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Una partita dentro l’altra. Quanto maturato nella fredda trasferta di Como ha visto da una parte la Juventus di Thiago Motta uscire con un sofferto successo, arrivato nei minuti finali grazie al rigore realizzato da Randal Kolo Muani, che ha proiettato i bianconeri in piena lotta per la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, e dall’altra c’è stata una gara diversa, in panchina, non giocata da colui che dovrebbe essere uno dei protagonisti assoluti della Vecchia Signora. Trattasi di Dusan Vlahovic, che per tutta la sfida ha avuto i riflettori puntati da parte delle telecamere, dei tifosi, dei compagni di squadra… Ma non da parte del proprio allenatore che ha deciso – nemmeno in una situazione che richiedeva, con ogni probabilità , il suo apporto, visto il momentaneo pareggio sino all’89’ – di non utilizzare l’attaccante serbo.
LA PARTITA DI VLAHOVIC – Una sfida cominciata in panchina, vissuta in panchina e terminata ancora lì, su quella panchina in riva al Lago di Como. Con i minuti che passavano, inesorabili, che sembravano avvicinare la Juventus all’ennesimo pareggio della propria stagione. E Vlahovic ad attendere. Un cenno, un movimento da parte di Motta. Niente, invece. Verso il finale di gara, l’allenatore italo-brasiliano inserisce Conceicao e termina tutti gli slot utilizzabili per le sostituzioni. Ed è in quel momento che arriva una notizia: Vlahovic resterà per tutti i 90’ in panchina, senza subentrare. Ma il serbo rimane in partita, incentiva i compagni, li critica anche (come con Gatti), si alza per andare negli spogliatoi prima del fischio finale, per poi tornare in panchina e andare a esultare per il vantaggio siglato da Kolo Muani dal dischetto. Da spettatore del match, nonostante la delusione per il mancato ingresso, l’atteggiamento impeccabile, nulla che faccia pensare a un caso. Eppure, qualcosa va notato e analizzato, per un futuro che sembra sempre più distante tra le parti.
RINNOVO LONTANO – Partiamo da un fatto: è la quarta sfida consecutiva in Serie A che Dusan Vlahovic comincia dalla panchina, non venendo schierato dal 1’ da Thiago Motta. Se due indizi non fanno una prova, ecco che terzo e quarto (mettendo a referto 0’ a tabellino) sicuramente ci portano di fronte a un contesto spinoso. Tanto spinoso quanto quel rinnovo di contratto che tarda ad arrivare. La situazione è nota ai più: a pesare sui conti della Juventus c’è la questione legata al suo stipendio. Nel gennaio 2022, Vlahovic firmò un contratto da 7,5 milioni con ingaggio a salire fino a 12 milioni (tetto massimo della Juventus) nell’ultimo anno di contratto, ovvero il prossimo, visto che la scadenza ha una data precisa ed è quella del 30 giugno 2026. Guardando questa stagione, il suo stipendio è di circa 10,5 milioni che, al lordo, sono intorno 18, che diventeranno circa 22,2 l’anno prossimo. Troppi per la Vecchia Signora, che ha chiesto da tempo un accordo con il serbo per spalmare tali importanti cifre. Ma la trattativa non è mai sembrata calda, mai entrata davvero nel vivo e, soprattutto, che mai ha portato a una fumata bianca. Ogni giorno è buono per incontrare l’agente Ristic e capire cosa fare in vista dell’estate. Ma tanti segnali portano in direzione di un addio che sembra segnato, sicuro. Vlahovic è fuori dal progetto di Thiago Motta per svariati motivi.
KOLO MUANI SUBITO DECISIVO – E tra queste motivazioni c’è anche lo straordinario inizio di avventura da parte di Kolo Muani, il cui immediato inserimento nelle rotazioni di Motta ha portato a risultati tangibili. Cinque reti nelle sue prime tre partite in Serie A (primo giocatore della storia della Juventus, nell’era dei tre punti, a segnare nelle sue prime tre presenze nel massimo campionato italiano, come riferito da Opta), sei punti portati a casa – fondamentali per la corsa Champions – e una titolarità che, ora come ora, non sembra poter essere messa in discussione. L’exploit del francese sta rendendo quelli che potrebbero essere gli ultimi sei mesi di Vlahovic a Torino niente più che un’avventura da comprimario, da alternativa. Un sostituto di lusso, certamente, ma pur sempre una seconda scelta. Va detto, tuttavia, che tale regolarità nel mettere la propria firma a tabellino indirizzano le ragioni nella direzione di Thiago Motta, la cui scelta forte è giustificata dalla mole di gol siglata da Kolo Muani. In questo momento, l’ex PSG è il bomber tanto cercato da Giuntoli e Motta, mentre Vlahovic è il sacrificato da lasciare in panchina, come successo nelle ultime quattro partite, in attesa di capire quale squadra scenderà in campo contro il PSV Eindhoven nella sfida valida per i playoff di Champions. Pronti a essere smentiti, ma ora i fatti sono questi.
SCELTE DA PRENDERE – Sarà gestione, sarà tattica, ma Motta ha scelto Kolo Muani come suo unico riferimento offensivo. E Vlahovic attende. Forse un’occasione – come i minuti finali contro l‘Empoli – o forse per scrivere un finale diverso, che sia meno amaro rispetto all’addio che appare profilarsi. Chiaramente nelle prossime partite potrà servire l’apporto di Vlahovic, ma verso l’estate tutto porta a una separazione consensuale. Niente rinnovo e un’ultima chance per monetizzare (seppur diventi maggiormente difficile mettere in mostra un gioiello senza dargli lo spazio necessario) un asset come l’ex Fiorentina. La prossima sessione sarà quella definitiva per capire il futuro del centravanti serbo: rinnovo (improbabile), cessione (idea sempre più plausibile), permanenza verso un addio a parametro zero nel 2026 (possibile, ma attualmente complesso). La gestione del tecnico di Madama, dunque, sarà fondamentale sia per non far svalutare il prezzo del cartellino del giocatore che per trovare il giusto equilibrio tra le due opzioni offensive presenti ora in rosa.
E IN ESTATE… – Soluzioni che fanno parte ora della Juventus, ma che non è detto che vengano confermate da un’estate che si preannuncia infuocata sul mercato. Al di là di quella che sarà la decisione su Vlahovic (che porterebbe a un risparmio di almeno 20/30 milioni di euro), la dirigenza bianconera dovrà valutare chi confermare nella squadra di Motta e su chi sborsare cifre che, messe assieme, diventano importanti. 25 milioni (più 5 di bonus) per l’obbligo di riscatto di Nico Gonzalez dalla Fiorentina, 13,5 milioni – pagabili in tre esercizi insieme ai 0,8 milioni di oneri accessori più un massimo di 2 di bonus – per riscattare Di Gregorio dal Monza, 14,5 milioni – più 6,5 di bonus e 2,7 di oneri accessori – per l’obbligo di Kelly dal Newcastle (da pagare sempre in tre esercizi). In più si penserà ai 14 milioni – più 3 di bonus – per il diritto di riscatto di Kalulu dal Milan, non tralasciando che per Conceicao – la sua permanenza è probabile – si dovrà trattare con il Porto sulla base di una clausola da 30 milioni e che Veiga e lo stesso Kolo Muani sono arrivati in prestito secco da, rispettivamente, Chelsea e PSG e quindi si dovranno imbastire altrettanti trattative per tenerli a Torino. Tutti conti a cui prestare attenzione, tutti dettagli da tenere a mente, tutte scelte da prendere nei prossimi mesi. Tutti fattori che allontanano Vlahovic dalla Juventus. A fine stagione, la decisione definitiva.
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