Terra Santa. Patton: non siamo neutrali, stiamo con i più deboli

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Abbiamo intervistato padre Francesco Patton a  margine del partecipato incontro, in cattedrale, il 29 gennaio, di presentazione del libro di padre Patton Come un pellegrinaggio. I miei giorni in Terra Santa, una conversazione con Roberto Cetera, corrispondente de L’Osservatore Romano a Gerusalemme, con la prefazione di Papa Francesco.

L’intervista a p. Patton, Custode di Terra Santa

Padre Francesco Patton, classe 1963, francescano trentino della Provincia di Sant’Antonio dei Frati Minori, è da quasi nove anni alla guida della Custodia di Terra Santa (300 religiosi di 60 nazionalità) “con pazienza, con modestia e con capacità di ascolto, ma anche con decisione e fermezza, quando le vicende drammatiche di quella terra lo hanno richiesto”. Lo scrive Papa Francesco nella prefazione al libro di padre Patton Come un pellegrinaggio. I miei giorni in Terra Santa.

Padre Francesco, questi anni in Terra Santa sono stati per lei una seconda vocazione?

“Non tanto l’essere custode, quanto la chiamata ad andare in Terra Santa, perché è arrivata in un momento particolare della mia vita e della mia vocazione, al termine del mio servizio di ministro provinciale della mia precedente Provincia. Ho sentito questa chiamata come una opportunità nuova di apertura e di futuro che il Signore mi dava. Mi sono un po’ immedesimato in Abramo, che, arrivato ormai a una certa età, sente che è chiamato ad uscire dalla propria terra per andare dove il Signore lo chiama”.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Lei ha parlato dell’importanza della presenza cristiana in Terra Santa seppur minoritaria, appena il 2% della popolazione, ma dall’elevato peso specifico, spiegando che i cristiani non possono permettersi di essere neutrali…

“Il non essere neutrali vuol dire saper stare dalla parte di chi soffre, di chi è più debole. Oggi si tende spesso a salire sul carro del vincitore. Noi, invece, dovremmo scegliere di stare sul carro del perdente e questo si constata anche quando si tocca la sofferenza concreta delle persone che subiscono la guerra di quest’ultimo anno e mezzo. Io ho presente anche la sofferenza dei nostri cristiani in Libano, perché come Custodia siamo anche lì, e in Siria dove ho visto una guerra di 15 anni praticamente sradicare più di metà della popolazione e far scappare più del 70% dei cristiani. Per questo bisogna necessariamente schierarsi dalla parte dei più deboli”.

Ci parla della necessità di superare le tensioni nella capacità di condividere la sofferenza?

“Papa Francesco ha inventato la parola ‘equivicinanza’ che non vuol dire neutralità, ma riuscire ad essere vicini agli uni e agli altri proprio nella dimensione della sofferenza degli uni e degli altri. Sofferenza che va compresa, perché quando non viene compresa diventa fonte di inimicizia, odio, risentimento, vendetta. Mentre quando la sofferenza è compresa, può portare alla compassione anche all’empatia, cioè all’immedesimarsi nell’altro”.

Il dilagante antisemitismo dei nostri tempi quanto incide sul processo di pace?

“Tutte le cose sono collegate e direi che bisogna fare attenzione nella società israeliana. Ad esempio moltissimi ebrei incolpano il loro governo di aver fomentato un antisemitismo globale. Lo dicono in modo consapevole, con critiche severe, gli stessi quotidiani israeliani, quelli ovviamente non di parte. Bisogna anche fare un’altra riflessione: distinguere tra quello che è l’antisemitismo, che è una forma di razzismo da condannare, e quello che è invece la legittimità di poter criticare un capo del governo nel momento in cui non ci si riconosce nelle sue politiche, o che sono ritenute sbagliate, o addirittura causano danni maggiori”.

Una distinzione va pur fatta…

“Certamente, tra la legittima critica nei confronti di chi agisce in un certo modo da quello che è l’antisemitismo, che invece è un atteggiamento razzista nei confronti degli ebrei. L’antisemitismo tende a generalizzare e anche a deumanizzare, cioè a fare una descrizione deumanizzante dell’altro per fini che sono fini di discriminazione, di persecuzione o di altro. Bisogna anche fare attenzione a non fare la stessa cosa con la controparte, con il mondo palestinese. Quando questo viene dipinto come un mondo di terroristi, si fa un atto di profonda ingiustizia e questo è stato fatto per giustificare anche un certo tipo di comportamento a livello militare”.

Dalla sua esperienza in Terra Santa, la pace si può raggiungere con la soluzione dei due Stati?

“Non so se è fattibile questa soluzione, o iniziare a pensare a forme statuali simili a quella della Confederazione Elvetica (la Svizzera), che possano tenere insieme etnie, culture e religioni diverse. Sicuramente concordo con quello che dice il cardinale Pizzaballa: in una prima fase bisogna avere, tra virgolette, delle distinzioni perché l’odio che si è sprigionato il 7 ottobre 2023, da una parte e dall’altra, è potente, è tossico ed ha bisogno anche di molto tempo per sedimentare. Se non si arriva a una soluzione politica, non ci sarà pace e stabilità reale ed anche la tregua sarà stata solo la pausa prima di riprendere in maniera, forse ancora più feroce, la guerra”.

Come arrivare alla soluzione politica del conflitto?

“Credo che ci sia bisogno di un’opera di sostegno esterno di chi è in grado di influire su Israele, cioè gli Usa. Lo facciano in maniera molto più decisa e sulla base di una linea di valori condivisa. Poi i Paesi del Golfo aiutino la realtà palestinese, cosa che non hanno mai fatto. C’è anche bisogno dell’Europa nell’assumersi le sue responsabilità. Oltre al concorso di aiuti esterni, deve cambiare da una parte e dall’altra la leadership. I nuovi leader siano capaci e disposti a dialogare e a mettere in piedi un sistema educativo per vivere insieme. Per fare questo bisogna avere il coraggio di deideologizzare i programmi scolastici, togliendo dagli stessi tutto ciò che è interpretazione ideologica della storia e della geografia”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link