Auto da corsa, tuning estremo e modelli unici. La nuova frontiera del collezionismo di auto

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Il collezionismo di auto si sta trasformando, abbracciando nuove frontiere dove la rarità e la storia diventano i pilastri di una passione in continua evoluzione. Un nuovo approccio che non si limita più solo al valore economico e speculativo, ma si concentra sull’unicità, le prestazioni e il piacere di guida che un’auto può regalare. «Non possiedo né una Ferrari F40, né una Porsche Carrera GT», racconta Guglielmo Miani, imprenditore e fondatore di FuoriConcorso, format di eventi e raduni esclusivi, dedicati agli appassionati di auto in Italia e nel mondo.

Guglielmo Miani amministratore delegato del brand Larusmiani, presidente di MonteNapoleone District, e fondatore di FuoriConcorso, il format di eventi e raduni per appassionati di auto classiche.

Una dichiarazione come programma di una filosofia precisa: «La ricerca di auto che vadano oltre l’icona, verso modelli rari e con storie, chiamiamole personalizzazioni, originali», continua Miani. «Si tratta di creazioni uniche, su modelli iconici, realizzati direttamente dalle case automobilistiche, spesso attraverso i loro reparti speciali, come Porsche Exclusive Manufaktur».

Koenigsegg CCX. Totalmente fatta a mano in Svezia e prodotta «in house», cioè senza componenti realizzati da produttori esterni.
Koenigsegg CCX. Totalmente fatta a mano in Svezia e prodotta «in house», cioè senza componenti realizzati da produttori esterni.

Queste vetture nascono da specifiche richieste dei clienti, con un livello di dettaglio e artigianalità che le trasforma in vere e proprie opere d’arte su ruote. Colori speciali, materiali esclusivi e finiture particolari sono solo alcuni degli elementi che le rendono uniche e irripetibili. «Un esempio sono le Bentley Continental, degli anni 90. E poi, auto come la Koenigsegg CCX, 806 cavalli che diventano 1.000 se alimentata a benzina etanolo: solo 29 esemplari prodotti interamente a manoso. Sostenibilità e lusso, per un valore che si aggira intorno ai 2 milioni di euro. Non sono solo un mezzo di trasporto, ma un’espressione della visione e della personalità di chi le possiede», dice Miani. All’esclusività su misura si associa l’audacia del tuning estremo.

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Bugatti Larus Supersport. Una hypercar da 1.200 cavalli pensata per la pista e sviluppata dal collaudatore Loris Bicocchi.
Bugatti Larus Supersport. Una hypercar da 1.200 cavalli pensata per la pista e sviluppata dal collaudatore Loris Bicocchi.

Qui si apre un altro mondo affascinante, quello delle auto trasformate da preparatori leggendari, come le Koenig Specials e Gemballa. «Questi visionari hanno preso auto iconiche come Ferrari e Porsche e le hanno trasformate in hypercar, facendo modifiche estreme che ne aumentavano le prestazioni e la velocità», spiega Maurizio De Angelis, imprenditore, collezionista, attratto dalla storia di questi mezzi.

Maurizio De Angelis, imprenditore, con una Koenig F48 base Ferrari 348 modificata a 600 cv, telaio n. 001 di cinque esemplari
Maurizio De Angelis, imprenditore, con una Koenig F48 base Ferrari 348 modificata a 600 cv, telaio n. 001 di cinque esemplari

Una passione che va oltre ogni logica di investimento, perché «sono vetture che incarnano un’epoca di eccessi, di ricerca spasmodica delle prestazioni e uno stile senza compromessi, cover di modelli vecchi riproposti in chiave moderna». Le Koenig Specials, come le Testarossa o la F48, fatta su base Ferrari 348 e profondamente modificata, portata a 600 cc, solo cinque prodotte, erano destinate a personaggi estremi come Mike Tyson e Michael Jackson.

Porsche Mirage GT Gamballa
Porsche Mirage GT Gamballa

Altri esempi sono le Porsche Gemballa, tra cui la meravigliosa Mirage GT, originariamente commissionata dall’ex calciatore Samuel Eto’o. «D’altra parte, erano note sia per le prestazioni, sia per l’innovazioni tecnologiche e per lo stile lussuoso e controverso. Elementi che si rivedono oggi sulle hypercar, come il contachilometri digitale», continua De Angelis. «Incarnano un’epoca, gli anni 80 e 90, in cui il tuning era un atto visionario, un modo per sfidare i limiti dell’ingegneria e del design, con una storia fatta anche di cattivi ragazzi. Infatti, una certa schiera di personaggi al limite della legalità faceva la fila per farsi costruire bolidi da Koenig o Gemballa, mezzi così potenti da risultare praticamente impossibili da guidare».

Koenig Specials Testarossa
Koenig Specials Testarossa

Perché, per mettere le mani su un certo tipo di automobili «ci vuole coraggio», come dice Miani. Tradotto in parole semplici: bisogna essere prestanti e capaci, ed è anche il vero divertimento e una delle motivazioni che spinge verso questo nuovo tipo di collezionismo.

Paolo Vallivero al volante
Paolo Vallivero al volante

Conferma che arriva anche da Paolo Vallivero, pilota di rally e collezionista, detto «il Valli», che si muove su un altro territorio, quello del rally, con la sua collezione di Gruppo B. Queste vetture, nate tra gli anni 80 e 90, sono cavalli selvaggi con targa regolamentare. Le più iconiche? «La Lancia Delta S4 che oggi, in condizioni stradali originali, ha un valore di 800/900mila euro, la Peugeot 205 Turbo 16 e la Lancia 037 sono solo alcuni dei modelli più famosi e ambiti. Queste vetture rappresentano una categoria speciale nel mondo del collezionismo, dove l’originalità e la storia sono di primaria importanza», racconta Paolo Vallivero.

Lancia Rally 037 coupé rossa
Lancia Rally 037 coupé rossa

Queste auto nascono dal fatto che per ottenere l’omologazione per le gare di rally, le case automobilistiche erano obbligate a produrre 200 esemplari stradali, rendendo questi modelli particolarmente rari e ricercati dai collezionisti. «Le Gruppo B sono vetture estreme, con motori sovralimentati e caratteristiche tecniche all’avanguardia per l’epoca». Vallivero si concentra sulla ricerca di modelli originali e non modificati, valorizzando l’autenticità e la storia di ciascuno.

Una storia fatta di uomini e di vittorie, come quelle che si portano dietro le auto da corsa, l’altro grande macrotrend nel mondo del collezionismo. Qui si parla di Lotus, Porsche e Ferrari, ma quanto può essere emozionante possedere e poter guidare un’auto che ha vinto Le Mans o che ha guidato Michael Schumacher? «Sono gioielli che raccontano storie incredibili fatte di sudore, fatica e ricerca della vittoria, come la Porsche 962 o la Ferrari 430 Scuderia GT3», spiega Miani.

Ted Gushue, founder di ERG Media, direttore di Type7
Ted Gushue, founder di ERG Media, direttore di Type7

Come afferma Ted Gushue, founder di ERG Media, direttore di Type7 e collezionista di Porsche: «Le auto da corsa sono l’alta moda del mondo automobilistico», opere d’arte su ruote progettate per uno scopo. «Hanno casi d’uso molto specifici e sono animali molto speciali. C’è chi le guida e chi, invece, le tratta come sculture. Jerry Seinfeld, produttore di Hollywood, ha recentemente paragonato la Porsche 917 di Steve McQueen (valore stimato di 25 milioni di dollari) alla Monna Lisa», racconta Gushue. Soprattutto offrono la possibilità di gustarsi un certo tipo di guida che su strada non si può più avere: la pista è l’unico luogo dove sfruttare appieno il loro potenziale e scatenarsi.

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Porsche 962. L’auto da corsa con pedigree perché ha vinto più gare nella storia delle competizioni di categoria, tra cui la 24 Ore di Le Mans.
Porsche 962. L’auto da corsa con pedigree perché ha vinto più gare nella storia delle competizioni di categoria, tra cui la 24 Ore di Le Mans.

E il futuro come lo vede questa nuova categoria di collezionisti? «La poesia finisce con l’elettronica», afferma deciso De Angelis, sottolineando una certa nostalgia per le auto analogiche e le emozioni pure che solo queste regalano. Certo dipenderà dalle prossime generazioni, che dovranno decidere se orientarsi verso un passato ancora più remoto o verso un futuro anteriore proiettato all’elettrico e alle nuove tecnologie.



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