L’Europeo U21 dell’estate del 2027 si svolgerà tra Albania e Serbia: lo ha annunciato martedì la UEFA, che ha spiegato che i due Paesi balcanici si divideranno equamente il torneo (quattro sedi a testa). La gara inaugurale si terrà in Serbia, mentre la finale sarà in Albania, presumibilmente a Tirana. La notizia ha sollevato però molte perplessità nel mondo del calcio europeo, dati i ben noti dissapori politici tra le tifoserie dei due Paesi ospitanti. La competizione rischia quindi di diventare un affare piuttosto delicato sia per i rispettivi governi che per la stessa UEFA.
Albania e Serbia hanno notoriamente frizioni geopolitiche, legate in particolare al caso del Kosovo, la regione storicamente rivendicata da Belgrado ma a maggioranza albanese. Pristina è indipendente dal 2008, anche se la Serbia non ne ha mai riconosciuto l’autonomia, e dal 2014 la Federcalcio kosovara è inclusa nella FIFA e nella UEFA, prendendo parte alle qualificazioni per Mondiali ed Europei. Da allora, gli incidenti diplomatici con la Serbia non sono stati rari, e dall’estate del 2022 le tensioni alla frontiera sono tornate a crescere. Anche per questo un Europeo tra Albania e Serbia – che non condividono alcun confine, ma sono appunto collegate tramite il Kosovo – appare un azzardo.
Tifoserie e giocatori contro
Negli ultimi anni i rapporti sportivi tra albanesi e serbi sono stati altrettanto burrascosi, creando una delle situazioni in assoluto più tese del calcio europeo. Solo lo scorso dicembre la UEFA ha dovuto multare la Federcalcio di Belgrado per degli incidenti che hanno coinvolto i suoi tifosi in due gare della Nation League: tra questi c’era l’aver dato fuoco a una bandiera albanese durante una trasferta in Svizzera (nella selezione elvetica giocano inoltre diversi giocatori di origini kosovare). Pochi mesi prima, durante gli Europei in Germania, si erano verificati altri incidenti nazionalisti, tra cui quello più grave aveva riguardato l’attaccante dell’Albania Mirlind Daku. Dopo la fine della partita contro la Croazia, Daku aveva preso un megafono e aveva incitato i tifosi albanesi con cori contro i serbi, e per questo è stato in seguito squalificato dalla UEFA per due partite.
L’episodio più controverso è però avvenuto nell’ottobre 2014, durante un Serbia-Albania a Belgrado, valevole per le qualificazioni agli Europei di due anni dopo. Per via delle previste tensioni, ai tifosi ospiti era stato vietato l’ingresso alla partita, ma uno di loro era riuscito lo stesso a far entrare nello stadio un drone, che aveva sorvolato il campo da gioco con una bandiera nazionalista della Grande Albania. Il giocatore serbo Aleksandar Mitrović aveva preso la bandiera e l’aveva gettata via, suscitando la reazione dei calciatori albanesi e innescando una rissa. Prima ancora della fine del primo tempo, gli albanesi avevano abbandonato il campo sotto gli insulti e le minacce dei tifosi serbi, portando alla fine anticipata dell’incontro.
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In quale clima si possa svolgere a questo punto un Europeo U21 tra due anni non è immaginabile. La decisione di presentare una candidatura congiunta da parte di Albania e Serbia è chiaramente un modo per cercare di migliorare i rapporti tra i due Paesi, ma non è chiaro quali assicurazioni abbiano dato le rispettive federazioni alla UEFA in merito all’ordine pubblico. Il torneo è una grande occasione soprattutto per Tirana, che in questi anni sta investendo molto negli impianti sportivi per arrivare a ospitare tornei internazionali: nel 2022 la città è stata la sede della finale della Conference League, mentre il prossimo maggio l’Albania ospiterà gli Europei U17.
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