Stop navi Santa Teresa-Bonifacio, il porto di Longonsardo è un fantasma: zero traffico e zero affari

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Santa Teresa Gallura In banchina non c’è alcuna nave e all’orizzonte, in avvicinamento, si vede solo una piccola barca azzurra che solca un mare calmo: a bordo alcuni pescatori del paese con il loro bottino. È tutto tranquillo e, a parte una leggera brezza che muove l’aria e pochi lavoratori in giro, il movimento è pari a zero. Nessuno in attesa di salpare per la Corsica. Né macchine né camion.

Il porto di Santa Teresa Gallura è nel pieno del suo inverno commerciale, dovuto alla troppo prolungata assenza della nave che operava sulla tratta per Bonifacio. Un inverno che coinvolge, con effetto a catena, diverse attività e lavoratori del paese che su quella tratta basavano i propri affari. Di normale, per la stagione, c’è solo la quiete che regna in fondo al porto-fiordo, tra le imbarcazioni turistiche e i negozi del complesso commerciale, tutti chiusi in attesa di rifiorire a primavera.

Gemelle separate Ciò che una volta era considerato un mercato robusto e stabile, oggi sta cedendo spazio alla difficoltà di mandare avanti la propria attività e, nel peggiore dei casi, alle chiusure, si spera, temporanee. Lavoratori avvezzi a fare la spola quotidiana tra le due isole, autotrasportatori e ambulanti sono forse le categorie più penalizzate dall’assenza della tratta. Eppure, a soffrire parecchio sono anche titolari di bar e proprietari di b&b, ai quali, soprattutto gli autotrasportatori si appoggiavano in caso di maltempo, e che hanno visto calare drasticamente le presenze in terra gallurese. «Lui è il più arrabbiato di tutti», dice un cliente abituale del bar della stazione marittima, indicando il gestore, Gianni Pittalis. «Non c’è nessuno, siamo preoccupati. Di entrate ce ne sono poche, ma noi dobbiamo comunque pagare l’affitto del locale». L’attività che dovrebbe sostentare tre famiglie. Fino a fine ottobre, il porto di Santa Teresa era un pullulare di persone e mezzi, un andirivieni, supportato dalla nave Ichnusa, che durava fino alle sette di sera, quando si preparava a partire l’ultima nave giornaliera per la Corsica. Ora, invece, anche la biglietteria è deserta, benché allo sportello della Moby ci sia sempre l’operatore, pronto a staccare biglietti per la Zaza, che opera, in maniera poco affidabile, sulla tratta alternativa Golfo Aranci-Porto Vecchio.

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«Il problema è che non funziona nemmeno quella – continua Pittalis – e non viaggia tutti i giorni». E così, i lavoratori pendolari, i commercianti e gli autotrasportatori costretti a ripiegare su quella rotta, continuano ad avere disagi. Più avanti, procedendo verso la parte più turistica del porto, dove riposano gli yacht, Andrea, uno dei pescatori della piccola barca azzurra, racconta anche un altro volto del commercio della zona. «Molti corsi preferiscono pagano 14 euro di biglietto e vengono qui perché i supermercati sono molto più convenienti. Qualche tempo fa, l’Eurospin in fondo, in certi orari, lo avrebbe trovato pieno». Per non parlare del mercato cittadino del giovedì, a cui prendono parte anche ambulanti provenienti da fuori paese e dove i corsi acquistavano i prodotti dell’agroalimentare sardo, soprattutto formaggi.

La politica Al di fuori dell’agroalimentare, però, Gianni Usai, imprenditore locale ed ex coordinatore di Unidos a Santa Teresa, spiega che anche altri due settori stanno risentendo molto dell’assenza della tratta diretta per Bonifacio. «C’è sempre stato un grande movimento di materiali per le costruzioni verso la Corsica – racconta – dal cemento al legname, dagli infissi alle rubinetterie. Per non parlare della ristorazione con il food and beverage e delle forniture alberghiere. Ci sono aziende locali che stanno avendo problemi». Per questo, Usai si è sempre battuto per avere navi efficienti. «Purtroppo – continua – la precedente amministrazione regionale è stata assente e ora ne paghiamo le conseguenze».

Tuttavia, l’attuale assessora ai Trasporti con la sindaca di Santa Teresa Nadia Matta, sono riuscite a trovare una soluzione. «Il merito, se la Liburna entrerà effettivamente in servizio, sarà il loro», conclude Usai. I teresini, però, dovranno avere ancora un po’ di pazienza. La Liburna, finora operante tra la costa toscana e l’Elba, dovrà superare rigorosi controlli per l’autorizzazione a navigare in acque internazionale tra le Bocche di Bonifacio. Qualche novità dovrebbe arrivare a fine febbraio.



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