Passepasse: la scuola di arti circensi che insegna a vivere per e con gli altri

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A sud di Firenze, tra lo Chapiteau [teatro tenda] Instabile e il cinema del CRC Antella, opera Passe-passe, una scuola di arti circensi ma soprattutto «uno spazio di crescita attivo, creativo e sociale per bambini e adolescenti», come racconta il direttore artistico Julien Morot

Dopo aver lavorato per diversi anni in Francia come educatore di strada, in progetti per la disabilità e case famiglia, vent’anni fa è venuto in Italia dove ha cominciato a tenere corsi di arti circensi. Nel 2018, insieme a un gruppo di genitori, sotto la presidenza di Charlotte Khoeler, con Anna La China, e Fabrizio Pezzoni, ha dato vita a passe passe, una scuola di circo che nasce dalle diverse esperienze del suo percorso di vita

«Avevo collaborato con una scuola svizzera che ogni anno organizza con i suoi allievi una tournè estiva di tre settimane in giro per l’Europa. Si muovono in roulotte portando con sé il proprio palcoscenico e si esibiscono in Francia, Germania, Austria, Belgio. Ogni due anni vengono in Italia e facciamo in modo di organizzare scambi con i nostri ragazzi. È un momento di crescita importante».

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L’incontro con l’altro alla base della crescita degli allievi

L’intera esperienza di passe passe, spiega Morot, si basa sulla convinzione che l’incontro con l’altro, lo scambio, il confronto, siano un fattore di crescita fondamentale. Quest’idea è presente in ognuna delle attività della scuola. «Il nostro progetto punta di diamante si chiama Primi passi in tournée. È destinato a gruppi di ragazzi di due fasce d’età, 9-14 e 14-19 anni. Gli spettacoli sono ideati insieme ai ragazzi, presentati nell’area fiorentina e poi in estate andiamo in tournée e facciamo anche 20 repliche tra un spettacolo e l’altro. In Toscana, poi in Italia per i più piccoli, anche nel resto d’Europa con i più grandi». 

Quando è nata nel 2018, la scuola aveva un gruppo di circa venti bambini. Oggi gli allievi sono 200, dai quattro ai 19 anni, ma non manca qualche adulto. I dodici istruttori della scuola sono formatori che provengono da diversi percorsi professionali, spesso 6h00 sono impegnati con esperienze artistiche e culturali in Italia e in Europa e hanno tutti un background orientato sulla pedagogia. In molti casi sono stati insegnanti a scuola. Questo, spiega il direttore artistico, li rende in grado di mettere le competenze acquisite in importanti contesti internazionali al servizio di passe passe e dei suoi allievi.

Imparare per insegnare

«Abbiamo anche – racconta – un percorso per ragazzi tra i 16 e i 19 anni che li prepara a fare formazione sulle arti circensi. Ci piace pensare che gli lasciamo qualcosa. Innanzitutto l’opportunità di fare di questa, se vogliono, una professione. Ma in generale acquisiscono risorse e capacità di relazionarsi con i più piccoli, prendersi cura degli altri, imparare e insegnare quanto appreso». 

«Ma accade anche con i più piccoli», continua. «Spesso succede che i fratellini o le sorelline che aspettano fratelli e sorelle più grandi mentre fanno lezione mi assistano come insegnante. Li chiamo “maestro” e questo li coinvolge e li responsabilizza. Lo scorso anno c’erano tre bambini, tra gli 8 e i 10 anni, che erano insegnanti perfetti: attenti alla preparazione, alla sicurezza degli altri durante gli allenamenti, ad aiutare chi ne avesse bisogno. Per noi è importante trasmettere innanzitutto il valore della cura dell’altro».

Gli spettacoli riflettono ciò che interessa e preoccupa i ragazzi

Questo lo si vede anche nell’ideazione degli spettacoli. I temi portati in scena da Primi passi in tournée sono scelti insieme ai ragazzi e sono sempre attuali. «L’anno scorso abbiamo messo in scena uno spettacolo sulle migrazioni. Abbiamo consultato anche gruppi di richiedenti asilo per essere certi di portarlo in scena in maniera corretta. Lo spettacolo è servito per una raccolta di beneficenza per l’Unicef e per un’organizzazione che si occupa di cooperazione in Uganda». Morot racconta anche di 9 minuti e 40 secondi, lo spettacolo dello scorso anno che parlava di prigioni. E dell’intenzione di costruirne un nuovo dedicato alle mafie con un particolare attenzione alle donne oggi nella nostra società. Sono temi di attualità, dice, che elaboriamo con i ragazzi, a partire da ciò che li interessa, ciò che li preoccupa del mondo. 

Il nostro traguardo è aver emozionato il pubblico

Accade spesso che gli spettacoli siano occasioni per raccolte di beneficenza. Il prossimo del gruppo dei più piccoli sarà organizzato insieme al servizio affidi del Comune di Firenze e verrà inaugurato allo Chapiteau Instabile, con cui passe passe ha un rapporto di lungo corso.

«Ma la cosa più importante – riflette Morot – è che i nostri spettacoli non sono gare. Il nostro traguardo, la vittoria alla fine delle nostre performance, è aver reso felice il pubblico e averlo emozionato. Ed è importante imparare questo a 9 o 10 anni. I nostri bambini non portano a casa una medaglia, però imparano cose che gli consentono di fare spettacoli a supporto di cause importanti, come quando sosteniamo l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze o le organizzazioni che aiutano i più piccoli in Africa. E questo – conclude – forma anche il pubblico, imparano anche loro».

L’importanza delle radici

L’associazione collabora anche con Mondeggi Bene Comune, un’associazione a tutela di un bene agricolo nel Comune di Firenze. «Ci occupiamo degli ulivi: i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie si impegnano a curare gli alberi, raccoglier le olive. Con l’olio prodotto sosteniamo l’associazione. Non è banale, così i ragazzi comprendono l’importanza delle radici e che non condividiamo solo un progetto artistico ma anche un modo di stare insieme, di crescere e conoscere il proprio territorio».

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La relazione con Banca Etica

La relazione con Banca Etica è nata innanzitutto per affinità di intenti. «Il rapporto con il nostro istituto – racconta Francesca Matini, referente Banca Etica per il progetto – è nato insieme all’associazione nel 2018. Da subito è stata chiara la condivisione di valori comuni». Grazie a un prestito, passe passe è riuscita ad acquistare un furgone che, racconta Morot, è vitale nelle tournée per spostare tutti i materiali di scena. 

«Passe passe – spiega Matini – destina i propri corsi a bambini e ragazzi provenienti da contesti sociali e culturali diversi e, così facendo, favorisce i processi di integrazione». 

L’integrazione è un punto fermo nella mission dell’associazione 

«Conoscere gli altri, le altre lingue, le altre culture, è importante», spiega Morot. «In Italia c’è tanta diversità che già solo viaggiando nel paese è possibile conoscere il mondo. Ci teniamo a portare in giro i nostri ragazzi d’estate. Più conosco gli altri, vedo che sono diversi da me, mangiano cose diverse, a un’ora diversa, parlano in maniera diversa, meno ho paura di loro. E meno ho paura, più spero di poter vivere insieme a loro senza litigare, senza fare la guerra. Così si costruisce la tolleranza e si combatte la violenza. Penso che – conclude – progettarsi come adulti che stanno insieme agli altri, che conoscono le altre culture, insegni a superare le paure e, spero, fa venire voglia di dare il proprio contributo alla costruzione di un mondo con meno conflitti».

Photo di Ilaria Costanzo



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