ancora nessun tavolo di trattativa con Federmeccanica

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Sono stati alcune centinaia i partecipanti, in rappresentanza di oltre 40mila metalmeccanici trevigiani, che hanno preso parte alla manifestazione che si è svolta stamattina in piazza delle Istituzioni a Treviso e che è stata indetta dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil per protestare contro la posizione della controparte datoriale, Federmeccanica, sulla convocazione di un tavolo di confronto sul rinnovo contratto collettivo nazionale. Un muro contro muro che prosegue da mesi (da maggio 2024) e una situazione di stallo che non sembra avere soluzione. Sul piatto ci sono diversi temi: l’ipotesi di 280 euro di aumento al mese, la riduzione dell’orario di lavoro e la posizione dell stessa Federmeccanica che ha stoppato le richieste di ridistribuire con i lavoratori la ricchezza prodotta nel tempo. Da qui le otto ore di sciopero di oggi che hanno visto le seguenti adesioni nelle principali aziende: De Longhi di Carbonera area produzione 95%, Electrolux di Susegana oltre 90%, Breton di Castelfranco Veneto 70%, Berco di Castelfranco Veneto 90%, Irca-Rica gruppo Zoppas 90%, Mitsubishi 70%, Menci di Treviso 90%, TMCI Padovan di Mareno di Piave 90%, Stiga di Castelfranco Veneto 70%, Sole di Oderzo 60%, Haier di Revine 60%, CSM di Codogné 60%.

«Lo sciopero si è reso necessario perché la trattativa nazionale sul rinnovo è bloccata da novembre, non ci sono ad oggi delle possibilità di riapertura sul tavolo, perciò abbiamo indurito la risposta dei metalmeccanici proclamando altre otto ore di sciopero oggi con un’adesione altissima di tutte le fabbriche della provincia di Treviso e confidiamo che questo ammorbidisca la posizione rigida di Federmeccanica perché il rinnovo il contratto è un aspetto fondamentale per la modernità del paese» spiega Alessio Lovisotto della Fim Cisl «Noi pensiamo che il contratto nazionale possa dare qualcosa in più del semplice recupero inflattivo, vogliamo evitare che ci sia il fenomeno della finanziarizzazione delle imprese dove gli utili vanno magari in compensi per manager strapagati, magari poi lasciano le persone in cassa integrazione o dividendi anche. Noi pensiamo sia importante che i soldi siano nelle buste paghe dei lavoratori perché generano consumi interni».

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«Noi abbiamo presentato una piattaforma votata da circa 400mila lavoratori sul territorio nazionale» ha commentato Manuel Moretto, Fiom Cgil Treviso «i punti rilevanti ovviamente sono specialmente legati alla retribuzione, quindi aumenti retributivi sui minimi contrattuali pari tecnicamente parlando a un quinto livello 280 euro di aumento sui minimi in tre anni. E’ una piattaforma importante perché si parla anche di riduzione di orari di lavoro, si parla anche di sicurezza sul lavoro, il tema della precarietà e la volontà di introdurre delle causali specifiche per poter poi fare in modo che le aziende possano accedere appunto a contratti flessibili e determinati in alcune situazioni particolari, quindi attraverso il contratto si vuole migliorare le condizioni economiche dei metalmeccanici, ma si vuole anche introdurre un meccanismo tale da migliorare quello che sono quegli aspetti legislativi del Paese, che rispetto al tema della precarietà e degli orari di lavoro stanno, come dire, aumentando complessivamente quella che è la situazione complessiva all’interno d’orario di lavoro».

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«A mio modo di vedere il prossimo passo sarà una manifestazione con uno sciopero di otto ore a livello regionale e quindi si presume a Venezia o a Mestre» chiosa Stefano Bragagnolo della Uilm Uil «Qua non si sta più parlando di salario, qua si sta parlando di metodo, cioè del metodo di come dare il salario, un conto è darlo variabile, come vogliono loro quelli di federmeccanica e un conto è darlo naturalmente, obbligatoriamente scritto che aumenta con le quote previste dal contratto stesso, come è adesso sostanzialmente. Cioè i minimi tabellari ti danno la garanzia di quello che sarà il futuro aumento. Quello che propongono loro è completamente all’inverso, in base all’inflazione ti darò l’aumento, se non c’è l’inflazione non ti do l’aumento. Il rischio è che se vai su questo percorso rischi di avere un contratto che ti dà zero anche. Questo è il punto fondamentale per il mio modo di vedere».



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