Londra, nella ex sede di Scotland Yard ecco il cocktail bar gestito da due italiani

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Un tributo all’affascinante e misterioso passato di un edificio che ha visto capitoli cruciali della storia inglese caratterizzato da macabri delitti e celebri furti, i quali rivivono ora in cocktail ispirati proprio a fatti e personaggi di quei tempi. Ci troviamo nel cuore della capitale, a poche centinaia di metri dal numero 10 di Downing Street, in un palazzo di cinque piani che ha ospitato per secoli teste coronate e non solo. Qui, nell’attuale mix di architetture edoardiana e vittoriana quale risultato dell’ultimo restauro datato 1820, ha visto la luce il corpo investigativo della London Metropolitan Police Force, universalmente noto come Scotland Yard, nome che prende spunto dalla strada Great Scotland Yard, a sua volta intitolata così perché sviluppatasi attorno a un antichissimo palazzo medievale dove soggiornavano i reali scozzesi quando erano in visita a Londra, compresa la ribelle regina Maria Stuarda. Molti secoli dopo, quelle stanze divennero la cornice di indagini su casi divenuti leggenda e ispirazione per la letteratura internazionale, come Jack lo squartatore, ma anche meno noti che interessavano sempre criminali, rei di memorabili furti ai danni di nobili e ricchi inglesi.

La facciata del Great Scotland Yard Hotel 

Un palazzo che è sempre stato caratterizzato da un vivace viavai, sia durante il periodo di Scotland Yard, presente fino a metà del secolo scorso, che nei decenni a seguire quando ci fu un cambio con l’arrivo degli impiegati del Ministero della Difesa, dopo che la Metropolitan Police scelse di trasferirsi in un altro stabile molto più ampio. La storia si è ripetuta nel 2019, anno in cui il gruppo Hyatt ha preso in gestione la struttura per trasformarla in un hotel di lusso senza però stravolgere la sua unicità, anzi ispirandosi proprio alla sua leggendaria storia nel processo riorganizzativo. La carta da parati, i dettagli e gli accessori delle stanze raccontano di Scotland Yard, dei suoi investigatori e dei più celebri malviventi. I luoghi comuni sono arricchiti di cimeli originali appartenuti alla polizia, compresi i manifesti raffiguranti i volti dei ricercati. Nel piano interrato, dove ora si tengono incontri di business ed eventi vari, sono stati lasciati in bella vista i mattoncini originali delle celle.

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Vittorio Scelta e Carlo Rappa

Vittorio Scelta e Carlo Rappa 

Tuttavia, il fulcro del Great Scotland Yard hotel è senza dubbio il 40 Elephants Bar, un omaggio a un capitolo meno noto ma altrettanto intrigante della storia criminale londinese. Il nome deriva da una gang tutta al femminile attiva tra il 1870 e il 1950, composta da ladre quasi tutte provenienti dalla zona di Elephant and Castle, da qui le “elefantesse”, così astute e spregiudicate tanto da diventare maestre del taccheggio. Vestite con cappotti ideati per lo scopo e larghe gonne dove erano cucite tasche nascoste, compivano regolarmente incursioni nei negozi della ricca zona del West End di Londra, saccheggiando merci di qualsiasi genere, per un valore di migliaia di sterline. Molte di loro furono arrestate e interrogate proprio nelle stanze dove oggi sorge il cocktail bar.

Il loro colpo più celebre è ora celebrato con uno spettacolare lampadario di cristallo che troneggia nel centro: il furto di una collana di diamanti rubata in una lussuosa gioielleria del centro. Le pareti sono decorate con i profili delle quaranta ladre, con un posto d’onore per Alice Diamond, conosciuta come la Regina delle Quaranta, e la sua alleata Maggie Hill, sorella del famoso gangster Billy Hill. Il 40 Elephants Bar è supervisionato dal barman Vittorio Scelta con il supporto di Carlo Rappa, direttore vendite e speciale guida per turisti e clienti che vogliono immergersi nell’affascinante storia di quel luogo, entrambi originari della Sicilia e da oltre dieci anni residenti in Inghilterra.

La lista dei cocktail è totalmente ispirata agli iconici personaggi della gang e a quelle atmosfere dark della Londra vittoriana. Tra le proposte troviamo Rags to Riches (dagli stracci alla ricchezza) un mix raffinato di amaro Santoni e Don Julio Añejo, che rappresenta l’ambizione e l’ingegno delle Quaranta Elefantesse; Bright Like a Diamond (luminosa come un diamante): un omaggio alla celebre collana rubata, preparato con bourbon e una presentazione scintillante; The Bobbed Hair Bandit (la bandita dai capelli corti): un cocktail elegante con champagne e cognac Rémy Martin, dedicato alle donne ribelli dell’epoca; The Compassionate Healer (il guaritore compassionevole): un mix di rum con un tocco moderno di Campari che richiama l’empatia per i meno fortunati i quali, costretti dalla loro condizione di povertà, scelgono vie più facili, e talvolta illegali, per sbarcare il lunario; Clever Club (il club intelligente): cocktail a base di gin Tanqueray che riprende la sofisticatezza dei nobili e ricchi inglesi, vittime predilette delle quaranta ladre; Bee the Queen (L’ape regina): a base di vodka Ketel One che celebra la leadership di Alice Diamond.

“Entrare nel 40 Elephants Bar significa immergersi in un viaggio nel tempo, circondati da storie di ingegno, mistero e ribellione – ci raccontano Vittorio e Carlo -. Il design raffinato e i dettagli curati, come il lampadario a forma di collana di diamanti, rendono questo luogo un must per gli amanti dei cocktail e della storia. Non è solo un luogo dove gustare drink, ma un’esperienza che celebra il passato con stile e creatività”.



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