Firenze, crollo di via Mariti: tre indagati. La Procura: ‘Errore di progettazione’

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‘Calcolati in modo erroneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro non in grado di sostenere tali carichi’

Ad un anno dal crollo del 16 Febbraio del 2024 nel cantiere del supermercato Esselunga in via Mariti, costato la vita a cinque operai, mentre altri restarono feriti, arrivano i nomi dei primi indagati.

 

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La Procura ha fatto sapere che è stato eseguito ieri mattina un “provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Firenze. L’emissione l’esecuzione di tale provvedimento costituiscono uno snodo essenziale delle indagini avviate da questo Ufficio subito dopo i fatti accaduti il 16 Febbraio 2024, indagini tuttora in pieno svolgimento”, precisa la Procura.

Alla base del crollo ci sarebbe un errore di progettazione. In base alle ricostruzioni sin qui operate dalla Procura – che ha coordinato e diretto le complesse attività investigative eseguite dalla Squadra Mobile di Firenze, dalla Polizia Postale Cosc Firenze, dall’Ausl Firenze centro e che si è avvalsa anche della collaborazione dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Firenze e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e di consulenti tecnici – si ritiene che “il crollo dell’edificio dove era in corso di realizzazione un supermercato Esselunga sia ascrivibile ad un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave T1309-2P relativa al secondo impalcato dell’edificio in costruzione nel cantiere, poiché venivano calcolati in modo erroneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e veniva inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro (armatura) non in grado di sostenere tali carichi“.

“I fatti diretti a cagionare il cedimento del dente della trave mentre veniva effettuato il getto della cappa collaborante sui tegoli del secondo impalcato cui conseguiva il crollo di altre cinque travi e dei tegoli che poggiavano su tali travi e da cui derivava il collasso dell’intero solaio del secondo impalcato e il conseguente crollo dei solai sottostanti sono stati attribuiti da questo Ufficio a titolo di dolo, con riguardo al reato di cui all’art. 434 c.p. nei confronti di due indagati, e la ricostruzione è stata convalidata dal giudice delle indagini preliminari, al momento con riferimento ad uno solo di essi”, si legge nella nota della Procura di Firenze, guidata da Filippo Spiezia.

E’ stata ipotizzata, altresi, una “responsabilità degli indagati per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose plurime con le aggravanti della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”.

 

Gli indagati sono l’ingegnere direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere, l’ingegnere responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione di Rdb.Ita Spa, e il legale rappresentante della Rdb.Ita Spa. Il procedimento è stato iscritto anche a carico della societá Rdb.Ita Spa, nei cui confronti è stato disposto il sequestro preventivo.

 

“Nel provvedimento emesso dal giudice delle indagini preliminari è stato disposto il sequestro preventivo dell’arca del cantiere ubicato in Firenze in via Giovanni Filippo Mariti, compresi i macchinari, i manufatti, i materiali, i documenti e le altre cose presenti al suo interno, in quanto vi è il pericolo serio e concreto che nel cantiere si verifichino altri crolli che potrebbero provocare la morte o le lesioni delle persone eventualmente presenti nel cantiere o nelle vicinanze del cantiere e, pertanto, vi è il pericolo che la libera disponibilità dell’area di cantiere nelle attuali condizioni possa aggravare le conseguenze dei reati già commessi o agevolare la commissione di altri reati”.
 

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“Nel ribadire che le indagini sono tuttora in pieno svolgimento e che le relative attività esecutive sono state accompagnate, ove previsto, dalle dovute informazioni di garanzia nei confronti degli indagati, va evidenziato che per tutte le persone fisiche e giuridiche coinvolte vige la presunzione di innocenza sino agli accertamenti definitivi della eventuale responsabilità innanzi al competente giudice”, conclude la Procura.

 

 

 





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