Giornalisti spiati su WhatsApp. Scoppia il caso della Paragon

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di Ernesto Ferrante





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La società israeliana Paragon Solutions, produttrice di software di hacking di livello militare, ha interrotto il suo rapporto con i clienti italiani, che sarebbero “un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence”. La decisione è stata ufficializzata dopo che WhatsApp ha annunciato che lo spyware della casa, veicolato attraverso un file pdf infetto, sarebbe stato utilizzato per controllare giornalisti e membri della società civile italiani.

Al Guardian una fonte ha spiegato che l’azienda fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak aveva “per eccesso di cautela” inizialmente sospeso l’accordo con l’Italia già la settimana scorsa, in seguito all’emergere della prima accusa su un potenziale utilizzo abusivo del suo innovativo “Graphite”, in grado di operare sul cloud successivamente al backup dei dati contenuti nel dispositivo attaccato.

La vicenda ha valicato i confini nazionali. “Le indagini sono una questione di competenza delle autorità nazionali, non della Commissione”, che tuttavia “si aspetta, ovviamente, che le autorità nazionali esaminino a fondo qualsiasi accusa di questo tipo”, ha affermato un portavoce dell’esecutivo Ue durante il briefing giornaliero con la stampa.

“Quello che posso dire, in generale, è che la posizione della Commissione è molto chiara: qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile”, ha continuato il portavoce. Entro fine anno entrerà in vigore l’European Media Freedom Act, che prevede specifiche garanzie per i giornalisti e le loro famiglie.

AVS, Pd e M5S, in apertura di seduta alla Camera, hanno chiesto un’informativa urgente del Governo sulla vicenda dei rapporti con l’azienda Paragon Solutions e del presunto spionaggio nei confronti del giornalista Francesco Cancellato e di Luca Casarini.

Bocche semi-cucite nell’esecutivo Meloni. “Il tema della cybersicurezza è molto centrale della nostra azione di governo; è un tema che come tutti sanno è al centro della azione di alcuni dipartimenti del nostro governo. Ovviamente non c’è solo quello delle infiltrazioni nell’ambito dei giornalisti ma il tema anche delle imprese. Non abbiamo informazioni in merito ma sappiamo che esistono molti software, ad esempio di provenienza cinese, che intervengono nelle chat usate negli smartphone”, ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, a margine del convegno “Intelligenza artificiale – luci e ombre tra contenuti, etica e industria”.

“È un tema molto strategico che prevede una massima attenzione dei dipartimenti di sicurezza e servizi italiani e su questo le autorità predisposte stanno lavorando. Ma sono ancora indagini in corso, quindi è bene che chi sta indagando indaghi fino in fondo e poi dia le notizie che sono riservate in questo momento”, ha concluso Barachini.


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