Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Mario Sabato – Financial & International Consultant – che sarà pubblicato sul prossimo numero del periodico di economia e finanza “Leasing Time Magazine” diretto da Gianfranco Antognoli.
L’acronimo Mena (Middle East & North Africa) viene utilizzato generalmente per riferirsi ad un’ampia regione geografica, estesa dal Marocco all’Iran e che comprende numerosi Paesi dalle economie, guide politiche e prospettive molto differenti. Paesi che rappresentano a volte sfide politiche e di business internazionale, con ben oltre 450 milioni di persone di potenziali consumatori.
La continua crescita demografica e la carenza strutturale di posti di lavoro, sommate alla veloce diffusione di mezzi di comunicazione di massa e social network, rappresentano il mix esplosivo, che i governi dei paesi del Mena region stanno cercando di controllare per lo più senza riuscirci completamente.
l’Italia in questo quadro viene percepita come un partner strategico per contribuire alla stabilizzazione sociale della regione, attraverso quello che sa fare meglio ovvero: fare impresa.
La struttura stessa del sistema produttivo in Italia, dove troviamo moltissime piccole e medie imprese (ie PMI) , con organici lavorativi contenuti, rappresenta un modello molto efficace nel Mena region, in quanto non invasivo ed assai flessibile.
Ecco quindi l’opportunità per le PMI Italiane di delocalizzare anche solo parzialmente all’estero la produttività e di contribuire si alla creazione di sistemi imprenditoriali all’estero, con eventuale scambio di know how e moderatamente anche di tecnologia, ma anche di ottenere ritorni economici a volte significativi.
Quanto precede anche grazie alle innumerevoli free zones fiscali che troviamo operative in vari paesi del Mena region (per citarne alcun rispettivamente in Marocco, Tunisia, Egitto etc) , aree create con fiscalità molto contenuta con l’intento di favorire insediamenti produttivi dall’estero.
Certamente scegliere la via dell’internazionalizzazione per una PMI non è semplice ma se tale via è ben organizzata, programmata e soprattutto supportata nel caso da reti d’impresa ovvero da istituzioni statali Italiane quali ad esempio Simest, Sace ed ICE-Agenzia (deputata quest’ultima anche alla promozione sui mercati esteri delle imprese italiane) i risultati di business saranno più semplici da ottenere.
Le modalità di presenza delle aziende Italiane sui mercati promettenti nel Mena region (od anche altrove all’estero) si possono articolare attraverso tre direttrici: esportazione diretta, indiretta oppure investimento produttivo.
Di norma le PMI si affacciano su un mercato estero prima come semplici esportatrici di beni e servizi e solo in un secondo tempo valutano un’eventuale presenza diretta locale.
Giova qui ricordare che la via del progetto ‘business internazionale’ per qualsiasi azienda Italiana, deve essere preceduta tassativamente da un piano strategico che dovrà essere adottato, peraltro da qualunque tipo di dimensionamento aziendale, per supportare tale progetto .
L’adozione di strategie di marketing ed il predetto piano strategico aiutano ad evitare insuccessi a volte costosi, nonchè ad ottenere il reale posizionamento sul mercato estero prescelto.
L’importanza di investire nel Mena region è sottolineata anche dagli investimenti ingenti già fatti al riguardo nell’area dalla Cina, che ha considerato strategico il territorio di riferimento tanto da divenire ormai da tempo il primo Paese esportatore di beni e servizi nella vasta area che ci occupa.
Si segnala che al primo posto per interesse delle imprese Italiane si trova la Turchia, cioè il Paese con la maggiore affinità economica e che si colloca ai primi posti nel rank Paesi Mena per capitali esteri ricevuti dal mondo in stretta competizione con l’Arabia Saudita.
Già oggi le imprese italiane più lungimiranti hanno mostrato interesse e preferenza nel business bilaterale anche con Paesi tipo Egitto, Tunisia e Marocco; si tratta di Paesi con scarse risorse sia di lavoro sia naturali ed assai strategici per il basso costo della mano d’opera e bassa fiscalità applicabile agli investimenti esteri, specie nelle locali ‘free zones’. Sono inoltre Paesi vicini all’Italia e quindi con costi di produzione ma soprattutto di locomozione in/out il nostro Paese assai contenuti.
La tendenza dell’export italiano si va anche espandendo verso alcuni Paesi ad alto reddito, lasciando ai già citati Paesi a medio-basso reddito, la preferenza per la creazione di JV’s produttive.
Tutti i prodotti Made in Italy si vendono bene nel Mena region ma tra i tanti vanno citati in particolare i prodotti in ceramica, i gioielli, i macchinari, il fashion ed anche le… armi.
Un ‘veicolo’ da esplorare per le PMI che incontrano maggiori difficoltà ad affrontare gli indubbi costi dell’export o della delocalizzazione produttiva, è l’e-commerce verso i Paesi del Medio Oriente in particolare: Arabia Saudita, Bahrein, EAU, Kuwait, Oman e Qatar con consumatori ormai abituati da molto tempo al commercio elettronico.
Da segnalare infine che l’importante crescita del ceto medio nel Mena region prevista nei prossimi 10 anni,(che si stima in oltre 100 milioni di consumatori potenziali) esprimerà una domanda crescente alla quale le aziende italiane possono rispondere con indubbi benefici e diventare quindi precisi punti di riferimento.
Conseguenza di quanto precede sarà anche l’incremento dell’urbanizzazione con possibile utilizzo di tecnici ed ingegneri
Italiani per opere infrastrutturali, come dire vi è spazio nel Mena region per ogni tipo di azienda italiana.
Mario Sabato
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