#ISRAELHAMASWAR. Raid IAF sul Libano a 20 km e 70 km dal confine. La Siria attacca i villaggi al confine con il Libano. Il piano per sfollare Gaza prosegue secondo i piani di Katz

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Firmato da Trump un ordine esecutivo che impone sanzioni contro la Corte penale internazionale. La decisione nasce dalle accuse mosse alla Corte di cattiva condotta contro Stati Uniti e Israele. L’ordine impone sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti ai funzionari della Corte penale internazionale e ai loro familiari che hanno contribuito alle indagini contro cittadini statunitensi o loro alleati.

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Il segretario di Stato americano Marco Rubio a sostegno del piano di Trump di sfollare due milioni di abitanti da Gaza ha detto: “la Striscia di Gaza è ormai inabitabile”. 

Il presidente degli Stati Uniti ha consegnato al primo Ministro Benjamin Netanyahu le chiavi della Casa Bianca. Un consigliere dell’ufficio di Netanyahu ha pubblicato una foto del cercapersone dorato che il primo ministro israeliano ha regalato a Trump. Il cercapersone simboleggia la decisione che portò alla svolta decisiva della guerra e divenne il punto di partenza per la distruzione del morale di Hezbollah. 

Secondo Donald Trump: “L’Arabia Saudita non cercherà la creazione di uno Stato palestinese in cambio della normalizzazione dei rapporti con Israele”. A smentirlo il principe ereditario Bin Salman. Netayahu ha detto a Channel 14: “I sauditi possono creare una Palestina in Arabia Saudita, hanno un sacco di terra laggiù”.

La Croce Rossa supervisionerà uno scambio al confine, dove le tribù libanesi consegneranno i 3 combattenti siriani, tra cui un cadavere. In cambio, i 14 civili libanesi rapiti dalle loro case nella città di confine sciita in Siria, tra cui donne e bambini, saranno liberati.

Secondo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, domenica prossima l’esercito israeliano lascerà completamente l’asse Netzarim. Sabato Hamas ha consegnato il quarto gruppo di prigionieri.

The Jerusalem Post ha raccolto le dichiarazioni in Israele dei contrari al progetto di Trump di sfollare due milioni di abitanti da Gaza. Il giornalista israeliano Uri Misgav: “Non ci sarà alcuna deportazione da Gaza e l’America non costruirà lì una Riviera. Non c’è nessun piano, nessun lavoro preparatorio, nessun beneficio e nessuno che accetterà due milioni di palestinesi sulla sua terra. Non siamo ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Trump balbetta senza senso perché è il suo modo di fare. In passato ha anche suggerito di costruire alberghi in Corea del Nord invece di missili nucleari. Siamo abbastanza vecchi da ricordare come una volta in un incontro con Netanyahu balbettò sull’annessione della Cisgiordania da parte di “Israele”. Urich twittò: “Imporre la sovranità fino a domenica da allora sono passate molte domeniche”.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha affermato che Spagna, Irlanda, Norvegia e altri paesi sono “legalmente obbligati” ad accogliere i rifugiati palestinesi sfollati. Tra le dichiarazioni del giorno il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di essere pronto a porre fine alla guerra a Gaza se i leader di Hamas lasceranno il potere e “andranno in esilio”, riferisce Axios citando fonti. Secondo loro, il movimento palestinese non è pronto a sciogliersi.

Il ministro della Difesa Katz ha convocato l’intero vertice dell’apparato di sicurezza israeliano per discutere il piano per consentire ai residenti di Gaza di andarsene volontariamente. Dopo aver distrutto Gaza, demolendo letteralmente intere città e quartieri, ora chiedono ai palestinesi di andarsene “volontariamente”.

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Il Ministro degli Esteri egiziano, Sameh Hassan Shoukry invece ha puntato sulla ricostruzione per i palestinesi:” È necessario prepararsi per attuare programmi di recupero e ricostruzione tempestivi a Gaza in modo da garantire la sopravvivenza dei palestinesi nella loro terra”. 

Il Segretario generale dell’Iniziativa Nazionale Palestinese, Mustafa Barghouti: “Le reazioni arabe e internazionali che respingono le dichiarazioni di Trump riflettono la profondità dell’impasse in cui si è messa la Casa Bianca. Dichiarazioni e condanne da sole non bastano, occorre adottare misure più chiare e ferme, tra cui “un appello a una conferenza plenaria per tutti i 56 paesi arabi e islamici per dichiarare congiuntamente una posizione unificata di rifiuto”. Il popolo palestinese ostacolerà questo piano, e la verità è che “né Trump né Netanyahu riusciranno a ottenere lo sfollamento”.

Il presidente libanese ha incontrato la delegazione americana guidata dall’inviato di Trump e dall’ambasciatore al Palazzo presidenziale. Aoun ha annunciato che: “La stabilità nel Sud è legata al completamento del ritiro israeliano dai territori occupati e all’attuazione della risoluzione 1701 con tutte le sue disposizioni, compresi i requisiti dell’accordo del 27 novembre. Anche il rilascio dei prigionieri libanesi è parte integrante dell’accordo. Gli attacchi israeliani, tra cui l’uccisione di persone innocenti e soldati, la distruzione di case e la demolizione e l’incendio di terreni agricoli, devono cessare”.

Il Presidente Aoun al Vice Inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente Morgan Ortagus: “L’esercito libanese è pronto a schierarsi nei villaggi e nelle città da cui si ritirano le forze israeliane, a condizione che il ritiro venga completato entro la scadenza del 18 febbraio”. Ha anche parlato del governo e ha ringraziato Trump. Morgan ha poi tenuto una conferenza stampa di 4 minuti in cui ha annunciato ufficialmente che gli Stati Uniti sostengono il ritiro completo di Israele del 18 febbraio e non menzionano alcuna occupazione di colline al confine.

Gli Stati Uniti hanno fissato una “linea rossa” per cui Hezbollah non dovrebbe essere un membro del prossimo governo del Libano dopo la sua sconfitta militare da parte di Israele l’anno scorso, ha affermato venerdì in Libano il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente Morgan Ortagus. Il governo libanese si trova al momento bloccato perché nessun ministero è andato ad Amal e Hezbollah. Proteste contro Morgan Ortagus all’aeroporto di Beirut. La resistenza ha dichiarato le sue parole offensive.

Ed ora uno sguardo agli scenari militari ancora aperti da Israele aggiornato alle ore 16:00 del 7 febbraio.

Le forze israeliane hanno iniziato ad asfaltare strade per uso militare nella regione del Monte Hermon. Ancora una volta, le forze israeliane hanno preso d’assalto il villaggio di Al-Muallaqa, nella campagna meridionale di Quneitra, prima di ritirarsi verso le terre vicine alla striscia di separazione con il Golan; Israele aveva preso d’assalto il quartiere meridionale dello stesso villaggio, lunedì scorso, con la partecipazione di circa 30 veicoli e auto blindate, secondo quanto riferito ad Al-Akhbar da fonti locali del villaggio. Le forze di IDF hanno anche rinnovato l’assalto alla casa del sindaco del suddetto villaggio, ieri, dopo che uno degli ufficiali israeliani lo aveva avvertito, lunedì, delle conseguenze del “trattare” con qualsiasi residente di Al-Mu’allaqa con “cellule o gruppi attivi contro lo Stato di Israele” e del “pericolo che queste persone detengano armi di qualsiasi tipo”. Il sindaco è stato ucciso insieme alle sue due figlie da attacco di IED israeliano. 

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Il governo siriano, sostenuto dalla Turchia, è stato molto veloce a rispondere alle incursioni libanesi (Zaiter e Jafaar e altri clan pro-Hezbollah) nel suo territorio nella regione occidentale di Homs. Raid delle forze di al Jawlai/al Sahraa contro i villaggi a confine con il libano Qanafez, popolati da Hezbollah. L’obiettivo è quello di estendere l’area di confine siriano in Libano e estromettere Hezbollah dall’area. 

Le tribù libanesi di Hermel stanno ancora affrontando tutti i tentativi di avanzata delle forze del dipartimento delle operazioni militari siriane, infliggendo loro perdite umane e militari. Le tribù libanesi hanno oltrepassato le barriere dell’esercito libanese e hanno inviato tutti i rinforzi per sostenere i loro fratelli nei villaggi di confine. n massiccio attacco da parte dei membri delle tribù Baalbek-Hermel alla città di “Garmesh”.

La sicurezza generale libanese al punto di Masnaa ha ricevuto all’alba i quattro libanesi arrestati dalle SDF nella regione di Deir ez-Zor. I loro nomi sono: Muhammad Qaddour, Omar al-Akoumi, Hassan Mansour e Abdel Salam Ibrahim.

In Libano nella notte Israele ha bombardato pesantemente la valle del Beeka nel silenzio del governo libanese. Bombardamenti registrati anche a Kafr Kila.

L’aeronautica israeliana colpisce il territorio libanese. Attacchi aerei israeliani segnalati nelle aree di Brital e Nabi Siraj nella valle della Bekaa. I media libanesi ne segnalano oltre 15 solo nella valle della Bekaa.

Il Corrispondente di Al-Jadeed: Un raid israeliano ha preso di mira Wadi Azza nella regione di Iqlim al-Tuffah (Libano meridionale sopra Litani). Una serie di attacchi aerei israeliani hanno preso di mira Janta (come l’ultima volta) e in direzione di Nabi Cheet. È stato segnalato anche un attacco nel Libano meridionale vicino alla città di Azza, vicino al fiume.

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La Radio dell’esercito israeliano, citando una fonte di sicurezza: “Stiamo attaccando obiettivi nel profondo del Libano a causa dei tentativi di trasferire armi dalla Siria e stabilire nuovi siti per Hezbollah. Per la prima volta dal cessate il fuoco, gli aerei dell’esercito hanno attaccato l’interno del Libano con tale intensità”. 

L’IDF ha fatto sapere che continua a operare per rimuovere qualsiasi minaccia allo Stato di Israele e impedirà qualsiasi tentativo da parte dell’organizzazione terroristica di Hezbollah di ricostruire le sue forze, in conformità con gli accordi di cessate il fuoco.

I raid israeliani sono ripresi nella mattinata del sette febbraio, o nell’area di Tebna a Baisarieh nel Libano meridionale, a nord del fiume Litani. Due esplosioni sono state udite nelle vicinanze delle città di Houmin al-Fawqa e Rumine, nel sud del Libano, in coincidenza con un volo molto basso di aerei militari israeliani.

L’attacco nella zona del fiume Zahrani, a nord del Litani, a più di 20 km dal territorio israeliano. E Baalbek, nel profondo Libano, è a circa 70 chilometri dal confine.

Secondo i media palestinesi: La resistenza fa esplodere un grosso ordigno esplosivo vicino al quartiere di Abu Zina nel campo di Al-Faraa, a sud di Tubas in Cisgiordania. Le IDF sparano pesantemente vicino all’ingresso del campo di Al-Fawwar, a est della città di Dura, a sud di Hebron.

Attacco della resistenza contro fanteria IDF a Tulkarem.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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