GROSSETO. Il ladro ha preso a calci la vetrata e l’ha rotta. È entrato in negozio e ha rubato la cassa che è andato a fracassare fuori, ferendosi. È il primo dei due furti avvenuti la notte tra venerdì e sabato a poche centinaia di metri l’uno dell’altro, non sappiamo se siano collegati. Nel mirino due attività del centro di Grosseto, un negozio di assistenza caldaie e una tappezzeria.
Il primo colpo
Il primo è stato un colpo lampo. Una trentina di secondi circa per quanto è stato visionato dalle telecamere. Il bottino è da quantificare, sul posto i carabinieri. Federico Noferi – il derubato – lavora in via Fratelli Bandiera e ha passato tutta la nottata in bianco a raccattare i vetri, parlare coi vicini/testimoni e proteggere il negozio sventrato. «Sono chiuso», accoglieva sconsolato i clienti ieri mattina, sabato 8 febbraio. Federico lavora in via Fratelli Bandiera con il padre, fa assistenza tecnica su caldaie ed elettrodomestici.
Il ladro (uno solo stando alle immagini) entra in azione intorno alle 21,30. Vestito di nero, sneakers bianche, età apparente sui 25 anni, non incappucciato, è avvistato sul marciapiede di fronte al negozio con una bottiglia di birra in mano che poi appoggia. Si accende una sigaretta, si guarda intorno e dà un tiro come per darsi un tono e incoraggiare la mossa che sta per compiere: quella di avventarsi verso la vetrata e assestare con veemenza prima uno e poi due colpi. Non si cura del rumore che provoca, tanto sbriga tutto in poco tempo. «L’infisso ha retto – indica il titolare – ma la vetrata antisfondamento no, si è staccata ed è collassata qui dentro al negozio, addosso al bancone». Una volta entrato, il giovane gira intorno al tavolo e arriva al registratore di cassa. Tira fuori il cassetto sotto la calcolatrice e strappa in maniera scomposta i fili facendo cadere il registratore a terra, a quel punto esce con il cassetto in mano e cosa fa? Fa qualche metro e arriva all’angolo con via Pietro Micca, dove si mette a sbattere violentemente sul marciapiede il cassetto per romperlo e rubare i soldi. Un gran rumore avvertito dai vicini che si affacciano.
Il racconto
Per strada scendono due abitanti, due uomini che si mettono a rincorrere il ladro ma lui scappa. Lascia il cassetto sul posto, qualche spicciolo sparpagliato, il resto se lo porta via (da quantificare) seminando tracce di sangue sul marciapiede. «Sono io che ho chiamato i carabinieri – racconta al Tirreno una vicina di Noferi – A quell’ora ero in casa con mio marito, fumavo una sigaretta quando lui mi ha fatto: “ma questo qui sotto cosa fa, sta rubando?”. Mi sono affacciata e quel ragazzo sbatteva la cassa in terra, da lontano sembrava un computer. Lì per lì ho pensato che avesse litigato con qualcuno ma poi ho capito che era un ladro. Mio marito ha deciso di corrergli dietro, io avevo paura finché non è sceso anche un nostro condomino, il vicino del primo piano. Gli sono corsi dietro in due, lui era sempre in strada. Prima di scappare ha scaraventato la cassa sotto la macchina. C’era la via piena di 10 centesimi». Quando i carabinieri sono arrivati il ladro era già fuggito. «La zona è diventata impossibile. Sempre ieri (sabato, qualche ora prima) qua in via Fratelli Bandiera un ladro ha provato a rubare la macchina di un mio amico», dice un grossetano. “Aveva già infilato una lastra dentro al vetro. Quando è stato visto è scappato».
Secondo colpo
Passa poco più di un’ora. Sono le 22,45 della stessa sera (venerdì 7 febbraio), quando a poche centinaia di metri avviene un’altra intrusione. Siamo in via Santorre di Santarosa nel negozio di Adolfo Lettieri, il tappezziere diventato celebre per aver cucito a sue spese e regalato – nel marzo 2020 in piena emergenza Covid – migliaia di mascherine, all’epoca introvabili. «Fuori dal negozio – ricorda lui oggi – c’era la fila: 3mila ne distribuivo al giorno mettendomi io qui davanti alla porta, e altre 2mila le spedivo, sempre al giorno, in giro a spese mie». Era diventato un caso nazionale, è stato anche premiato. «Ora – racconta al Tirreno – ho subito questo furto e me ne rammarico, non capisco chi possa volermi male, per cui sono propenso a pensare che sia stata una bravata». Suo figlio era a cena fuori con alcuni amici nei paraggi quando è ripassato casualmente di fronte al negozio trovando la vetrata spaccata. Anche qui il vetro antisfondamento era crollato ma dentro al negozio non c’era nulla da rubare. I ladri se ne sono andati a mani vuote. Anche Lettieri, come Noferi, ha passato diverse ore sveglio in negozio, la notte tra venerdì e sabato, per cercare di tappare in qualche modo la porta, in attesa di ripristinare la vetrata. Ha messo una lastra di legno e per la prima volta tirato giù le serrande, che finora ha sempre tenuto alzate di notte. Il motivo? «Perché la strada è buia – dice – Ho sempre tenuto le saracinesche sollevate e le luci del negozio accese anche di notte – dice – in modo da illuminare almeno un po’ la strada».
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