“Una nuova era della difesa europa”, von der Leyen invita a spendere di più

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È l’inizio di “una nuova era nella difesa europea“. Lo ha assicurato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in conferenza stampa congiunta con il premier polacco Donald Tusk, in occasione della visita del Collegio dei Commissari a Danzica, in Polonia, Paese che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue e che l’ha incentrata proprio sulla sicurezza.

“Negli ultimi tre anni – ha continuato la capa dell’esecutivo del blocco – abbiamo aumentato la nostra produzione nella difesa, ma non basta. Dobbiamo fare di più, spendere di più, spendere meglio e spendere insieme“. Per raggiungere questo obiettivo, l’esecutivo Ue sta “preparando un Libro Bianco sulla difesa europea, che sarà presentato entro metà marzo”, ha confermato von der Leyen.

“La guerra moderna richiede scala, tecnologia e coordinamento, troppo grandi perché uno qualsiasi dei nostri Stati membri possa gestirli da solo”, ha spiegato la presidente della Commissione aggiungendo che serviranno più cooperazione, più finanziamenti, una legislazione più semplice e più innovazione.

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” Abbiamo discusso al Consiglio europeo informale la possibilità di dare più spazio ai bilanci nazionali per aumentare la spesa per la difesa e combattere le minacce ibride”, ha ricordato la tedesca specificando che “potremmo aver bisogno di finanziamenti europei comuni e di maggiori finanziamenti dalla Banca europea per gli investimenti, come anche dal settore bancario privato”.

Preparazione e minacce ibride

Un discorso che va a braccetto con la preparazione alle crisi, il secondo punto di cui von der Leyen ha parlato: “La preparazione deve guidarci in tutte le nostre azioni per affrontare in modo proattivo l’intero spettro di minacce. Sulla base del rapporto Niinistö, proporremo presto una strategia dell’Unione, perché la preparazione significa anche affrontare le minacce ibride”.

Immigrazione come ‘arma’

Tra queste, l’uso dell’immigrazione come ‘arma’ da parte della Bielorussia, stretta alleata della Russia per non dire sua appendice benché formalmente si tratti di uno Stato indipendente. Si tratta di “una sfida europea, quindi ha bisogno di una soluzione europea”, ha detto von der Leyen, precisando che non è un problema solo polacco.

Dunque la Commissione europea, ha evidenziato la capa dell’esecutivo dell’Unione, “ha già iniziato a finanziare la Polonia” per rafforzare il confine orientale e “sta guardando” ad ulteriori finanziamenti.

“Accelerare” i rimpatri

Quanto al tema più generale dell’immigrazione, Tusk, parlando anch’egli in conferenza stampa, ha evidenziato che la Polonia “ospita oggi quasi 2 milioni di rifugiati dall’Ucraina, cosa che ci mette in una posizione molto particolare. Ho detto molto chiaramente che siamo pronti a collaborare con chiunque per proteggere l’Europa dall’immigrazione illegale, ma la Polonia non è pronta ad accettare oneri aggiuntivi”. “Ho ripetuto a Ursula von der Leyen che non applicheremo il patto” Ue sulle migrazioni, “che aumenterà il numero dei migranti in Polonia”, ha aggiunto Tusk. Nel Paese si terranno le elezioni presidenziali nella prossima primavera.

A tal proposito, la Commissione prepara una “proposta” volta ad “accelerare” i rimpatri di coloro che non hanno diritto a restare nel territorio dell’Ue, ha annunciato la presidente. “Dobbiamo guardare – ha affermato – ai migranti irregolari che si trovano qui nell’Ue e che non hanno alcun diritto di restare”. In seguito ad “una decisione negativa riguardo ad una richiesta di asilo, devono tornare nel loro Paese. Presenteremo una proposta per velocizzare questi rimpatri nell’Ue”, ha concluso sul tema.

“Il Mar Baltico ha bisogno di protezione”

Il premier polacco ha anche portato l’attenzione sul Mar Baltico, dove negli ultimi mesi si sono moltiplicate sospette rotture di cavi sottomarini, offrendo un altro esempio di minaccia ibrida. “Dobbiamo rendere il Mar Baltico più sicuro, contro la flotta ombra” di petroliere usata dalla Russia “che ha operato qui per qualche tempo, distruggendo le nostre infrastrutture sottomarine”, ha affermato.

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Ogni infrastruttura è un potenziale obiettivo, ha continuato. “Il Mar Baltico ha bisogno di protezione, non solo da parte della Nato, cosa che abbiamo già, ma necessita anche di decisioni specifiche, che permettano ai Paesi di assicurare la protezione delle nostre acque territoriali”, ha concluso.

“Sui dazi l’Ue risponderà in modo fermo”

Sicurezza e immigrazione non sono gli unici temi trattati in conferenza stampa, in un periodo in cui il secondo mandato di Donald Trump come presidente Usa è iniziato in modo a dir poco dirompente. Von der Leyen infatti ha fatto esplicito riferimento alla nuova amministrazione statunitense, sottolineando la volontà di “mantenere forte la partnership transatlantica. Non solo per i nostri legami storici. Ma perché è semplicemente un business intelligente”, ed è “fondamentale per promuovere la pace, la sicurezza e la prosperità”.

Sui dazi imposti e sospesi da Trump contro Canada e Messico e più volte minacciati verso l’Europa, von der leyen ha chiarito che “aumentano i costi per le imprese, danneggiano i lavoratori e i consumatori”, perché “fanno lievitare i prezzi”, quindi Ue e Usa dovrebbero cercare “soluzioni comuni”, ma “in caso di misure arbitrarie”, l’Ue “risponderà in modo fermo”.

Sul clima rimangono gli obiettivi, ma vince il pragmatismo

I due leader politici hanno parlato anche di clima. “Come hai detto Donald, sugli obiettivi, restiamo fermi, l’Europa mantiene la rotta sul suo obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. Ma su come arrivarci, sulla strada da seguire, dobbiamo essere flessibili, dobbiamo essere pragmatici”, ha chiarito la presidente della Commissione.

Tusk a sua volta ha affermato che “nessuno mette in dubbio il fatto che il cambiamento climatico provoca disastri naturali, ma nello stesso tempo la nostra azione per proteggere il clima non può danneggiare le famiglie e i cittadini”. Perciò la tutela del clima, ha aggiunto, “non può comportare oneri sproporzionati, che non sono compresi, che sono dannosi alla competitività delle imprese europee, che minano gli standard di vita delle famiglie europee”.

E riguardo uno dei settori più interessati dalle normative del Green Deal, ovvero la siderurgia, cuore dell’industria pesante, von der Leyen ha annunciato che lancerà l’avvio di un “dialogo strategico“, sul solco di quello già avviato per l’automotive.

“Ho appena lanciato un dialogo strategico con il settore automotive, anche per chiedere loro che cosa possiamo fare per sostenerli. Farò lo stesso molto presto con il settore dell’acciaio, che si trova sottoposto ad una enorme pressione”, ha concluso.

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