Ponte San Nicola riapre definitivamente. Il giorno da cerchiare sul calendario è sabato 22 febbraio, e questa volta senza stop and go. Una notizia molto attesa in città, resa dall’ufficio tecnico comunale nel corso dell’ultima seduta della commissione lavori pubblici. La responsabile del procedimento Elvira Mercurio ha assicurato ai componenti che le attività di messa in sicurezza e risanamento strutturale del “Morandi” beneventano termineranno secondo il cronoprogramma fissato in avvio. Ovvero venerdì 21 febbraio ultimo giorno di cantiere, l’indomani riapertura totale al transito.
Il sollievo
Una novità che farà sicuramente la felicità dei tanti utenti della strada che quotidianamente, per quasi due anni, si sono dovuti sobbarcare estenuanti peripli del viadotto attraverso le “forche caudine” di via Ponticelli. Sui social furoreggiano i commenti inviperiti di automobilisti in coda e mamme alla disperata ricerca di uno sblocco per accompagnare i figli a scuola. Disagi non derivanti da sadismo dell’ente municipale ma dalle esigenze espresse dai referenti del Consorzio Opus, ditta affidataria dell’intervento di messa in sicurezza dell’opera cruciale per i collegamenti tra il centro cittadino e il quartiere Capodimonte, realizzato da Anas tra il 1955 e il 1956 su progetto dell’ingegnere Riccardo Morandi, passato tristemente alla storia per il disastro genovese.
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Lavori durati quasi due anni, iniziati il 4 luglio 2023, e svoltisi secondo un calendario che ha alternato chiusure totali e riaperture parziali finalizzate a minimizzare i disagi. Il primo stop della transitabilità si protrasse dal 4 luglio al 30 settembre 2023. Alla ripresa delle attività scolastiche, Palazzo Mosti dispose la riapertura con percorrenza alternata e divieto per i mezzi pesanti dal primo ottobre al 30 maggio 2024. Quindi la nuova interdizione plenaria da giugno a settembre dello scorso anno e il conseguente sblocco parziale con senso unico alternato disciplinato da semaforo che sarà in vigore per l’appunto fino al 21 febbraio.
Gli interventi
L’importanza del cantiere, del resto, non lasciava molti margini. La necessità di intervenire fu certificata dalla commissione di esperti designata da Palazzo Mosti nel 2018 dopo il dramma di Genova, in considerazione della comune progettazione a firma dell’ingegnere Morandi. Il team di consulenti formato dagli esperti Edoardo Cosenza, Pietro Moretti e Maria Rosaria Pecce depositò nel 2019 una relazione nella quale si attestava «un certo deterioramento in alcuni punti della struttura dovuto all’azione degli agenti atmosferici, in particolare delle acque di piattaforma, non sempre ben regimentate».
«Le verifiche per carichi gravitazionali – si legge nella relazione finale – hanno evidenziato la potenziale capacità del manufatto, sotto le azioni del progetto originario, di sopportare anche i severi sovraccarichi accidentali previsti dalle norme tecniche del 2018. Tutto ciò, tuttavia, se non si dovesse tener conto della perdita di efficienza dell’opera a causa del degrado dovuto all’invecchiamento e al deterioramento, anche in considerazione della necessità di dover garantire un’ulteriore vita utile alla struttura e quindi di migliorare le condizioni dei materiali in termini di durabilità».
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I lavori di rinforzo strutturale in via di conclusione hanno riguardato, tra l’altro, il «ripristino corticale del calcestruzzo dell’impalcato con malte fibro-rinforzate», l’«impermeabilizzazione dell’impalcato e la razionalizzazione del sistema di smaltimento della acque meteoriche della piattaforma e delle acque all’interno del cassone», la «realizzazione di un sistema di precompressione esterna di supporto per integrare le perdite di precompressione delle guaine nei tratti inclinati», nonché «l’intervento di stabilizzazione delle fondazioni mediante riempimento dei vuoti presenti in corrispondenza delle nervature». Si è inoltre intervenuti sui vistosi avvallamenti presenti nella zona centrale dell’impalcato, dei quali risentivano anche i marciapiedi.
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