Dai cantieri navali al diporto ai B&B, qualcosa si muove a Messina

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Le chiusure avvenute nelle ultime settimane relative ad attività commerciali nell’ambito bar – gelaterie e cocktail bar hanno lasciato molto sconcerto a Messina e noi di StrettoWeb abbiamo voluto scandagliare il terreno impervio, su cui si muove il problema anche in zone nevralgiche come piazza Cairoli. La verità è che la crisi non guarda in faccia nessuno però anche le Amministrazioni devono stare al passo coi tempi per rendere le proprie risorse monumentali e naturalistiche trainanti, agganciandosi anche alle eccellenze culinarie ed agroalimentari e al campo vacanziero. Mentre il Consiglio comunale si è attrezzato per la costituzione di un Tavolo Permanente per il Commercio per ascoltare ciclicamente associazioni, enti e gli stessi protagonisti cioè gli esercenti grazie alla prima firmataria Antonella Russo, abbiamo prima intervistato chi sta a capo del settore delle aziende e incoraggia il loro inserimento, sviluppo, mantenimento e promozione ovvero il presidente della Camera di Commercio di Messina Ivo Blandina. Con lui abbiamo toccato tutte le fasi di questo fenomeno, quali siano i settori più colpiti e quali le loro reazioni.

Nessuno può contestare la presenza di un depauperamento del commercio al dettaglio come anche dei piccoli imprenditori e gestori di ristorante perché da una parte i costi della vita aumentano, dall’altra i clienti di attività finiscono col non avere la disponibilità finanziaria di potersi recare a fare shopping nei negozi e mangiare fuori nei locali e di conseguenza scelgono l’acquisto online e il cibo con consegna a domicilio che è spesso un’alternativa – un compromesso alle pietanze  casalinghe.

-L’Ente Camerale peloritano come interviene già su questa perdita di pezzi nell’economia cittadina o come ritiene di poter intervenire nel futuro in maniera programmatica?

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Ivo Blandina dichiara che “il commercio all’ingrosso e tutti gli esercenti dai bar al ristorante segnano valori negativi anche se rispetto all’acquisizione di nuove imprese il balance non è drammatico. Ma quello a cui assistiamo è che passeggiando per il centro cittadino negozi con saracinesche abbassate, locali storici che non ce la fanno più e non sostengono le spese dell’attività, spesso legate alla mancanza di ricambio manageriale dell’azienda. Gli altri fattori sono strutturali perché questa è una città che perde migliaia di abitanti ogni anno, un fenomeno di emigrazione di gente che si forma qui e poi cerca opportunità di lavoro fuori in territori dove sono più adatti e più fertili ad accogliere più iniziative imprenditoriali. I dati vanno disaggregati per ottenere i punti debolezza settore per settore e quelli che di contro potrebbero costituire gli elementi di forza per una città che recepisce i mutamenti verso la ricettività, per essere più pulita e più servita. Questo per quel che concerne il settore del turismo e quello che la filiera del turismo determina”.

-Da un lato diminuiscono le attività di ristorazione, dall’altro lato invece si impennano le strutture simil alberghiere, in special modo i B&B e case vacanze? Come mai? A cosa si attribuisce?

Nell’ultimo ventennio – osserva Blandina – non ci sono stati incrementi di grosse aziende ricettive, anzi parliamo pure di arretramento progressivo. Invece per le piccole realtà cioè quelle che derivano dalla conversione di abitazioni e ville in bed and breakfast favoriscono un tipo di accoglienza diffusa che è molto più tarata su una figura di viaggiatore più che di turista mordi e fuggi. Questo è un segnale assolutamente positivo dettato anche dal lavoro svolto dall’Amministrazione municipale che si imposta come tattica e schema a cui attenersi per incentivare il turismo. Noi come Camera di Commercio facciamo la nostra parte così come anche le associazioni di categoria la fanno per i singoli imprenditori ma attenzione a non entusiasmarsi troppo”.

Il presidente dell’Ente camerale messinese avverte che bisogna continuare a lavorare affinché tutto questo si riveli organico, stabile, strutturato, funzionale e in rete. In questo senso, c’è ancora parecchio su cui perfezionarsi.

-Un altro target su cui imprimere un’accelerata è quello dei giovani che spesso si accostano al mondo dell’impresa in modo forse improvvisato o almeno non con una forte preparazione di fondo per cui rischiano di aprire un esercizio, un locale e poi sono obbligati a chiudere da eventi che non riescono a contrastare…

Blandina sciorina la sua concezione altrettanto correlata ai dati che insistono all’Ente. “E’ vero che le nuove generazioni scelgono questa strada come se fosse di facile realizzazione sia nell’ambito dell’accoglienza sia in quella della movida. Constatiamo però che un turn over della nascita e della chiusura non depone bene per cui questo vuol dire che sono delle realtà poco strutturate. Anche su questo fronte la Camera di Commercio sostiene le nuove leve con uno Sportello che si chiama proprio Nuove Imprese, offriamo molto in materia di digitale e siamo anche alla terza edizione di in un master che forma su questa competenza. La risposta è stata anche soddisfacente come è soddisfacente la nostra assistenza ai piccoli artigiani per formare le aziende sotto il profilo della loro impalcatura anche finanziario e fiscale per la collaborazione con i propri dipendenti”. A detta del presidente, l’orientamento è quello di fare crescere gli imprenditori di prima generazione insieme al proprio staff.

-Nel settore industriale qual l’andamento? Messina era famosa per i suoi cantieri navali, tutt’oggi si parla di acciaieria. Siamo in caduta libera o si può riportare il comprensorio ai lustri di un tempo?

Per Blandina il ramo dei cantieri navali è ancora in auge: c’è ancora l’Intermarine nella zona falcata – ex Rodriquez per i messinesi, il cantiere Palumbo, l’Arsenale e qualche altra realtà che cerca di affacciarsi a dei canali più specializzati come l’esperienza delle imbarcazioni da diporto e di lusso. “Altri settori come quello manufatturiero che arretra per cause che condizionano tutti i mercati internazionali e i settori produttivi vedi il conflitto russo-ucraino, altri elementi di geopolitica che influiscono negativamente ma a crescita delle energie rinnovabili che hanno ricadute sulla domanda dell’energia prodotta dalla centrale di San Filippo del Mela. Una condizione delicata che ha comportato la riconversione promossa da Duferco che ha interrotto la produzione di laminati d’acciaio ma ha anche affrontato questa metamorfosi perché vuole tutte le maestranze vengano reimpiegate e ridistribuite superando la cassaintegrazione in tre filoni quello dell’energia, dell’idrogeno e ella logistica in concessione del Demaniale marittimo del Terminal appena concluso nell’area industriale di Giammoro. Una manovra che richiede la creazione della piattaforma logistica con risvolti positivi sia per Duferco che per l’intero comparto commerciale e manufatturiero”.

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