“Abbiamo preferito fare una figuraccia”

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La verità sul concertone di Capodanno e il no all’esibizione di Tony Effe. L’assessore ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato, ha raccontato la sua versione in Commissione Trasparenza.

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Tony Effe è stato aspramente criticato per i testi di alcune sue canzoni, giudicati violenti e sessisti. Per questo il Comune di Roma, che lo aveva invitato al concertone di Capodanno, ha fatto un passo indietro e ha rinunciato al trapper romano. Ma molti colleghi del mondo della musica hanno parlato di ‘censura’ e così anche gli altri due cantanti scritturati, Mamhood e Mara Sattei, si sono tirati indietro. Alla fine sul palco del Circo Massimo sono saliti la Pfm e Gabry Ponte.

In audizione alla Commissione Trasparenza presieduta dal consigliere di Fratelli d’Italia, Federico Rocca, l’assessore capitolino ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato, ha spiegato i retroscena che hanno portato alla scelta di Tony Effe e in seguito al dietrofront dopo le polemiche. Inizialmente, ha spiegato Onorato, l’amministrazione ha provato a lavorare su un target meno giovanile rispetto a quello degli ultimi concertoni di Capodanno. Per questo aveva provato a coinvolgere Cesare Cremonini e Marco Mengoni. “Quest’anno volevamo variegare il target, volevamo artisti intergenerazionali, e avevamo pensato a Cremonini e anche a Mengoni. Poi abbiamo valutato anche l’opzione Max Pezzali, ma era già impegnato a Milano. Alla fine abbiamo pensato di restare su un target giovanile. Ci dicono ‘perché non avete fatto cantare Ultimo?’. Perché fa sei date all’Olimpico. Stessa cosa per Mengoni e Cremonini. È chiaro che non era possibile”.

Il target individuato, quindi, era quello dei 16-25enni, cioè coloro che non hanno capacità economiche, per esempio, per pagare un festone o un veglione di Capodanno. “E allora ci siamo interrogati, come negli anni scorsi su quali sono i cantanti più in voga e su quelli che i cittadini e i visitatori vorrebbero. Lo scorso anno abbiamo avuto Lazza, l’anno prima Elodie. Artisti che in quel momento storico erano tra i cinque in Italia”.

Come si è arrivati a Tony Effe, Mahmood e Sattei? Con lo stesso meccanismo: “L’album di Tony Effe è stato quello più scaricato nel 2024, poi c’è Lazza. Per questo abbiamo scelto lui, ma in seguito l’amministrazione ha deciso di fare un passo indietro. Ribadisco, visto che qualcuno l’ha messo in dubbio, che non abbiamo pagato alcuna penale.

La scelta di Tony Effe, ha spiegato Onorato, “aveva un significato chiaro: andare incontro al gusto predominante dei giovani, che può piacere o non può piacere. Ma il Capodanno non può essere un momento di divisione, e quindi ha fatto bene il sindaco a fare un passo indietro. Tutto volevamo tranne che una comunità enorme, importante per noi, che lotta ogni giorno contro la violenza di genere si sentisse offesa dalla scelta di Tony Effe. Per questo abbiamo preferito fare una figuraccia, l’ho fatta anche io. Abbiamo preferito prendere qualche insulto per qualche giorno e andare avanti. Ma non c’è stata alcuna censura: Tony Effe si è esibito al Palaeur a Capodanno e noi siamo azionisti del Palaeur, quindi avremmo potuto non farlo esibire”.

Sulla scelta di Tony Effe, “non la disconosco. Ma se una scelta fatta non unisce una comunità, occorre fare un passo indietro. Si poteva pensare prima? Certamente, ma sbaglia solo chi fa. Stiamo parlando di un concerto di Capodanno che è diventato riferimento per tutta Italia. Crediamo sia un evento fondamentale e per questo garantiamo i cantanti top del momento a prezzi più bassi rispetto ad anni in cui si spendeva di più per fare spettacoli del tutto ininfluenti nel panorama internazionale”.

Il riferimento è ai Capodanno in cui sindaca era Virginia Raggi: “Mi permetto di parlare di scelte discutibili. Ci sono stati gli spettacoli con i trapezzisti da 1,8 milioni di euro nel 2019 e oltre 2 milioni spesi nel 2018. Dal nostro arrivo abbiamo garantito i cantanti top del momento, con indotto economico enorme, e non abbiamo mai superato 1,7, 1,8 milioni. Quest’anno abbiamo speso poco di più, circa 2 milioni. Il risultato è importante e abbiamo speso meno di quanto si spendeva sei anni fa. Alla fine anche quest’anno c’è stato un successo di pubblico, con un target molto più intergenerazionale. Soltanto di tassa di soggiorno aggiuntiva le stime parlano di 300/500mila euro in più, cioè circa 20mila persone arrivate da fuori Roma per partecipare al concertone”.





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