- L’indennità di accompagnamento, chiamata anche assegno di accompagnamento, è una prestazione economica che viene erogata dall’INPS su domanda.
- Si rivolge ai soggetti mutilati o invalidi totali che non sono più in grado di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, oppure sono incapaci di compiere gesti quotidiani.
- Dopo 29 giorni di ricovero gratuito in strutture sanitarie statali o convenzionate con il SSN, l’indennità viene sospesa.
L’indennità di accompagnamento è un contributo economico che si rivolge ai soggetti mutilati o invalidi totali che non sono più in grado di deambulare autonomamente o che si ritrovano nell’incapacità di compiere atti quotidiani della vita.
L’assegno spetta indipendentemente dal proprio reddito e dall’età, a patto che si sia in possesso dei requisiti sanitari e che si abbia la residenza in Italia. Quali sono le patologie che danno diritto all’indennità di accompagnamento? E quali i casi in cui lo si può perdere?
In questa guida prenderemo in esame i requisiti da possedere, l’importo che si può ricevere, oltre che le modalità di presentazione della relativa domanda e i casi in cui si può perdere il diritto al beneficio.
Indennità di accompagnamento: requisiti
I requisiti per presentare domanda di accompagnamento sono i seguenti:
- deve essere stata riconosciuta l’inabilità totale e permanente, pari al 100%;
- si deve essere incapaci di deambulare in modo autonomo, senza l’aiuto di un altro soggetto;
- non si possono più compiere in autonomia azioni quotidiane senza ricevere un’assistenza continua.
Si deve poi avere la residenza stabile e abituale su tutto il territorio nazionale e la cittadinanza italiana. Il beneficio può però essere richiesto anche dai cittadini stranieri comunitari, iscritti all’anagrafe del Comune di residenza, e dai cittadini stranieri extracomunitari con permesso di soggiorno da almeno un anno.
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Indennità di accompagnamento: importo e durata
L’assegno di accompagnamento per il 2024 corrispondeva a un importo di 531,76 euro: siamo in attesa di conoscere la cifra prevista per il 2025, per la quale ci si aspetta un aumento, anche in relazione alla rivalutazione annuale.
Il contributo viene corrisposto per 12 mensilità e decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e, in casi eccezionali, dalla data indicata dalle commissioni sanitarie nel verbale di riconoscimento dell’invalidità civile.
L’accompagnamento non è compatibile con le prestazioni concesse per invalidità causata da lavoro, guerra o di servizio. Si ha comunque la possibilità di scegliere l’opzione più favorevole.
L’assegno è invece compatibile con:
- lo svolgimento di un’attività lavorativa, come lavoratore dipendente o autonomo;
- la titolarità di una patente speciale;
- l’indennità di comunicazione;
- l’indennità di accompagnamento per cieco assoluto.
Le due indennità citate devono però essere state concesse per minorazioni differenti dallo status di invalidità civile.
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Domanda indennità di accompagnamento
Per ricevere l’indennità di accompagnamento, il proprio stato di invalidità deve essere stato riconosciuto al termine dell’accertamento sanitario da un’apposita commissione medico legale.
La domanda può essere presentata:
- online, direttamente dal sito www.inps.it, seguendo il percorso: Servizi on line>Servizi per il cittadino>Invalidità civile;
- invio domanda di riconoscimento dei requisiti sanitari;
- tramite gli enti di patronato o le associazioni di categoria dei disabili, quali ANMIC, ENS, UIC, ANFASS.
Fatta eccezione per le domande di aggravamento, non si può presentare una nuova domanda per ricevere la stessa prestazione fino a quando:
- l’iter della domanda in corso non è esaurito;
- nell’ipotesi di ricorso giudiziario, fino al momento in cui è presente una sentenza passata in giudicato.
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In fase di richiesta si devono indicare anche i dati socioeconomici, come per esempio eventuali ricoveri, il fatto di svolgere al contempo un’attività lavorativa, le modalità di pagamento e la presenza di eventuali deleghe alla riscossione di un terzo.
Se la domanda viene presentata da un minore, tali informazioni devono essere comunicate con l’invio del modello AP70, in seguito all’accertamento del requisito sanitario. Al compimento della maggiore età, tali soggetti devono nuovamente inviare il modulo AP70 per ricevere la prestazione da maggiorenne, senza dover effettuare altri accertamenti sanitari.
Come si fa a capire se è stato riconosciuto l’accompagnamento
Nel momento in cui l’INPS conclude la valutazione della domanda ricevuta, procede con l’invio al richiedente del verbale di invalidità civile, che si può inviare tramite raccomandata A/R o PEC.
In merito ai tempi di lavorazione del provvedimento, la legge n. 241/1990 lo fissa a 30 giorni. Nella tabella di seguito, puoi consultare tutti i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi in vigore.
Quando si perde l’indennità di accompagnamento?
La regola generale prevede che il pagamento dell’indennità venga sospesa nel caso di ricovero totale a carico dello Stato per un periodo superiore a 29 giorni.
Con il messaggio n. 3347 del 26 settembre 2023, l’INPS ha precisato che l’indennità di accompagnamento può essere erogata anche durante un ricovero superiore a 29 giorni, se la struttura ospedaliera pubblica o convenzionata con il SSN non garantisce un’assistenza esaustiva.
In questo caso specifico:
- il titolare dell’indennità di accompagnamento deve presentare una dichiarazione di ricovero indennizzato in una struttura pubblica al termine del periodo di ricovero di durata superiore a 29 giorni sul sito dell’INPS, accedendo tramite identità digitale, al percorso Sostegni, Sussidi e Indennità>Per disabili/invalidi/inabili>Dichiarazioni di responsabilità e ricoveri indennizzati;
- nella dichiarazione, oltre alle date di inizio e fine ricovero, si deve allegare la documentazione rilasciata dalla struttura sanitaria nella quale si attesta che la prestazione ricevuta non fosse adeguata ai bisogni del paziente.
L’indennità di accompagnamento non viene dunque sospesa nei casi in cui:
- il soggetto invalido abbia comunque la necessità di ricevere assistenza continua da parte di un familiare o di un infermiere privato, per compiere tutti gli atti quotidiani della vita;
- in caso di minore, qualora fosse necessaria la presenza di almeno un genitore per tutto l’arco della giornata, al fine di assicurargli benessere fisico e relazionale, come supporto ai trattamenti terapeutici.
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Quali sono le patologie che danno diritto all’indennità di accompagnamento?
Per conoscere tutte le patologie invalidanti per le quali si può fare domanda di ricezione dell’assegno di accompagnamento, ti invitiamo a consultare le LINEE GUIDA INPS. PER L’ACCERTAMENTO DEGLI STATI INVALIDANTI riportate di seguito.
Indennità di accompagnamento – Domande frequenti
L’assegno di accompagnamento aveva un importo mensile pari a 531,76 euro nel 2024: nel 2025 è previsto un aumento.
L’assegno di accompagnamento spetta in presenza di determinati requisiti, a prescindere dall’età e dal reddito: scopri quali sono.
Il pagamento dell’indennità di accompagnamento decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.
Nell’ipotesi in cui chi ha l’indennità di accompagnamento riuscisse a uscire da solo, è possibile che l’accertamento sanitario sulle sue reali condizioni non sia stato fatto in modo veritiero.
L’indennità di accompagnamento viene tolta per ricoveri superiori a 29 giorni, quando sono a spese dello Stato.
Se ti interessa sapere se ti conviene fare ricorso per la mancata ricezione dell’indennità di accompagnamento, ti consigliamo di scrivere un avvocato specializzato in ricorsi INPS.
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