Un anno di violenza nelle vie del centro a Trieste: «Non esco più la sera»

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Se c’è un’immagine simbolo dell’escalation di violenze che sta segnando la città da un anno e mezzo a questa parte, è quella del ragazzo afghano con il volto intriso di sangue disteso per terra incosciente davanti all’ingresso di viale Miramare della stazione ferroviaria. Ore dieci e un quarto di mattina del 10 settembre 2023: poco prima un gruppo di connazionali lo aveva rincorso e preso a bottigliate in testa. Il motivo? Mai chiarito.

Risse, rapine e accoltellamenti

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L’intervento dopo la maxi rissa in Barriera

Sembrava un episodio isolato, ma non lo era. Nei mesi successivi altre risse, rapine, accoltellamenti e aggressioni avrebbero scosso a un ritmo quasi quotidiano piazza Libertà, molo Audace, piazza Verdi e poi, ancora, le piazze Oberdan, Goldoni, Garibaldi e Perugino, compresa Scala dei Giganti. Fino ad arrivare a tempi più recenti, cioè al caso eclatante di domenica 12 gennaio in largo Barriera, dove si sono fronteggiate a colpi di bastoni due bande di afghani e pachistani con l’intervento dei Carabinieri in tenuta anti sommossa.

Le tre zone rosse

È da quell’episodio che la Prefettura ha disposto le tre zone rosse garantendo, perlomeno nelle intenzioni, i controlli territoriali e l’allontanamento di delinquenti e individui molesti. I fatti stanno però dimostrando che la criminalità non teme più di tanto i provvedimenti prefettizi. Ne sono la riprova la rapina di pochi giorni fa dell’anziana in via Foscolo, traversa di piazza Garibaldi, strattonata e derubata di mattina mentre si recava dal medico, e le due risse di martedì. Di cui una sfociata in accoltellamento all’angolo tra via Pascoli e la medesima piazza. Tutto questo, appunto, nel cuore della zona rossa.

La rapina all'anziana in via Foscolo

La rapina all’anziana in via Foscolo

La situazione è precipitata

Nel rione la percezione è che le cose siano precipitate. «Dopo le cinque di pomeriggio non esco più e quando mi muovo da casa non indosso più catenine né braccialetti», confida la novantunenne Flavia Giugovaz. «Queste persone provocano problemi. Io abito in via Gambini dal ’60, qua venivano i bambini a giocare». Filippo Nicolini, psicologo con studio nella vicina via Manzoni, annuisce. «In piazza Garibaldi ormai convivono molte culture che non vanno d’accordo. C’è spaccio, ci sono faide. Si dovrebbe investire su una cultura dell’inclusione, con fatti concreti che coinvolgano anzitutto i giovani, con scuola e lavoro. Per integrarli e toglierli dai contesti violenti vanno inseriti nel tessuto sociale».

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Violenza quotidiana

Pestaggi, coltelli. Oggi come prima, dunque, nonostante le zone rosse. Ripercorrendo le cronache di questi mesi sembra di leggere i mattinali delle Questure di Milano e Roma. Perché gli accadimenti appena elencati sono solo il culmine di tanti altri inanellati in centro: come la rissa del maggio scorso, anche quella finita a pugnalate, tra via Trento e via della Geppa, con protagonisti giovani pachistani. Era stato un mese difficile, cominciato con le cinque rapine messe a segno in un’unica notte, da una banda di sette stranieri armati di martello, coltelli a scatto e spray urticanti, che si era messa a derubare i ragazzini per strada. Pochi giorni dopo la Polizia aveva arrestato un tunisino di diciannove anni ospite della struttura Caritas di via Vasari – con precedenti per rapina, furto aggravato e violenza sessuale di gruppo – e denunciato un minore kosovaro. La sera successiva sulle Rive, dietro a Eataly, era stato rapinato un ventisettenne, assalito con lo spray al peperoncino.

Le bande di minori stranieri

Dallo scorso inverno si è aggiunto un altro tassello al fenomeno: i minori di varie origini, responsabili di rapine, aggressioni e regolamenti di conti a ripetizione. I fatti avevano ridefinito i confini della mappa delle violenze: erano tante le segnalazioni di scontri tra bande, in azione nei giardini di San Giacomo. Per non parlare delle rapine davanti alla scuola media Bergamas, con vittime adolescenti poco più che bambini. E aveva suscitato sgomento pure il pestaggio in piazza Carlo Alberto davanti una struttura di accoglienza. Giovani che si erano affrontati con bastoni e coltelli. Uno impugnava una pistola finta.

Le zone nella black list

Anche la zona tra piazza Perugino e via Settefontane è nella black list delle forze dell’ordine, dopo le costanti risse notturne, oltre che il giro di spaccio che caratterizza l’area. Piazza Perugino aveva peraltro fatto da sfondo al tentato omicidio del 28 agosto: un ventisettenne tunisino era stato accoltellato con un fendente all’inguine sinistro che gli aveva reciso l’arteria femorale. Ha rischiato di morire dissanguato davanti ai bambini che giocavano a pallone.

Barriera e piazza Garibaldi le peggiori

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Ma è tra largo Barriera e piazza Garibaldi che si segnala il maggior numero di violenze, tra bar che vendono alcol a basso costo, gente ubriaca già a mezzogiorno e il viavai di pusher che vendono e consumano sostanze in pieno giorno. «La Polizia presidia la piazza ma questa gente – commenta un commerciante – spaccia nelle vie defilate».



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