Come sta cambiando il settore del FoodTech in Italia

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Immagine da Depositphotos

Il futuro del cibo passa dalla tecnologia e il settore del Foodtech in Italia è in piena evoluzione, tra innovazione tecnologica, sostenibilità e digitalizzazione. Anche se gli investimenti sono calati del 38% nel 2024 rispetto all’anno precedente, cresce il numero delle startup… vediamo quali sono le opportunità e le sfide del comparto…

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Nel report FoodTech in Italia 2024, realizzato da Eatable Adventures in occasione del Verona Agrifood Innovation Hub – iniziativa nata dalla collaborazione tra enti pubblici e privati per stimolare l’innovazione nel settore agroalimentare italiano – si evidenziano criticità strutturali e un rallentamento negli investimenti nel settore del Foodtech italiano.

Il settore rappresenta l’insieme delle tecnologie applicate alla filiera agroalimentare, dalla produzione agricola fino alla distribuzione e al consumo. Comprende innovazioni che spaziano dalle biotecnologie, all’intelligenza artificiale, all’agricoltura di precisione, fino alle nuove forme di packaging sostenibile e ai sistemi digitali di gestione della catena alimentare.

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In Italia, il mercato del Foodtech si articola principalmente in cinque macro-settori:

  • agritech, soluzioni per l’agricoltura sostenibile e di precisione
  • produzione e trasformazione alimentare, che include nuovi ingredienti e metodi produttivi innovativi
  • logistica e delivery, con focus su ottimizzazione della distribuzione e riduzione degli sprechi
  • retail e HoReCa Tech, tecnologie per il commercio e la ristorazione
  • health tech, che punta su nutraceutica e personalizzazione della dieta

Il nostro Paese vanta un ecosistema estremamente dinamico, con oltre 400 startup attive nel settore e una crescita dell’export agroalimentare che lo scorso anno ha raggiunto i 47,4 miliardi di euro.

Tuttavia, il comparto rimane ancora molto frammentato e per crescere dovrà affrontare importanti sfide strutturali, che vengono evidenziati nel report.

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Infatti, come spiega Alberto Barbari di Eatable Adventures, l’imprenditore del Foodtech ha una capacità unica di fare impresa, basata su una solida conoscenza scientifica e tecnologica che gli consente di sviluppare soluzioni innovative.

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Tuttavia, afferma Barbari, “per dare ulteriore slancio al settore, è fondamentale attrarre nuovi talenti, capaci di ampliare la base imprenditoriale e di portare idee fresche“.

In poche parole, il settore del FoodTech deve cambiare profondamente, affidandosi alla tecnologia e alla digitalizzazione per rispondere a importanti questioni, dalla gestione della crisi climatica alla sostenibilità alimentare.

Il Foodtech in Italia: obiettivi e risultati

Il report realizzato da Eatable Adventures fotografa lo stato dell’innovazione nel settore agroalimentare, analizzando trend di investimento, crescita delle startup e sfide del mercato. L’obiettivo è comprendere quali sono i punti di forza del settore e dove invece è necessario intervenire per renderlo più competitivo a livello globale.

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Tra i dati più significativi emerge che, nonostante la crescita dell’ecosistema, gli investimenti sono calati del 38% rispetto al 2023, segno di un rallentamento dovuto a prudenza finanziaria e difficoltà strutturali nel trasferimento tecnologico.

Un settore con alto potenziale di crescita

L’Italia è leader europeo nella produzione agricola e le esportazioni sono in costante crescita (+9% rispetto al 2023). Il Paese ha una solida base industriale e una forte reputazione nel settore agroalimentare.

Sostenibilità e innovazione in espansione

Molte startup italiane stanno sviluppando soluzioni sostenibili, dall’economia circolare all’agricoltura di precisione, passando per la riduzione degli sprechi alimentari e l’uso di nuove tecnologie per la produzione di ingredienti innovativi.

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Maggiore integrazione di tecnologie avanzate

Il 43% delle startup italiane ha già integrato intelligenza artificiale, IoT e biotecnologie nei propri processi, creando un forte vantaggio competitivo.

Supporto pubblico crescente

Il Pnrr ha destinato 8 miliardi di euro all’agroalimentare, finanziando progetti di innovazione e ricerca per migliorare la competitività del settore.

Le criticità del settore FoodTech italiano

Investimenti in calo

Nel 2024, gli investimenti in Foodtech in Italia sono scesi a 103 milioni di euro, con una diminuzione del 38% rispetto all’anno precedente. Le startup faticano a trovare capitali per scalare e crescere.

Ecosistema frammentato e poco scalabile

Molte startup sono in fase di validazione e poche riescono a scalare a livello industriale. Solo il 15% delle tecnologie proviene dalle università, evidenziando un gap nel trasferimento tecnologico.

Squilibrio geografico

Il Nord Italia attrae la maggior parte delle innovazioni, mentre il Sud, pur avendo un forte settore agricolo, fatica ad attrarre investimenti e a sviluppare startup nel campo dell’Agritech.

Burocrazia e difficoltà di accesso ai fondi

Solo il 23,6% delle startup trova semplice accedere ai finanziamenti pubblici, segno che servono riforme per semplificare i processi burocratici.

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Disparità di genere

Solo il 23% delle startup ha almeno una fondatrice donna, evidenziando la necessità di maggiore inclusività e supporto per le imprenditrici.

Il futuro del settore: sfide e opportunità

Il settore del Foodtech italiano ha davanti a sé grandi opportunità, ma per crescere deve superare alcune sfide chiave. Le prospettive per i prossimi anni dipenderanno dalla capacità di:

  • attirare nuovi investitori, aumentando la fiducia nel settore e incentivando fondi di Venture Capital
  • migliorare il trasferimento tecnologico, rafforzando il legame tra università e startup
  • ridurre la burocrazia, facilitando l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati
  • sostenere la crescita delle startup nel Sud Italia, incentivando la nascita di nuove realtà innovative
  • promuovere la partecipazione femminile, incentivando imprenditoria femminile e programmi di inclusione

Nonostante le difficoltà, il Foodtech italiano può diventare un punto di riferimento globale se saprà valorizzare al meglio le proprie eccellenze, investendo su sostenibilità e innovazione. La sfida è aperta: riuscirà l’Italia a cogliere questa opportunità?

Crediti immagine: Depositphotos





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