Caro Direttore,
per chi come me almeno dal 2010, compreso alla vigilia della morte di mio padre agonizzante, ha partecipato attivamente ai tavoli di salvaguardia per gli uffici giudiziari, dove con la chiamata a raccolta dell’allora presidente dell’ordine forense Tedeschi di tutti i parlamentari delle forze politiche in campo, si studiavano strategie normative e tattiche per coltivare unitariamente e trasversalmente e senza possibili dannose contrapposizioni, la salvaguardia degli uffici giudiziari dinanzi a governi tecnici storicamente ostili, ieri è stato un anomalo pomeriggio… questione di metodo…. non che non fosse nell’aria… forze politiche che strambano deviando dal binario storicamente impostato ed improvvisamente non più riconosciuto senza alcun motivo valido o quantomeno palesato e ognuno che se ne va per conto suo, ideologizzando politicamente e gettando nel caos una battaglia che invece, in questa trappola non doveva caderci… Strano pomeriggio!
Ho dovuto ascoltare con mano il nulla cosmico… altro che coltivatori di nuvole! Nessuno degli autorevolissimi presenti ha saputo indicare apertamente il perché non siamo rientrati nel Milleproroghe in attesa della legge di riforma della geografia giudiziaria, una strada efficace e coerente con il poco tempo che rimane ai nostri uffici giudiziari… perché?
Per Direzione Sulmona e me è invece indispensabile che una proroga arrivi già lunedì, magari con un emendamento del relatore o del governo, ancora possibile, quando inizierà la discussione al Senato della legge di conversione del Milleproroghe. Altrimenti è chiaro che ci riterremo liberi, alle porte della campagna elettorale, di percorrere la strada più vitale per Sulmona: cosa mai potremmo dire agli elettori di questo schieramento e a noi stessi? Fidatevi! …essù! Mica tutte menti deboli! A me personalmente, tu lo sai – che con lo sciopero della fame ho ottenuto l’ascolto dell’allora Ministro alla Giustizia Cancellieri al cui tavolo, me presente, insieme al sindaco Giuseppe Ranalli, a Gabriele Tedeschi e a tutti i parlamentari del territorio venne impostato per la prima volta il sistema della proroga per evitare la chiusura, soluzione alla quale dimostrai immediatamente la mia contrarietà visto che, dopo tanto autentico sacrificio, pensavo che il passo indietro sul massacro delle articolazioni di Giustizia potesse meritare già da allora un gesto deciso e definitivo. Interessa contribuire alla formazione di un programma vero sugli argomenti che, per chi è osservatore attento della realtà che vive, francamente dovrebbero essere già noti… E poi, che si colgano da subito e senza indugio, celato come ieri dal velo del mistero, gli obiettivi di salvaguardia e tutela degli uffici giudiziari mai come ora davvero a portata di mano.
Dei partiti storicamente deboli solo a Sulmona ma fortissimi altrove non ce ne facciamo un granché se non sono in grado, anche soprattutto, in questa occasione di sostenere, argomentare e rappresentare da forze di governo nazionale quali sono, le ragioni di una Città territorio come Sulmona anche e soprattutto per il mondo del lavoro, e contemporaneamente anche con il tribunale e la procura, per preservarne il carato di Città, così come gli stessi hanno invece dimostrato di accoglierle quando abbiamo dovuto lungamente lottare per il mantenimento a Sulmona del punto nascita in un ospedale di primo livello.
E poi, in ultimo, Direttore, aver dovuto assistere al disturbo e all’aggressione verbale* che hai ricevuto mentre facevi il tuo lavoro mi ha dato la misura involutiva del mondo misero che viviamo.
Qualcosa mi tormenta: l’esercizio dell’ affidamento nella rappresentanza è materia assai delicata per chi crede nel processo democratico autentico e vivificante… Sorge spontaneo il dubbio che i padri costituenti avessero in mente i teatrini sguarniti di contenuto che siamo costretti ad osservare, impotenti, di questi tempi.
Elisabetta Bianchi
*Ieri nel corso della conferenza stampa della presentazione del candidato sindaco Tirabassi, celebratasi dopo oltre due ore di “comizio”, alcuni dalla platea hanno inveito nei confronti del direttore de Il Germe e più in generale della stampa perché stava facendo “troppe domande”. Un comportamento stigmatizzato dal candidato Tirabassi, ma che ha davvero lasciato basiti – ci sia concesso – chi si trovava lì semplicemente per fare il suo lavoro.
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