Disabili psichici, interrogazione su nuovi accreditamenti

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Bernadette Grasso, deputato Regione Siciliana, vicepresidente Commissione Antimafia ARS

Michele Cappadona: «Impugnato al Tar decreto interassessoriale Famiglia e Salute che stravolge assistenza regionale disabili psichici. Allarme operatori e utenti. Interrogazione parlamentare dell’onorevole Bernadette Grasso».

Il Decreto Interassessoriale n. 1326/2024, emanato dagli assessorati alla Salute e alla Famiglia, introduce nuovi requisiti strutturali e organizzativi, generali e speciali per l’accreditamento delle strutture sociosanitarie, stravolgendo il quadro normativo vigente.

Tale decreto, in violazione delle competenze attribuite al Presidente della Regione Siciliana, modifica requisiti stabiliti dai DPRS del 1988 e del 1996, senza il necessario supporto normativo e senza un’adeguata concertazione con le associazioni di settore. Il provvedimento non assegna un congruo termine per l’adeguamento delle strutture già accreditate, mettendo a rischio la continuità dei servizi e delle stesse strutture.

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Il presidente AGCI Sicilia Michele Cappadona ha incontrato Bernadette Grasso, per un confronto sull’allarme civile e sociale e le emergenze del settore dell’assistenza sociosanitaria di prossimità verso i disabili e categorie fragili, gestita da cooperative ed enti noprofit. Affrontate anche varie tematiche legate alle criticità generali del settore della cooperazione.

Bernadette Grasso è avvocato, deputato Regione Sicilia (Forza Italia), vicepresidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, sindaco di Capri Leone nel Messinese, 47599 voti alle europee dello scorso giugno, già Assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica nel governo Musumeci dal novembre 2017 al gennaio 2021.

«Ho recepito il forte disagio e l’allarme di numerosi operatori e famiglie di utenti in seguito all’emanazione del Decreto Interassessoriale n. 1326/2024 sui requisiti di accreditamento delle strutture sociosanitarie per disabili psichici», dichiara l’onorevole Bernadette Grasso. «Ho presentato quindi un’interrogazione con risposta scritta di chiarimenti e intervento sul Decreto, rivolta all’Assessore alla salute e all’Assessore della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro.

Le nuove disposizioni previste dal Decreto n. 1326/2024 potrebbero comportare la chiusura di circa 230 strutture che attualmente ospitano 2.300 disabili psichici, molti dei quali senza famiglia o caregiver. L’applicazione del decreto – spiega l’onorevole Grasso – minaccia oltre 1.250 posti di lavoro, figure non previste dal nuovo decreto, e compromette la professionalità degli operatori del settore, eliminando persino figure professionali essenziali.
Non sono stati preventivamente analizzati i fabbisogni economici e finanziari legati alla riforma, né predisposte le somme necessarie nel bilancio regionale. Il decreto rischia di reintrodurre logiche superate e inaccettabili di mera custodia dei disabili psichici, ignorando i principi di cura e inclusione sociale sanciti dalle normative nazionali e regionali».

«La mia interrogazione parlamentare ha lo scopo di sollecitare gli assessori competenti a valutare con urgenza l’opportunità di sospendere l’applicazione del decreto e avviare un percorso di confronto con le parti interessate, al fine di garantire una transizione adeguata e rispettosa delle esigenze delle strutture, degli operatori e degli utenti. Allo stesso tempo, ho chiesto di verificare le motivazioni che hanno portato all’emanazione del Decreto n. 1326/2024 senza il coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli operatori del settore.
Ho ritenuto di proporre l’adozione di misure straordinarie per evitare la chiusura delle strutture interessate e il conseguente rischio di marginalizzazione per i disabili psichici accolti, nonché di effettuare studi di impatto economico e sociale relativi alle disposizioni del decreto, valutando le ricadute occupazionali e di bilancio regionale».
«La mia lunga esperienza di sindaco e l’attività parlamentare mi hanno permesso di apprezzare da tempo l’importanza e la delicatezza dei servizi di assistenza di prossimità, svolto con abnegazione dagli operatori di cooperative sociali ed altri enti del terzo settore – afferma Bernadette Grasso -. Auspico quindi l’apertura di un ampio tavolo con le associazioni di rappresentanza di settore, per quel doveroso approfondito confronto di cui è stata lamentata l’assenza».

Michele Cappadona, presidente Agci Sicilia
Michele Cappadona, vicepresidente nazionale Agci

«La nostra Centrale Cooperativa ha sempre trovato nell’onorevole Bernadette Grasso un’interlocutrice istituzionale attenta e competente. Apprezziamo la sua iniziativa di presentare un’interrogazione parlamentare sull’emergenza disabili psichici. La sorprendente iniziativa intrapresa dai due assessorati di stravolgere improvvisamente il sistema degli accreditamenti, senza alcuna concertazione né preavviso, modalità eloquente del pessimo stato di interazione con gli attori territoriali e la volontà di evitare un dialogo con le rappresentanze di categoria, appare allarmante e la prospettiva delle sua effettiva applicazione disastrosa», dichiara Michele Cappadona, presidente Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. «Diciassette cooperative nostre aderenti hanno depositato ricorso al TAR Sicilia contro l’Assessorato regionale alla Salute e l’Assessorato regionale alla Famiglia per l’annullamento in toto, previa sospensiva degli effetti, del Decreto congiunto n. 1326, contestando l’incompetenza dell’Autorità emanante sui nuovi accreditamenti delle strutture sociosanitarie e, in subordine, la illegittimità del provvedimento impugnato nella parte in cui ha fissato, per le comunità alloggio per disabili psichici, nuovi standard strutturali e organizzativi in sostituzione di quelli previsti con Decreto del Presidente della Regione Siciliana nel 1988 e nel 1996».

«Occorre finalmente uscire dalle incertezze e dalle condotte inspiegabili, e svelare quale siano gli obiettivi strategici della Regione per l’intero settore dell’assistenza socio-sanitaria in Sicilia. Occorre sapere se e perché si intenda smantellare o far morire il tessuto delle cooperative sociali e ETS che finora hanno garantito servizi di prossimità indispensabili – continua Michele Cappadona -. La Regione stanzia sistematicamente somme inferiori ai fabbisogni di assistenza accertati, sapendo perfettamente che i Comuni non hanno risorse per far fronte ai relativi costi. Ancora nessun cenno da parte del Governo regionale del recepimento del nuovo contratto nazionale di lavoro per i dipendenti delle cooperative sociali, ai fine dell’adeguamento delle rette mensili, che coincidono in sostanza con i costi del personale e del vitto degli utenti. Le dinamiche che gravano sul settore sono note da decenni ma il costo dei diritti incomprimibili delle categorie dei cittadini più fragili continuano ad essere scaricati sulle imprese sociali. Occorre un cambio di rotta, ma certamente non nel modo inconsulto adottato con questo ultimo deprecato decreto interassessoriale 1326. Troppe le lacune normative che penalizzano non soltanto la cooperazione sociale, ma la cooperazione in generale. Occorre una legge quadro, come spesso si auspica, – conclude Michele Cappadona – dove però dal quadro non vengano più lasciati fuori, come sempre, proprio gli aspetti più importanti».

 

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