Vandalizzata con tre scritte la foiba di Basovizza. Meloni: “Oltraggio alla nazione, non resterà impunito”

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Tre scritte con la vernice rossa, in lingua slava, sono comparse stamani alla foiba di Basovizza, una delle quali è “Trst je nas” (Trieste è nostra) e un’altra “Trieste è un pozzo”. La terza, tradotta, è “Morte al fascismo libertà al popolo” (“Smrt Fasizmu Svoboda Norodom”). Segue anche un numero, “161”. Nel 1945 furono occultati all’interno del pozzo di Basovizza un numero imprecisato di cadaveri di prigionieri, militari e civili uccisi dai militari dall’esercito di liberazione jugoslava.

Le scritte sono apparse nella notte e sono state rinvenute stamane verso le 6 da alcuni addetti giunti alla foiba per iniziare l’allestimento dei palchi per la cerimonia solenne in programma lunedì. Oggi alla foiba di Basovizza e al Centro documentale è in visita una scolaresca della provincia di Catania. Presenti anche la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, e l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia Fabio Scoccimarro.

“La foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito”, afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il presidente del Senato Ignazio La Russa parla di “atto inaccettabile e di un’ offesa alla memoria e al dolore di un’intera comunità”.

“Basta con questi atti brutali, provocatori e intolleranti. La memoria delle vittime delle foibe deve essere rispettata, i morti si ricordano e si piangono”, dichiara la deputata democratica, Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd.

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