CAP, cos’è il Codice di avviamento postale e a cosa serve

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Il Codice di Avviamento Postale (questa la definizione letterale dell’acronimo CAP) ha attraversato generazioni, accompagnando il Paese dai giorni del dopoguerra, fino all’era digitale. In un’Italia in fase di ricostruzione, il CAP ha segnato l’identità delle tante anime e comunità, legandole a un numero che ancora oggi resiste come una certezza nel tempo. Insomma, un simbolo delle identità e dei comuni unite verso il progresso nazionale sempre più rapido ed esigente.

Però, se un tempo serviva a semplificare il lavoro dei postini, oggi, in un mondo dalle distanze sempre più ridotte, il CAP continua a essere un punto di riferimento nelle comunicazioni. Dietro simbologie e codici convenzionali, si nasconde un bisogno di comunicare più rapidamente, e che accomuna più Stati nel mondo. Una firma invisibile che racconta la geografia, la storia e il tessuto sociale-economico di un Paese. Scopriamo come funziona, e perché è stato inventato.

Cosa sono i CAP?

L’acronimo italiano CAP rappresenta la sigla dei “Codici di Avviamento Postale”. Ogni singolo CAP è la sequenza numerica assegnata a specifiche aree geografiche. Il codice viene assegnato a ciascun centro abitato per facilitare le consegne e le partenze della corrispondenza postale, diventando un identificativo anche nei documenti ufficiali e nelle comunicazioni, oggi anche digitali. La carta d’identità di un quartiere o un centro urbano, grande o piccolo che sia

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In Italia, questa sequenza è composta da cinque cifre, suddivise e assegnate seguendo una logica di convenienza amministrativa, logistica e geografica. I codici, infatti, sono come un grande catalogo organizzato in archivio, che comincia dalle macroaree (prime cifre) e restringe il campo su località specifiche

Il CAP serve a raggiungere in modo capillare ciascuna abitazione: che sia accatastata in un piccolo e lontano paese o in un punto dei grandi suburbi urbani. Infatti, in alcune grandi e complesse città come Roma, Milano e Torino, il CAP varia a seconda del quartiere o della via. 

Comunque, il “sistema CAP” non è nato in Italia, dove invece le grandi espansioni urbane sono avvenute nel dopoguerra, quando molti quartieri italiani erano ancora ridotti a un cumulo di macerie. 

Chi ha inventato i CAP?

L’idea di un codice numerico per identificare le destinazioni postali nacque in Germania nel 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, per semplificare le operazioni di smistamento della corrispondenza di guerra. Il Regno Unito adottò un sistema simile nel 1959 con la creazione dei postcodes, seguito dagli Stati Uniti nel 1963 con il famoso ZIP Code. E in Italia?

Quando è stato introdotto il CAP?

La versione italiana di questo sistema di corrispondenza è il CAP (Codice di Avviamento Postale). L’Italia introdusse il proprio sistema di CAP il 1° luglio 1967, unendosi così a molti altri Stati nel mondo che sviluppavano metodi sempre più standardizzati per migliorare la logistica postale.

Come si spedivano pima le lettere?

Fino al 1967, prima dell’introduzione del CAP e dell’espansione urbana dei grandi centri, in Italia la posta veniva smistata esclusivamente in base al nome delle città e delle province, come avviene ancora oggi in diverse nazioni nel mondo. I centri urbani italiani cominciarono a espandersi dal dopoguerra fino al grande boom economico, anche perché dovevano accogliere le grandi ondate migratorie da Sud. Il CAP venne introdotto proprio nel picco massimo del miracolo economico italiano, mentre il vecchio sistema con i nomi di città e province diventava sempre più inefficiente. Nel frattempo, aumentava il volume di corrispondenze e arrivavano i primi sistemi di comunicazione informatica. 

Il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni introdusse così il CAP per migliorare la velocità delle consegne e facilitare il lavoro dei centri di smistamento, molti dei quali sono diventati oggi grandi hub che muovono investimenti nell’economia logistica immobiliare. Il CAP, che automatizzò per la prima volta i processi postali, riducendo errori e ritardi, si utilizza ancora oggi.

Come vengono assegnati i CAP?

L’assegnazione dei CAP segue criteri rigorosi e coordinate geografiche precise, come si fa in un archivio da consultare in modo comodo e veloce. Tuttavia, quei freddi numeri ci forniscono indizi che identificano un territorio specifico, e vanno letti come segue, da sinistra a destra:

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  • La prima cifra identifica la Regione Postale appartenenza: (esempio: 0 per Lazio, Umbria e Sardegna, 9 per la Sicilia).
  • La seconda cifra individua la Provincia.
  • Nella terza cifra, i valori possibili sono: 0, 1, 5, 8 e 9. Le cifre numero 1 e 9 indicano la città capoluogo, mentre le cifre 0, 5 e 8 identificano le località provinciali appartenenti alla provincia designata dalle prime due cifre. I capoluoghi di provincia hanno ricevuto un CAP che termina con 100, ad esempio Firenze (50100), Napoli (80100). Ma questi CAP generici sono stati aboliti con l’ultima riforma del 2006).
  • Con la quarta cifra il campo si restringe, perché identifica lo “stradale provinciale”, ovvero un insieme di località situate lungo la stessa direttrice di comunicazione. 
  • La quinta cifra. I numeri da 1 a 9 identificano le località dello “stradale” per raggiungere direttamente l’Ufficio di Recapito. Il numero 0, invece, indica un gruppo di località appartenenti allo stesso “stradale”. 

I CAP speciali e le eccezioni nelle ultime due cifre

La quarta e quinta cifra identificano la Zona CAP cittadina, ma in alcuni casi si possono individuare eccezioni e assegnazioni speciali

Per esempio, nei capoluoghi di provincia di dimensioni minori, come Latina, non è prevista una suddivisione in zona CAP. In questi casi la quarta e la quinta cifra del codice risultano “00”. 

Un’altra eccezione è rappresentata dalla città di Cesena, che pur non essendo capoluogo di provincia, è suddivisa in zona CAP. 

Inoltre, alcune località mantengono CAP speciali per motivi storici o logistici, come il Vaticano (00120) e San Marino (47890-47899).

Infine, bisogna considerare che nelle grandi città, ogni quartiere o via possiede un CAP dedicato.

Quanti CAP ci sono in Italia?

Attualmente, l’Italia ha oltre 16mila codici di avviamento postale, considerando sia i CAP di ogni quartiere delle città che quelli delle singole frazioni e località minori. L’elenco viene aggiornato periodicamente per tenere conto di nuove suddivisioni amministrative o esigenze logistiche. L’ultima grande revisione è avvenuta nel 2006, con modifiche nel 2009, 2020 e aggiornamenti annuali fino ad oggi.

Come trovare il CAP proprio?

Per ricercare il proprio CAP, si possono utilizzare diversi strumenti, quali:

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  • Siti ufficiali, come quello di Poste Italiane, che offrono motori di ricerca per trovare il CAP in base all’indirizzo.
  • Elenchi cartacei, ancora disponibili in alcuni uffici postali.
  • Motori di ricerca online e app di mappe stradali, che permettono di individuare rapidamente il codice corretto per qualsiasi località italiana.

Come si chiama il CAP all’estero?

Ogni Paese ha il proprio sistema di codici postali, con denominazioni e strutture differenti, che ancora oggi dobbiamo includere nelle corrispondenze verso l’estero. Tuttavia, in alcuni Stati (come il Giappone) le vie delle città sono suddivise in modo differente dal sistema europeo. Facciamo un breve viaggio attraverso i “CAP” nel resto del mondo:

  • Stati Uniti: ZIP Code (Zone Improvement Plan), con 5 o 9 cifre.
  • Regno Unito: Postcode, formato alfanumerico, specifico per quartieri e strade.
  • Francia: Code Postal, composto da 5 cifre.
  • Germania: Postleitzahl (PLZ), introdotto nel 1941, oggi con 5 cifre.
  • Giappone: usa un sistema a 7 cifre (es. 123-4567), con un’organizzazione degli indirizzi molto diversa rispetto all’Occidente. Le strade sono senza nome e gli indirizzi si basano su numeri di blocco e isolato. Quindi segue coordinate e mappe.
  • Hong Kong e Panama: qui i CAP non esistono e la posta viene distribuita basandosi solo su nomi di strade e distretti.


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