Unical, nuove polemiche sull’emendamento che proroga il mandato del Rettore Leone

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Una lettera aperta è stata inviata dai professori onorari dell’Università della Calabria, Antonello Costabile e Domenico Cersosimo, a tutta la comunità dei docenti dell’ateneo in merito alla proposta di due senatori di Forza Italia, Daniela Ternullo ed Adriano Paroli,  presentata come emendamento al “Milleproroghe”, di prorogare fino al 31 ottobre 2027 il mandato dell’attuale Rettore Nicola Leone, la cui scadenza naturale sarà il prossimo 31 ottobre 2025. I due docenti lo ritengono un fatto grave che mina l’autonomia dell’università di Arcavacata. Riportiamo il testo integrale della lettera.

“La lettura dell’emendamento dei senatori Ternullo e Paroli, che propone di fatto la proroga di due anni – dal 31 ottobre 2025 al 31 ottobre 2027 – del mandato del Rettore dell’Unical, ci ha lasciato stupefatti e sentiamo il dovere, per la storia e per le prospettive della nostra Università, di comunicare che riteniamo tale proposta una profonda lesione dell’indipendenza del nostro Ateneo e della sua stessa credibilità di prestigioso e autonomo presidio scientifico e sociale. La proroga biennale, per legge, del mandato rettorale rappresenterebbe, comunque la si voglia intendere, un “commissariamento” dell’Unical: infatti, la fonte di legittimazione democratica del Rettore passerebbe dal corpo elettorale dell’Ateneo (docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti) direttamente alla politica nazionale, stravolgendo le regole elettorali che presiedono a tale incarico. Si tratterebbe, dunque, di un grave vulnus istituzionale, di una sospensione immotivata del diritto della comunità accademica di scegliere, attraverso il voto, il proprio Rettore; un precedente che riguarda peraltro soltanto la Calabria (in Molise, l’altra regione potenzialmente interessata dall’emendamento, l’Università ha già convocato le elezioni per eleggere prossimamente il Rettore) e che potrebbe avere, in futuro, ripercussioni negative sull’intero sistema universitario nazionale.

Non sono chiare le ragioni che spingono i due senatori, del tutto estranei alle vicende politiche e sociali della nostra regione, a proporre tale proroga. Nell’emendamento si fa intravedere una confusa connessione tra la proroga, il Piano di rientro dal disavanzo sanitario e la presenza in regione di una Facoltà di Medicina e Chirurgia, senza tuttavia illustrare le ragioni sottostanti a tale presunta connessione funzionale. A leggere l’emendamento, sembra che l’ipotetico nesso non sia altro che un semplice espediente per provare a “giustificare” la continuazione del mandato elettorale oltre la sua scadenza naturale. D’altro canto, anche se fosse comprovata la bontà del nesso, la proroga del Rettore sarebbe sostanzialmente inutile, dal momento che il Corso di Medicina dell’Unical, avviato lo scorso anno accademico, continuerebbe in ogni caso ad operare senza alcuna interruzione e, dunque, a fornire il suo potenziale “aiuto” alla risoluzione dei molteplici problemi della sanità calabrese.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Perché, allora, questa necessità di confermare il Rettore per altri due anni, sospendendo così l’ordinario processo statutario dell’Unical? Se l’intento è quello di valorizzare a tutto tondo le qualità del prof. Leone –  che, per inciso, abbiamo entrambi appoggiato nella campagna elettorale del 2019 e che uno di noi ha sostenuto per anni come suo delegato – per affrontare al meglio, grazie al suo determinante contributo, la disastrata situazione sanitaria regionale, ci sono altre vie percorribili alla scadenza del suo attuale incarico (ad esempio, all’interno della struttura commissariale oppure con altri incarichi di prestigio), senza bisogno di ricorrere ad una proroga. Nelle democrazie, vale la pena rammentarlo, la forma (che oggi nell’Unical consiste nella possibilità degli elettori di valutare con il loro voto l’operato di chi ha governato e di scegliere il nuovo rettore, a maggior ragione dopo anni che hanno visto profondi cambiamenti nell’assetto dell’Ateneo) coincide con la sostanza. Nel nostro caso, cedere su questo principio significherebbe rinunciare alla nostra autonomia e diventare dipendenti dal potere politico, come pure è accaduto in diverse università italiane, con esiti nefasti.

Per tali ragioni, siamo fiduciosi che il Rettore possa rassicurare l’intera comunità Unical sull’estraneità del nostro Ateneo alle manovre politiche che tendono a ledere l’autonomia dell’Università. Così come auspichiamo che il Rettore, nella malaugurata ipotesi che l’emendamento diventi legge, si dissoci formalmente dalla sua applicazione, dichiarando la sua indisponibilità al prolungamento per altri due anni della sua carica e, di conseguenza, avviando nel tempo previsto le procedure per l’elezione del nuovo rettore, così da difendere la qualità dei processi democratici, la dignità e la reputazione dell’Unical.

Il buon nome dell’Unical e i traguardi ambiziosi raggiunti, che il prof. Leone ha contribuito significativamente a rafforzare ed estendere nel suo sessennio rettorale, non possono essere danneggiati da norme che colpiscano la sua autonomia decisionale. L’indipendenza nel campo della ricerca, dell’insegnamento e dell’impegno sociale non esprime superbia intellettuale né ostilità preconcetta verso altri soggetti, bensì il suo opposto, cioè la ferma convinzione che solo nella distinzione e nell’autonomia degli attori pubblici, dei loro compiti e poteri, sia possibile perseguire forme di collaborazione e cooperazione inter-istituzionale efficaci, per affrontare nella maniera più congrua le diffuse e strutturali criticità sociali e istituzionali che frenano il progresso della Calabria”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale