.
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Creare contenuti di valore
Il pubblico B2B è più attento alla qualità dei contenuti rispetto alla quantità. Le forme di contenuto più efficaci includono:
- Articoli di approfondimento → pubblicati su blog aziendali o siti specializzati.
- Post LinkedIn → con analisi, trend di mercato e opinioni di esperti.
- Case study e white paper → sponsorizzati da influencer del settore.
- Webinar e interviste → coinvolgendo esperti per trattare temi specifici.
- Podcast aziendali → con ospiti influenti per parlare di innovazione e best practice.
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Coinvolgere gli influencer nella creazione del contenuto
Più l’influencer è coinvolto, più il contenuto sarà efficace. Strategie di co-creazione includono:
- Guest blogging → l’influencer scrive articoli per il sito aziendale.
- Interviste e roundtable → per aumentare autorevolezza e visibilità.
- Collaborazioni video → YouTube e LinkedIn Live sono perfetti per contenuti educativi.
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Monitorare e misurare i risultati
L’influencer marketing B2B deve essere misurabile e scalabile. Alcuni KPI da monitorare:
- Engagement rate → interazioni sui post e commenti di valore.
- Lead generati → numero di contatti qualificati raccolti.
- Traffico al sito web → analizzare le visite generate dalle campagne.
- ROI della campagna → valutare il ritorno economico dell’investimento.
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Conclusione: perché investire nell’influencer marketing B2B?
L’influencer marketing non è più solo una strategia per il B2C: nel B2B è un asset fondamentale per costruire autorevolezza e generare lead qualificati. Se ben strutturato, consente di:
- Aumentare la brand awareness nel proprio settore.
- Creare fiducia e autorevolezza tra i decision maker.
- Incrementare la lead generation con contenuti educativi e di valore.
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*I contenuti e le opinioni eventualmente espresse all’interno di questo blog non rappresentano né corrispondono necessariamente al punto di vista dell’Azienda per cui lavoro.
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