La tiroide, una piccola ghiandola situata alla base del collo, è un vero e proprio motore per il nostro corpo, silenziosamente impegnata a produrre ormoni fondamentali per regolare una vasta gamma di funzioni metaboliche. Dallo sviluppo del sistema nervoso centrale alla crescita fisica, la sua influenza si fa sentire in ogni aspetto della nostra esistenza. Ma cosa accade quando questo delicato equilibrio viene alterato? Le disfunzioni tiroidee possono manifestarsi in varie forme, con conseguenze significative sulla qualità della vita. Ed è proprio per questo che è possibile, in determinati casi, fare richiesta per vedersi riconosciuto un sostegno economico che, non proprio correttamente viene chiamato “bonus tiroide”.
Bonus tiroide, non proprio un bonus ma un sostegno
Nonostante, infatti, non esista un “bonus tiroide” specifico, la legge italiana riconosce il diritto a un assegno di invalidità per coloro che, a causa di patologie tiroidee, vedono compromessa la loro capacità di svolgere le attività quotidiane. Ma per accedere a questo supporto, è necessario intraprendere un percorso ben definito, che parte dalla certificazione medica e arriva alla valutazione di una commissione.
Un ventaglio di patologie tiroidee
Le malattie della tiroide sono variegate e possono colpire persone di ogni età. Tra le più comuni troviamo:
- Il gozzo, un aumento di volume della ghiandola che può manifestarsi sia in condizioni di iper che ipotiroidismo, o anche in presenza di una funzione tiroidea normale. È un po’ come se la tiroide si gonfiasse, cercando di compensare uno squilibrio interno.
- L’ipertiroidismo, caratterizzato da una produzione eccessiva di ormoni tiroidei. In questo caso, il corpo va un po’ in “overdrive”, con un metabolismo accelerato che può causare una serie di sintomi fastidiosi. Questa condizione è la seconda patologia endocrina più diffusa dopo il diabete, sottolineando quanto sia rilevante questo problema di salute.
- L’ipotiroidismo, invece, si verifica quando la ghiandola non produce abbastanza ormoni. In questo caso, il metabolismo rallenta, con conseguenze che vanno dalla stanchezza cronica all’aumento di peso.
- I tumori della tiroide, la tiroidite di Hashimoto e altre malattie autoimmuni che possono colpire questo organo così importante.
Le patologie della tiroide possono dare diritto ad una invalidità civile riconosciuta dall’Inps (Getty)
Malattie della tiroide: le donne le più colpite
È interessante notare come, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa un neonato su 3000 nasca con una forma di malattia tiroidea. Le donne, inoltre, sono significativamente più soggette a queste problematiche rispetto agli uomini, con una probabilità del 20% di sviluppare disturbi alla tiroide nel corso della vita. Questo dato evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e consapevolezza verso la salute di questa ghiandola, soprattutto nella popolazione femminile.
Come ottenere il bonus tiroide
Il processo per ottenere l’assegno di invalidità è un percorso che richiede attenzione e precisione. Il primo passo è ottenere una certificazione medica dettagliata da parte del medico curante, che attesti la condizione clinica del paziente. Questa documentazione dovrà poi essere presentata all’INPS tramite il portale dedicato.
Riconoscimento e tutela
A quel punto, l’Istituto fisserà un appuntamento per una visita con una commissione medica, incaricata di valutare il grado di invalidità. Durante la visita, sarà necessario presentare tutta la documentazione medica rilevante, tra cui l’ecografia tiroidea, l’esame del TSH e il certificato medico originale. Non bisogna pensare che l’asportazione della tiroide garantisca automaticamente l’accesso all’assegno: anche in questo caso, è necessario ottenere il riconoscimento di un’invalidità compresa tra il 74% e il 100%.
Un sostegno economico e oltre
L’assegno di invalidità rappresenta un importante supporto economico per coloro che soffrono di patologie tiroidee. L’importo dell’assegno varia in base al grado di invalidità riconosciuto, con un range che va dai 286 euro mensili per le percentuali più basse fino a un massimo di 550 euro. Ma il supporto non si limita all’assegno. La legge prevede anche una serie di agevolazioni aggiuntive, come permessi mensili, riposi giornalieri retribuiti e fino a due anni di congedo straordinario per coloro che necessitano di assistenza prolungata. Misure che sono fondamentali per garantire una migliore qualità della vita e per sostenere chi affronta quotidianamente le sfide imposte dalle disfunzioni tiroidee.
iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link