Bruxelles, 5 feb. (Adnkronos) – Il Belgio è diventato uno dei principali ‘hub’ europei della cocaina e del traffico di droga in generale, principalmente a causa del porto di Anversa, uno dei più grandi d’Europa. Insieme alla Spagna, con la Galizia prediletta dai narcos per le sue coste frastagliate, le Rìas, e per l’abbondante disponibilità di veloci motoscafi, e ai Paesi Bassi, con il grande porto di Rotterdam, il Belgio, con i suoi 11 mln di abitanti (poco più della Lombardia), è salito ai vertici continentali del traffico di droga. Oggi ne paga le conseguenze con l’aumento della criminalità sul suo territorio, provocato dalla lotta per il controllo dello spaccio, sia all’ingrosso che al dettaglio.
Tanto che, se in Italia quando c’è una sparatoria a Bruxelles il pensiero corre ancora agli attentati di stampo islamista (come nel marzo 2016 e nell’ottobre del 2023), la prima cosa cui pensano i bruxellesi è un regolamento di conti tra spacciatori e/o trafficanti. La sparatoria di stamani alla stazione della metropolitana di Clemenceau, nei pressi della Gare du Nord, a Bruxelles, dove tra l’altro non si sono registrati feriti né morti, è solo l’ultima, e di sicuro non la più grave, di una lunga serie di scontri a fuoco, tanto che i bruxellesi sembrano ormai essersi abituati ad un tasso di violenza relativamente elevato, specie nei pressi delle stazioni ferroviarie come la Gare du Midi, particolarmente degradata, che attirano tossicodipendenti e spacciatori, come avviene in molte altre città d’Europa.
Un tempo la criminalità legata al traffico di droga era basata principalmente ad Anversa, dove domina la Mokkro Mafia, un cartello di trafficanti di origine marocchina che imperversa in Belgio e Olanda. L’organizzazione, oggi molto potente tanto da permettersi di ammazzare a pistolettate un noto giornalista per strada nel centro di Amsterdam, è nata dagli immigrati maghrebini che, quando l’Olanda aprì alla cannabis negli anni Settanta, attivarono i legami familiari con i coltivatori della regione del Rif, in Marocco. Proprio dal Rif provengono molti dei bruxellesi di origine marocchina. Nel tempo l’organizzazione si è evoluta, passando dall’hashish e dalla marijuana alla più redditizia cocaina, stringendo legami con i cartelli latinomericani.
I narcos sudamericani hanno utilizzato sempre di più il Marocco e le reti marocchine per esportare la cocaina nei ricchi mercati europei, sempre affamati di polvere bianca. Il Belgio e l’Olanda sono così diventati, insieme alla Galizia, i principali punti d’ingresso della droga nel Vecchio Continente, come attesta l’ultimo rapporto dell’Euda, l’agenzia europea antidroga, dove i riferimenti al Belgio abbondano. “I grandi porti del Belgio e dei Paesi Bassi – si legge – sono regolarmente presi di mira dalle organizzazioni dedite al traffico di droga”.
I numeri parlano chiaro. Nel 2022, per il sesto anno consecutivo, gli Stati membri dell’Ue hanno segnalato un quantitativo record di sequestri di cocaina, pari a 323 tonnellate. “Belgio, Spagna e Paesi Bassi rimangono i Paesi che segnalano i maggiori volumi di sequestri”, cosa che riflette la loro importanza come “punti di ingresso per la cocaina trafficata in Europa”. Nel 2023, la quantità di cocaina sequestrata ad Anversa, il secondo porto marittimo d’Europa, è salita a 116 tonnellate rispetto alle 110 tonnellate del 2022. Il volume di cocaina sequestrata ad Anversa è aumentato ogni anno dal 2016.
Nel 2022, gli Stati membri dell’Ue hanno segnalato 84mila sequestri di cocaina, per un totale di 323 tonnellate (rispetto alle 303 tonnellate del 2021): una cifra record, per il sesto anno consecutivo. La parte del leone spetta proprio al Belgio (111 tonnellate) che, insieme a Paesi Bassi (51,5 tonnellate) e Spagna (58,3 tonnellate), pesa per il 68% della quantità totale. Il ruolo del Belgio non è solo quello di snodo di transito: ospita anche, e sempre di più, strutture dedite alla fabbricazione di cocaina partendo da semilavorati come la pasta di coca, che può essere importata più facilmente perché ne occorre un volume inferiore (viene poi raffinata e tagliata per realizzare il prodotto finito).
“Il rilevamento regolare di laboratori di lavorazione della cocaina su larga scala in tutta Europa – spiega l’Euda – in particolare in Belgio, Spagna e Paesi Bassi, rivela come le reti criminali transnazionali di entrambe le sponde dell’Atlantico stiano lavorando insieme per sviluppare nuovi metodi per il traffico di cocaina in Europa”.
Il Belgio ha un ruolo importante anche per quanto riguarda altre droghe: nel 2022, su 108 laboratori dediti alla produzione di anfetamine smantellati nell’Ue, 35 erano proprio nel Paese che ospita la capitale europea, anche se il primato qui spetta all’Olanda, con 39. Nelle metanfetamine, a parte la Repubblica Ceca che è la primatista assoluta con ben 202 laboratori smantellati, primeggiano Olanda (14) e Bulgaria (12), ma il Belgio si piazza quarto, con 6 laboratori. La preminenza del Paese in questo mercato viene anche attestata da sequestri di acido tartarico, usato nella produzione delle metanfetamine più potenti, segnalati nel 2022 da Belgio, Germania e Olanda.
Nel Paese prospera anche la produzione di Mdma (comunemente noto come ecstasy): nel 2022 sono stati 27 i laboratori di produzione individuati dalle autorità, mentre in Olanda sono stati 13. Nello stesso anno, su 194 discariche per rifiuti provenienti dalla produzione di droga scoperte in tutta l’Ue, 153 erano in Olanda e 41 in Belgio, altro indizio del ruolo crescente di questi due Paesi come snodo nella ‘supply chain’ degli stupefacenti.
Resta florido anche il traffico della cannabis, come attesta “il sequestro di 4 tonnellate di resina di cannabis proveniente dal Pakistan nel porto di Anversa”, citato dall’Euda. E non manca l’eroina: nel 2022 ne sono state sequestrate 8 tonnellate nell’Ue, 1,3 delle quali in Belgio (in Italia 0,6).
Oltre ad essere un hub per il traffico di stupefacenti e la trasformazione di semilavorati, il Belgio è anche un florido mercato di consumo: nelle Guardie mediche del Regno, come succede in Francia e Olanda, l’Mdma è coinvolta in oltre un caso su 10, tra i pazienti che si presentano. Da un’indagine condotta analizzando le acque reflue, i livelli di ketamina, un anestetico che a dosaggi elevati ha effetti allucinogeni, sono generalmente bassi in 22 città europee in 16 Paesi, ma i livelli più alti si sono registrati in Belgio, Germania, Spagna, Francia e Olanda.
La criminalità che colpisce Bruxelles, di cui la sparatoria di stamani è probabilmente stata una manifestazione dato che le autorità hanno subito escluso il movente terroristico, è un effetto collaterale del traffico di droga. Anche il sindaco di Anderlecht, uno dei tanti Comuni della capitale, il socialista Fabrice Cumps, riporta Le Soir, ha legato senza esitare la ‘fusillade’ di stamani alla guerra per bande scatenata dai trafficanti di droga. La Rtbf ha notato che, se nel Paese in generale e nella capitale il numero di omicidi è in calo rispetto a dieci anni fa, è però aumentato a Bruxelles negli ultimi due anni, proprio a causa delle numerose sparatorie legate allo spaccio di stupefacenti.
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