Baresani risponde a Morelli: «Le donne belle over 40 sono tristi? Da commedia anni Sessanta»

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di
Camilla Baresani

La scrittrice commenta la presunta infelicità femminile per gli anni che passano:«Il canone di bellezza è stato inventato dai maschi a proprio favore. Barbra Streisand e Lady Gaga sono affascinanti»

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«Il dramma delle belle» è un po’ la versione al femminile di «Anche i ricchi piangono. Tra tanti accadimenti di ben più rilevante importanza, nei giorni scorsi, sullo sfiorire delle belle donne con relativi contraccolpi psicologici c’è stato lo spazio per una casuale sincronia tra il pensiero dello psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli e quello della giornalista Stella Pende. Ovvero: «Sa chi è più infelice dopo i 40 anni? Le donne belle. Non ricevono più complimenti» (Morelli, in un’intervista a Stefano Lorenzetto), e «Il passare del tempo è feroce. Ti appanna le energie e le passioni e ti ruba il corpo. Una tortura che capita particolarmente alle donne in qualche modo attraenti. Le racchie, non si sa perché, col tempo migliorano» (Pende, in una lettera al Corriere della Sera). 

Noi eravamo rimasti fermi al più consolatorio: «Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace», e questo poi soprattutto in tempi in cui il successo e la rilevanza si sono aperti anche a minoranze e maggioranze diverse dalla nostra. Se un tempo lo standard di bellezza femminile era eurocentrico, oggi c’è un tale ventaglio di gusti tra la donna bionica trumpiana, tutta seno, boccoli e tacchi, e il canone latinoamericano, orientale, africano, che definire la bellezza è quanto mai ardito. Per giunta, come aveva genialmente notato il celebre psicoanalista junghiano Aldo Carotenuto, il canone di bellezza femminile è stato inventato dai maschi a proprio favore. 




















































Chi mai ha dato peso alla bruttezza di Onassis, di Trump, di Agnelli? Pende usa un termine che fa parte dell’armamentario maschile, ormai anche un po’ desueto. La racchia. Come sgualdrina, puttana, meretrice, zitella non esiste un maschile per questi appellativi poco riguardosi. Agnelli, se giudicato con i canoni che attribuiamo alle donne, era racchio. Zoppo, col nasone, tartarugoso. Onassis troppo basso, cecato, nasone pure lui. Trump sproporzionato, con quei capelli assurdi, e anche panzone. Indubbiamente dei racchi, ma il termine non c’è. Del resto, esiste lo scapolo d’oro, ma non c’è la zitella d’oro; anzi, di solito la zitella è racchia. Io lo sentivo dire nei lontani anni Sessanta a proposito di certe zie professoresse che non si erano mai sposate. Poverina, è zitella, cosa ci vuoi fare, è racchia. 

Poi, per fortuna, il mondo è cambiato. Non sposarsi è diventato un’affermazione di indipendenza, o comunque una scelta più che dignitosa, non un ripiego. E le zitelle sono uscite di scena. Stessa cosa per le racchie, perché poi s’è capito che per definire il fascino emanato da una donna c’entrano anche il portamento, lo stile, la conversazione, l’uso di mondo, il successo nel lavoro. 

Barbra Streisand forse era non bella, ma indubbiamente affascinante. Lady Gaga, manco a dirlo. E, a seguire le considerazioni di Morelli e Pende, Rossy de Palma, col suo viso poco canonico sarà forse trionfante nonostante l’età, mentre Inès de la Fressange è cascata nel buio della depressione? Sempre a proposito del termine racchia, la versione meridionale è cozza, pure declinato solo al femminile. 

E se vogliamo restare nel campo dei molluschi, di maschi zitelli e magari pure racchi ma indomiti e fascinosi, si dice: «È uno scoglio che non fa patelle». Cioè: lui è lo scoglio e nessuna patella riesce a incollargli le sue ventose (e sposarlo, va da sé, incastrandolo per sempre). C’è poi da dire che il presunto dramma delle belle che non ricevono più complimenti e comunque imbruttiscono è molto legato alle commedie degli anni Sessanta. 

La moglie bella ma ormai passée, in balia delle corna del marito cumenda che la tradisce con la giovane segretaria. Ormai quarantenne, sola, nel villone brianzolo, tradita, e tirannizzata da parrucchieri, visagisti e chirurghi plastici che promettono la riconquista dell’amato bene a forza di lifting e colpi di sole.

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9 febbraio 2025

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