Gli USA spingono per le elezioni presidenziali in Ucraina, ma Zelensky frena

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Washington preme su Kiev per convincere il governo ucraino a organizzare le elezioni appena possibile. Probabilmente dopo aver ottenuto una tregua coi russi, ma senza aspettare troppo a lungo. In compenso Zelensky non ha fretta: prima di cedere il potere vuole determinate garanzie.

Le parole di Kellogg

L’inviato speciale sull’Ucraina della Casa Bianca Keith Kellogg ha affermato in un’intervista la “necessità” che Kiev effettui le elezioni parlamentari e presidenziali. Andrebbero fatte il prima possibile, magari dopo il raggiungimento di una tregua entro pochi mesi e comunque non oltre la fine del 2025. Dice il funzionario americano: La maggior parte delle nazioni democratiche svolgono elezioni anche in tempo di guerra. Credo sia importante che lo facciano. Penso sia qualcosa di positivo per la democrazia. È la cosa bella di una democrazia solida, il fatto di avere più di un soggetto che possa concorrere. Fonti interne ai rispettivi governi hanno comunicato che da Washington non è ancora arrivata una richiesta ufficiale di svolgimento delle elezioni ucraine entro l’anno in corso.

La legge marziale

Finché è in vigore la legge marziale, non potranno esservi elezioni nel Paese a nessun livello, oltre al divieto di uscita di tutti i maschi fra i 18 e i 60 anni, che sono dunque passibili di precettazione alle armi. Zelensky resta così in carica, sebbene il suo mandato quinquennale sia scaduto il 20 maggio 2024. A metà gennaio aveva chiesto alla Verhovna Rada (il parlamento monocamerale) di approvare l’ennesima estensione. Proprio questa settimana ha firmato il prolungamento della legge marziale, che arriverà fino al 9 maggio. Già l’amministrazione Biden aveva approcciato Zelensky nel corso dei due anni passati a proposito delle elezioni, ma da Kiev avevano sempre rigettato l’idea ritenendo che una contesa elettorale avrebbe diviso ulteriormente il Paese e lo avrebbe esposto all’influenza politica russa.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Poca democrazia nella presidenza Zelensky

Ormai da tre anni gli slogan dei media e dei politici occidentali descrivono l’Ucraina come baluardo della democrazia europea contro la minaccia russa. I funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato hanno quindi fatto sapere ai loro colleghi ucraini che lo svolgimento delle elezioni costituisce un fattore fondamentale per conformarsi a quelle norme democratiche di livello internazionale. Kiev ha in questo senso anche altri problemi. Lo scorso settembre, per esempio, Zelensky ha effettuato un rimpasto ministeriale e una sostituzione di vertici statali con cui ha piazzato i suoi fedelissimi ed eliminato chi propugnava una politica diversa. Così si è visto che se sotto la legge marziale è vietato organizzare le elezioni, in compenso un presidente già decaduto può rifare una squadra ministeriale con manovre del suo capo di staff Andriy Yermak, assurto a tale ruolo influente grazie all’amicizia personale con Zelensky, come scritto dallo Washington Post.

La reazione a Kiev

La reazione di Kiev alle sollecitazioni americane è racchiusa tutta nel titolo di Politico: “L’Ucraina va su tutte furie per le sollecitazioni di USA e Russia alle elezioni”. Un ex ministro, disposto a confidarsi a condizione di restare anonimo, ha rivelato che l’allineamento sulle elezioni fra Washington e Mosca è qualcosa di preoccupante. Lo vedo come prima prova che Trump e Putin sono d’accordo nel voler defenestrare Zelensky. Quest’ultimo ha messo in guardia il suo alleato di oltreoceano dal discutere con Mosca alle sue spalle. Ha detto infatti che parlare dell’Ucraina senza di noi è pericoloso per tutti quanti. Si è inoltre detto in teoria favorevole alle elezioni, a patto che il Paese ottenga forti garanzie di sicurezza che dissuadano la Russia da un futuro attacco.

C’è chi pensa alle elezioni

Zelensky cerca di rimandare le elezioni perché sa che non ne uscirebbe vincitore. La sua popolarità continua a calare e l’unico modo di ripresentarsi sarebbe almeno cambiando il nome della sua formazione politica. Secondo l’agenzia di informazione RBC-Ukraine, il suo partito “Servitore del Popolo” si starebbe già preparando alla prossima campagna con la selezione di nuovi possibili candidati per andare a sostituire molti degli attuali deputati, coinvolti in scandali di corruzione o accusati di incompetenza. La denominazione diventerebbe qualcosa come il “Blocco di Zelensky” o formule simili. Sono i sostenitori dell’ex presidente Petro Poroshenko a volere fortemente che si vada alle urne. Ma il predecessore di Zelensky è restio, perché secondo lui prima occorre mettere fine alle ostilità per non danneggiare l’unità nazionale con una contesa politica. I sondaggi danno come probabile vincitore l’ex generale Valery Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra, che però non ha ancora manifestato l’intenzione di correre.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link