Piattaforma Finanza Sostenibile UE: ecco le 5 proposte per semplificare la rendicontazione ESG

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Arrivano le proposte della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile dell’UE (PSF) per ridurre gli oneri di rendicontazione ESG all’interno del pacchetto Omnibus che la Commissione europea pubblicherà il prossimo 26 febbraio. Cinque in particolare sono le indicazioni fornite dal gruppo di esperti incaricato dalla istituzione UE di fornire consulenza sullo sviluppo delle politiche di finanza sostenibile nel rapporto presentato. Stando a quando riportato, tali proposte potrebbero portare a una riduzione di oltre un terzo degli oneri di rendicontazione in ambito di Tassonomia UE per le imprese e a una semplificazione significativa per gli istituti finanziari.

L’obiettivo è quello di rendere più accessibile e comprensibile l’allineamento alla tassonomia, consentendo alle imprese di concentrarsi su azioni concrete per la sostenibilità, piuttosto che perdersi in adempimenti complessi.

Finanza green: con la tassonomia UE si cambia marcia

La Tassonomia UE, introdotta nel 2022 e successivamente ampliata nel 2024, è uno strumento fondamentale del Piano d’azione UE per la finanza sostenibile. Essa fornisce un quadro di riferimento per classificare le attività economiche in base al loro contributo a obiettivi ambientali specifici, che includono la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile delle risorse idriche e marine, la transizione verso un’economia circolare, la prevenzione dell’inquinamento e la protezione della biodiversità. La revisione annunciata dalla Commissione Europea mira a rendere questo strumento più accessibile e meno oneroso per le imprese, incentivando una maggiore partecipazione e un più efficace orientamento degli investimenti.

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Le proposte del PSF per un sistema più accessibile e coerente

A seguito di un’ampia revisione delle pratiche di mercato, dei progetti pilota e del feedback degli stakeholder, tra cui investitori, banche, assicuratori, aziende, PMI, revisori e consulenti, il rapporto identifica le aree chiave di miglioramento, tra cui semplificazione, accesso ai dati e coerenza normativa. Basandosi su lavori precedenti, comprese le raccomandazioni sui dati e l’usabilità (2022) e il compendio delle pratiche di mercato (2024), il rapporto fornisce raccomandazioni mirate alla Commissione Europea. Il documento propone cinque misure principali per semplificare la rendicontazione della tassonomia:

  1. Raffinare la valutazione e gli obblighi di rendicontazione del principio “non arrecare danno significativo” (DNSH) distinguendo tra utenti (entità non finanziarie vs. finanziarie), usi (fatturato vs. spese in conto capitale) e aree geografiche (esposizioni UE vs. non UE).
  2. Introdurre un principio di materialità applicabile a tutte le entità, soglie di materialità per tutti gli indicatori chiave di performance (KPI) delle società non finanziarie e una valutazione DNSH semplificata per il KPI del fatturato. Inoltre, chiarire il calcolo dei KPI relativi alle spese operative (KPI OpEx) limitandone l’ambito obbligatorio alla ricerca e sviluppo (R&S).
  3. Definire linee guida chiare per l’uso di stime nel quadro della tassonomia e stabilire “porti sicuri” per la rendicontazione del settore finanziario.
  4. Consentire proxy e stime su tutte le attività nel contesto del Green Asset Ratio (GAR) e del Green Investment Ratio (GIR), introducendo al contempo una valutazione al dettaglio semplificata e un denominatore ridotto per le classi di attività misurabili in modo rigoroso rispetto alla tassonomia.
  5. Sviluppare approcci semplificati e volontari per le piccole e medie imprese (PMI), nonché per banche e investitori, per integrare la tassonomia nelle loro informative.

La tassonomia UE semplificata: un passo avanti, ma con alcune riserve

La revisione della Tassonomia UE rappresenta un’opportunità cruciale per snellire un apparato normativo ambizioso ma complesso. Le proposte del PSF, se implementate con lungimiranza, possono tradursi in un sistema più efficiente e accessibile, capace di mobilitare capitali privati verso investimenti realmente sostenibili.

Tuttavia, semplificazione non deve significare superficialità. È fondamentale che i criteri DNSH mantengano la loro integrità, evitando di legittimare operazioni di greenwashing. Altrettanto importante è che le PMI, spina dorsale dell’economia europea, ricevano un supporto adeguato per affrontare la transizione ecologica, senza essere soffocate da adempimenti burocratici eccessivi.

La sfida dell’UE è ambiziosa: coniugare rigore scientifico e pragmatismo, per costruire un futuro in cui crescita economica e tutela ambientale non siano più in antitesi, ma due facce della stessa medaglia. La Tassonomia, così riformata, può essere uno strumento prezioso per raggiungere questo obiettivo.



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