Rifiuti, in arrivo nuovo Piano: «Dalla Regione Puglia 75 milioni agli impianti»

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BARI – La Regione Puglia, tra il 2025 e il 2028, metterà in campo 75 milioni di euro per finanziare interventi volti alla chiusura degli impianti di discarica. Era stata la stessa Regione a annunciarlo a settembre scorso. A giorni, potrebbe essere anche domani stesso anche se al momento non c’è nessuna convocazione, in giunta andrà discussa e approvata proprio la delibera sulle discariche. La situazione è complessa, perché la differenziata va a singhiozzo nei comuni pugliesi: c’è chi è più virtuoso e chi meno. E questo contribuisce a “stressare” ulteriormente gli impianti di conferimento. In tutto questo la Regione come si sta muovendo? Sta pensando di mettere a punto una nuova strategia di politica ambientale per potenziare le azioni legate al ciclo dei rifiuti? Abbiamo chiesto all’Assessora regionale all’Ambiente, Serena Triggiani, di fare un punto sulla situazione attuale per cercare di capire cosa devono attendersi i cittadini pugliesi nei prossimi anni e quanto la questione dei rifiuti potrebbe pesare sulle nostre tasche.

Assessora, a che punto siamo con il Piano dei rifiuti della Regione Puglia?

«Il piano rifiuti che ho “ereditato” in gestione è strumento pianificatorio e dinamico, che può adattarsi ai bisogni della società e prevede aggiustamenti e modifiche da cucirsi addosso alle esigenze dei territori. Il triennio 22-24 è stato caratterizzato da intenso sviluppo delle politiche ambientali e da un supporto finanziario importante di Regione ai territori, tuttavia, a fronte di un miglioramento nella produzione dei rifiuti (calo del 16% dal 2010) in particolare l’obiettivo della raccolta differenziata al 2025 non può dirsi raggiunto (siamo intorno al 60% al 2023). Il dato risente di percentuali basse dei grandi centri abitati, come alcuni capoluoghi di provincia che si può comprendere hanno più difficoltà date le dimensioni. Anche in questa categoria ci sono Comuni virtuosi tipo Andria, Lecce e Trani. Molti centri di medie dimensioni che invece hanno superato la soglia del 65% e tra i piccoli comuni ben 161 hanno raggiunto risultati virtuosi. Per questi Comuni, cosiddetti “ricicloni”, sono stati previsti ingenti finanziamenti a valere sul fondo ecotassa, da utilizzare per la riduzione della Tari, che li spinge a migliorare sempre e che può incentivare anche quelli che non riescono ancora a raggiungere la soglia percentuale come da piano e da obiettivi nazionali. C’è anche un tema di “buona qualità” della raccolta, che rende solido il sistema e consente un buon recupero secondo i principi dell’economia circolare. Se la differenziata non migliora,in qualità e quantità, il sistema è sottoposto a stress e gli impianti e le discariche ovviamente ne risentono. È un cane che si morde la coda, ed in termini di resilienza tutti dobbiamo contribuire».

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Quali sono le principali criticità nella gestione del ciclo dei rifiuti in Puglia?

«In questi 9 mesi ho profuso con gli uffici ogni sforzo per traguardare migliori obiettivi, recandomi personalmente anche presso gli impianti, incontri con gli Aro, dando nuovo impulso all’osservatorio regionale dei rifiuti che abbiamo proprio per rispondere e coadiuvare le esigenze territoriali. Noi vogliamo agire insieme ai territori per risolvere le criticità, ed è per questo che se chiedono ad esempio una implementazione dei centri di raccolta, noi abbiamo previsto nella programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale 21-27 ingenti risorse finanziarie per adeguamenti dei Centri di raccolta e realizzazione di nuovi. Inoltre a valere invece sui fondi per lo sviluppo e la coesione, ci sono altrettanto ingenti risorse da destinare al potenziamento della raccolta differenziata nei capoluoghi di provincia di Bari, Foggia, Taranto e Brindisi, che a giorni convocheremo per riunioni operative. Ma ritengo fondamentale anche l’opera continua di sensibilizzazione, con incontri periodici, laddove si raccontano le best practice degli ambiti più performanti, e a tale proposito un incontro la faremo anche con il governo e con la Vice Ministra Vannia Gava sulla resilienza del ciclo dei rifiuti».

La mancanza di impianti a sufficienza crea problemi ai cittadini. Penso alle tariffe per lo smaltimento tra le più alte d’Italia. Come state cercando di risolvere la questione?

«Oltre le percentuali di raccolta, va fatta una raccolta “di qualità”, e qui chiedo una mano agli enti locali nel controllare anche gli standard di qualità. Come Regione, abbiamo appena chiuso un avviso di ampliamento e adeguamento dei centri di raccolta Ccr che ha visto l’approvazione di ben 27 progetti di Comuni, per fine mese possiamo annunciare un nuovo avviso per centri di raccolta più moderni, con uno stanziamento di 15 milioni. È ovvio che, se tutto questo non riesce a traguardare obiettivi di piano, vuol dire che il sistema ha ancora bisogno di volumi di discarica, onde scongiurare poi allarmi ambientali e di salute dei cittadini, soprattutto con l’approssimarsi del periodo più caldo e con la pressione antropica enorme derivante dalle presenze turistiche. L’emergenza è dietro l’angolo e devo chiamare tutti ad un senso di responsabilità sociale e di collaborazione alla resilienza del sistema».

Sulla raccolta differenziata emergono ancora grosse criticità in alcune zone della Puglia. Cosa si sta facendo per migliorare la situazione?

«Sulla frazione organica, in realtà le capacità autorizzate degli impianti di compostaggio in esercizio in Regione soddisfano il fabbisogno, e pertanto non c’è un vero deficit impiantistico: bisogna migliorare la qualità del rifiuto, in modo tale da evitare o ridurre la frazione estranea da smaltire e incidere sulle tariffe di trattamento e sui costi di smaltimento. La presenza di impianti adeguati e distribuiti sul territorio regionale consente di evitare di inserire questa tipologia tra gli impianti minimi e garantire una concorrenza su qualità ed efficienza degli operatori con cui definire tariffe e quantità pluriennali. Sa, la Tari è composta da molte voci, e bisogna esaminarle una per una per avere un quadro completo degli aumenti tariffari. Più delicata è la questione discariche, come dicevo prima, cioè lo smaltimento finale dice ad oggi rimane la necessita di volumetrie, secondo quanto stabilito dal documento programmatorio Piano regionale e non dalla “volontà” del singolo assessore, come si può pensare. A tale proposito però, c’è una buona notizia: su proposta dell’assessorato all’Ambiente, il Consiglio regionale, che ringrazio, nella legge di bilancio si è finalmente dotato di una norma di civiltà ed equità sociale, a vantaggio dei territori, che prevede un contributo ambientale inteso come ristoro compensativo a favore dei Comuni ospitanti gli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti indifferenziati, si tratta di una legge giusta che ho fortemente voluto e che avrà come obiettivo finale anche quello di impattare su una diminuzione della Tari per quei territori che subiscono il disagio localizzativo. Ho intenzione di incontrare a brevissimo i Comuni per condividere il percorso sui criteri che poi sarà definitivamente approvato con delibera di giunta regionale; si tratta di una norma innovativa su scala nazionale che definisce una solidarietà tra i Comuni. Infine è bene citare i contributi di Fondo sviluppo e coesione per l’ammodernamento e l’efficientamento degli impianti pubblici in concessione, per migliorare la sicurezza ambientale e ridurre i costi di conferimento. Analogo risultato sarà ottenuto a valle della delibera sulla definizione dei cosiddetti “impianti minimi” dopo la bocciatura da parte della giustizia amministrativa della delibera dell’autorità Arera i cui effetti sono stati rilevanti – nostro malgrado – sui costi di conferimento».

Sono previste campagne di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti? Cosa intende fare la Regione per invertire questa tendenza?

«Come ho riferito, oltre ad assemblee cittadine con i territori, la sensibilizzazione e la cultura dell’economia circolare sono una priorità che ritengo sempre necessaria e urgente. Siamo sentinelle dell’ambiente, noi amministratori e amministratrici ma anche cittadinanza e giovani generazioni. Lo dobbiamo alla nostra unica terra, al nostro pianeta da salvaguardare. E per questo ho previsto anche di girare per le scuole, elementari con un progetto specifico per i più piccoli, e licei con un progetto di solidarietà, già avviato, in cui chiamo i ragazzi ad un patto per l’ambiente. Ridurre la produzione dei rifiuti e migliorare la differenziata ha impatti benefici su ambiente, ridimensionando l’esigenza degli impianti e delle discariche e riducendo i costi della Tari. Una sfida per tutte le istituzioni pubbliche ma anche per i cittadini. Gli esempi virtuosi dimostrano che questa sfida si può e si deve vincere: la Regione sta facendo e farà la sua parte a sostegno di questo processo virtuoso».

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