Mafia foggiana, richieste di condanna per 130 anni: possibili sconti di pena ai Moretti, eredi del clan

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Invocati circa 130 anni di reclusione per padrini e picciotti della mafia foggiana. Oggi a Bari il procuratore generale ha avanzato richieste di condanna nel processo di secondo grado “Decimabis” ai clan della “Società Foggiana”. “Decimabis”, dal nome del maxi blitz del 2020, fu il seguito di “Decima Azione” del 2018 e portò ad oltre 40 arresti nei confronti delle batterie Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese.

Nelle richieste del pg spiccano le riduzioni di pena avanzate per il boss Pasquale Moretti detto “Il porchetto”, 48enne figlio del capomafia Rocco Moretti detto “Il porco”. Per l’uomo, erede naturale del leader storico della mafia foggiana, il procuratore ha chiesto 12 anni di reclusione rispetto ai 16 inflitti in primo grado. Possibile sconto anche per il figlio Rocco junior, da 10 a 8 anni. A marzo la parola passerà al pool difensivo, poi si arriverà a sentenza.

Tutte le richieste di condanna

Chiesti 8 anni per Alessandro Aprile detto “Schiattamurt”, 6 anni e 9 mesi per Tommaso D’Angelo, 3 anni per Giuseppe Folliero, 9 anni per Antonello Frascolla, 9 anni e 6 mesi per il fratello Gioacchino Frascolla, 4 anni e 8 mesi per Domenico La Gatta detto “Mimmo”, 12 anni per Pasquale Moretti, 8 anni per il figlio Rocco junior Moretti, 6 anni per Benito Palumbo.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

E ancora: 4 anni e 10 mesi per Raffaele Palumbo, 2 anni per Massimo Perdonò alias “Massimino”, 5 anni e 10 mesi per Francesco Pesante alias “U’ Sgarr”, 9 anni e 4 mesi per Giovanni Rollo, 6 anni e 10 mesi per Francesco Tizzano, 10 anni per Nicola Valletta, 6 anni e 4 mesi per Antonio Verderosa, 3 anni per Carlo Verderosa e 2 anni e 6 mesi per Patrizio Villani. 

Infine, il pg ha chiesto di confermare le condanne per Michele Cannone (2 anni), Alfonso Capotosto (2 anni) e Ivan Narciso (5 anni e 6 mesi). Definitivi, inoltre, i 5 anni e 8 mesi a Emilio D’Amato che rinunciò all’appello. Folliero, Villani, Capotosto e Carlo Verderosa sono da tempo collaboratori di giustizia.

Le accuse

Ad ottobre 2022 ci furono 28 condanne in primo grado per un totale di due secoli di carcere inflitti con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena). Altri imputati che scelsero il rito ordinario sono stati condannati un anno più tardi a circa 130 anni di galera.

Tra i reati contestati l’estorsione e la tentata estorsione a imprenditori e commercianti della città, il tentato omicidio, l’usura, la turbativa d’asta e l’associazione mafiosa, aggravante caduta per alcuni degli imputati.

Spiccava nella lista degli imputati, oltre a Pasquale Moretti, anche il boss Federico Trisciuoglio alias “Enrichetto lo Zoppo” o “Polpetta”, deceduto a pochi giorni dalla sentenza di primo grado.

Rilevante ai fini processuali l’apporto del pentito Patrizio Villani, ex killer della batteria Sinesi-Francavilla che avrebbe riferito nuovi particolari sugli assetti della malavita foggiana ricostruendo alcuni episodi di violenza degli ultimi anni come il tentato omicidio dei fratelli Trisciuoglio, figli dello “Zoppo”, vicenda ricostruita dettagliatamente nelle carte dell’inchiesta.

Le condanne in primo grado

Agli imputati vennero inflitti circa due secoli di galera. 16 anni a Pasquale Moretti e 10 anni al figlio Rocco junior. 10 anni e 8 mesi e 10.667 euro di multa ad Alessandro Aprile detto “Schiattamurt”; 2 anni e 500 euro di multa a Michele Cannone; 2 anni e 500 euro di multa ad Alfonso Capotosto; 8 anni e 6 mesi ad Aldo Checchia; 8 anni a Marco Consalvo; 5 anni e 8 mesi e 3.333 euro di multa a Emilio D’Amato; 11 anni e 2 mesi a Tommaso D’Angelo; 3 anni e 4 mesi a Giuseppe Folliero; 10 anni e 8 mesi ad Antonello Frascolla; 11 anni e 4 mesi a Gioacchino Frascolla; 2 anni e 1800 euro di multa a Ernesto Gatta; 5 anni e 8 mesi e 4mila euro di multa a Domenico La Gatta; 6 anni e 8 mesi ad Antonio Miranda; 5 anni e 6 mesi e 1333 euro di multa ad Ivan Narciso; 8 anni a Benito Palumbo; 6 anni e 4 mesi e 4333 euro di multa a Raffaele Palumbo; 3 anni e 3mila euro di multa a Massimo Perdonò detto “Massimino”; 7 anni e 4 mesi e 5mila euro di multa a Francesco Pesante detto “U’ Sgarr”; 7 anni e 8 mesi a Sergio Ragno; 11 anni e 4 mesi a Giovanni Rollo; 4 anni e 8 mesi e 3.333 euro di multa ad Antonio Salvatore detto “Lascia Lascia”; 8 anni e 4 mesi e 3.667 euro di multa a Francesco Tizzano; 12 anni e 8 mesi a Nicola Valletta; 8 anni e 6 mesi ad Antonio Verderosa; 3 anni e 4 mesi a Carlo Verderosa, 3 anni e un mese a Patrizio Villani. Le condanne tennero conto della riduzione di un terzo della pena prevista per l’abbreviato. Reati estinti per Trisciuoglio, deceduto.

Nell’inchiesta figurano i pentiti Patrizio Villani, Alfonso Capotosto, Giuseppe Folliero e Carlo Verderosa. Anche Aldo Checchia, ex fedelissimo del capomafia Trisciuoglio, mostrò pentimento durante un’udienza del primo processo, ammettendo di aver sbagliato e dicendosi pronto a cambiare vita.

Conto e carta

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Tra le parti civili alcune vittime che ebbero il coraggio di denunciare i propri aguzzini, le associazioni Confindustria Foggia, Confindustria Puglia, la Fondazione Buon Samaritano, l’Antiracket, la Camera di Commercio Foggia e Libera.

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