Bce, in arrivo il report sul tasso neutrale: la view di Cipollone

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Come preannunciato da Christine Lagarde in occasione dell’ultimo incontro della Bce, il 7 febbraio (domani) l’istituto pubblicherà un rapporto dei funzionari sul cosiddetto tasso neutrale, il livello di tassi intermedio che non stimola né frena l’economia. Il report potrebbe fornire indicazioni sulle eventuali mosse future della banca centrale, anche se ogni decisione verrà presa di riunione in riunione sulla base dei dati. Su questo tema, e non solo, è intervenuto anche Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce.

Cipollone a tutto tondo su tassi, dazi e crescita

La Bce è pronta ad allentare ulteriormente la politica monetaria man mano che l’inflazione scende, ma il contesto geopolitico incerto suggerisce cautela. È questa, in sostanza, la posizione di Cipollone, che si accoda alle ultime dichiarazioni dei funzionari preoccupati per gli eventuali impatti di una guerra commerciale.

Inflazione in discesa, Bce può tagliare ancora tassi

La direzione della politica monetaria, secondo l’ex vicedirettore di Bankitalia, è chiara. L’inflazione è destinata a convergere verso l’obiettivo del 2% entro il 2025, come indicato dai modelli economici, ma l’approccio della Bce resterà cauto e guidato dai dati.

“Avremo un nuovo ciclo di previsioni a marzo. Prima di allora, riceveremo un altro dato sull’inflazione e avremo maggiori dettagli sulla sua composizione. Tutte queste informazioni alimentano il modello, così come le aspettative di mercato sui tassi di interesse”. Rispetto a dicembre “i fondamentali non sono cambiati, quindi non mi aspetto una grande variazione di direzione”.

Per quanto riguarda il meeting del mese prossimo, “siamo tutti d’accordo sul fatto che ci sia ancora spazio per ridurre i tassi, ma dobbiamo essere estremamente prudenti”, afferma Cipollone, rimarcando però che “ci troviamo ancora in un territorio restrittivo”.

Cipollone su dazi Trump e guerra commerciale

Uno dei maggiori elementi di incertezza riguarda una potenziale guerra commerciale, che potrebbe alterare gli equilibri economici. Per Cipollone, tutto dipenderà dai dettagli, “ad esempio se risponderemo con ritorsioni, su quali beni verranno applicate le tariffe e in che modo sarà coinvolta la Cina”.

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La maggiore preoccupazione, secondo il funzionario della Bce, è che il presidente Trump possa impegnarsi in una guerra commerciale totale contro la superpotenza asiatica. “Questa sarebbe una minaccia più seria, perché la Cina rappresenta il 35% della capacità manifatturiera mondiale. Le barriere commerciali costringerebbero la Cina a vendere i propri prodotti altrove, e la concorrenza cinese potrebbe diventare una minaccia seria per noi. Questi beni, arrivando in Europa, potrebbero avere sia un effetto deflattivo che recessivo, poiché potrebbero sostituire i prodotti locali.”

Pertanto, “l’incertezza è estremamente alta, tutto è in movimento. E non possiamo valutare dove si andrà a finire finché il quadro non si chiarirà.”

Crescita più debole delle attese, l’aggiornamento su euro digitale

Sul fronte della crescita, Cipollone ha riconosciuto che la ripresa è stata più debole del previsto, con gli investimenti frenati dall’incertezza politica e commerciale. Tuttavia, ha espresso fiducia in un miglioramento graduale, supportato da una politica monetaria meno restrittiva e da un’accelerazione nell’uso dei fondi del Next Generation EU nel 2025-26.

Il funzionario ha fornito un aggiornamento sullo stato dell’euro digitale, affermando che il processo di selezione dei fornitori è in corso, ma la decisione finale sulla sua emissione dipenderà dall’approvazione della legislazione UE. Inoltre, ha espresso scetticismo su Bitcoin e stablecoin, avvertendo che la diffusione di queste ultime in Europa potrebbe portare a un trasferimento di depositi verso gli Stati Uniti, riducendo il controllo finanziario europeo.

Cipollone sul tasso neutrale Bce

Rispondendo a una domanda sulla distanza attuale dal tasso neutrale, Cipollone ha chiarito che “si stima un intervallo di 50 o 75 punti base”, per cui “si tratta di uno strumento concettuale che non ha grande rilevanza per la politica monetaria, data l’elevata incertezza”.

Più nel dettaglio, “se consideriamo stime tra l’1,75% e il 2,25%, si tratta di due politiche monetarie completamente diverse, se ci si trova vicino all’obiettivo. L’intervallo è così ampio che un numero potrebbe indicare che stiamo sottostimando e un altro che stiamo sovrastimando. Quindi il concetto di ‘neutrale’ è molto potente a livello analitico, ma non particolarmente utile per definire la politica monetaria, vista l’incertezza intrinseca.”

Per Cipollone è dunque possibile che questo tasso sia aumentato, ma potrebbe anche essere rimasto invariato, dato l’ampio intervallo di stima.

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La view del vicepresidente Bce de Guindos

La posizione di Cipollone ricalca quella del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, che a sua volta ha messo in dubbio l’utilità effettiva del tasso neutrale.

Anche il numero due dell’Eurotower lo ha definito “un concetto interessante dal punto di vista accademico, ma utilizzarlo come riferimento per le decisioni di politica monetaria non è l’approccio corretto, a mio avviso. L’intervallo del tasso neutro, basato su modelli diversi, può essere molto ampio”.

De Guindos ha parlato di “impatto estremamente negativo sulle prospettive di crescita dell’economia globale” da un’eventuale guerra commerciale, soprattutto in caso di ritorsioni.



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