Le due Costiere, Amalfitana e Cilentana – Unico Settimanale

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È da un po’ di anni che, per rendere bene l’idea di come bisognerebbe affrontare realisticamente i problemi legati alle difficoltà che il territorio compreso nel perimetro del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni, metto a confronto le due “Costiere” quella Amalfitana e quella Cilentana.

Siccome il “ritornello” della mancanza di strade, che renderebbero più veloce e confortevole l’arrivo e il rientro dei turisti, è diventato un “mantra” che copre tutto il resto, forse vale la pena parlarne a viso aperto anche a costo di andare contro corrente.

Se la Costiera Amalfitana dovesse “sopravvivere” affidando le sorti della sua economia turistica ai collegamenti stradali con Salerno e con l’autostrada SA-NA, dovrebbe essere già desertificata da decenni!

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Invece, i flussi turistici di qualità, che spendono molto al di sopra della media nazionale, sono sostenuti e non c’è segno di crisi in vista … anzi i costi dei parcheggi per le auto sono stati elevati alla massima “potenza” proprio per scoraggiarne l’uso.

La domanda che è giusto porsi è “perché lo stesso mare e la stessa morfologia costiera non comporta gli stessi risultati?” Per rispondere a questa domanda basterebbe affinare la capacità di guardare in “controluce” su cosa è cambiato negli ultimi 50 anni sulle due “Costiere”.

Da un lato si è consolidato nel tempo la caratterizzazione dei luoghi e l’adeguamento delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere alle esigenze di un turismo di qualità che guarda più all’esaltazione delle emozioni e delle esperienze rinunciando a priori alla velocità degli spostamenti che, in ogni caso, non potrebbe essere garantita.

Inoltre, anche la “banchettistica” e il turismo congressuale, contribuiscono ad elevare la capacità di far lievitare il reddito degli operatori ad ogni categoria.

Pertanto, facendo di necessità virtù della mancanza di spazi fisici che favorirebbe la dilatazione della capacità ricettiva, ci si è “accontentati” di far lievitare i prezzi in base alle richieste del mercato …

Dall’altro lato, sulla Costa Cilentana, incuranti del pericolo che sta sempre dietro ad un aumento indiscriminato dell’offerta, si è ampliata la capacità ricettiva, sia alberghiera sia extralberghiera per soddisfare la richiesta di posti letto a luglio e agosto; ma ha reso improponibile, perché antieconomico, tenere aperte le strutture anche nelle altre tre stagioni.

A tutto ciò va aggiunta la crescita dell’edilizia privata con la costruzione di case vacanze di proprietà che è divampata sia in pianura sia in collina… e, anche in questo caso, con il patrimonio edilizio che resta chiuso per 300 giorni all’anno, si è dilatato l’effetto “desertificante” prodotto dalla mancanza di vita vissuta per le strade e sui lungomari!

Perfino le novelle chiese, costruite per dare un senso di comunità, restano desolatamente chiuse!

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Per rendersi conto della differenza di percezione basterebbe spostarsi a piedi nei mesi di bassa e media stagione lungo le due Costiere … la percentuale di vita vissuta lungo la costa Cilentana è prossima allo zero.

C’è anche da dire che, mentre i comuni abbarbicati su improponibili spuntoni di roccia con panorami che consentono di spaziare sulle distese marine, reggono l’impatto dell’abbandono di residenti attratti dai borghi marini; dagli antichi borghi situati in faccia al sole che invade le colline cilentane, sono scese sulla costa migliaia di famiglie abbattendo il valore immobiliare di case e palazzi che, sia pur ristrutturati, restano desolatamente vuoti … fatta qualche eccezione.

A completare il “quadro”, basterebbe confrontare quanti porti turistici sono stati realizzati da Vietri Sul Mare a Positano e, al contrario, quanti pennelli si inoltrano nel mare cilentano dalle 11 bandiere blu per capire che siamo ad un punto di non ritorno.

Le spianate di cemento che hanno fatto avanzare, al posto del mare, piazze e porticcioli, ben oltre lo stretto necessario e che d’estate diventano parcheggi utili ad ospitare centinaia di automobili ma pochissime imbarcazioni all’attracco; nel resto dell’anno sono dei veri e propri monumenti allo spreco dell’anima marinara respinta verso il largo oltre i pennelli

Un’altra trovata è stata quella di tentare di contenere l’erosione delle spiagge, molto più evidente dove sono stati ampliati a dismisura i porticcioli utilizzati dai pescherecci, con barriere di rocce posate a largo con la speranza di “arginare il mare” che, erodendo le spiagge, situate a monte e a valle di porti e lungomari, lentamente e inesorabilmente, si riprende lo spazio che gli è statio sottratto.

Ecco perché, la Costa Cilentana deve accontentarsi dello “strapuntino” di essere considerata una banale destinazione per un turismo stagionale che consente la grande abbuffata estiva e lascia ai residenti la possibilità di sopravvivere il resto dell’anno in attesa del prossimo giro di “giostra”.

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