Nei Balcani c’è un nuovo modo di protestare contro l’inflazione

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Venerdì 31 gennaio in diversi paesi dei Balcani, fra cui Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Slovenia e Serbia, si è svolto un boicottaggio delle principali catene di supermercati: è stato organizzato dalle associazioni nazionali per i diritti dei consumatori e aveva l’obiettivo di protestare contro gli aumenti dei prezzi, considerati insostenibili e sproporzionati rispetto agli stipendi medi.

I boicottaggi sono iniziati in Croazia lo scorso 24 gennaio, quando l’associazione per i diritti dei consumatori “Halo, Inspektore” (“Ciao, ispettore”), sostenuta dalla Rete dei centri europei dei consumatori, aveva chiesto alla popolazione croata di astenersi completamente dall’acquistare prodotti. Negli ultimi tre anni i prezzi dei generi alimentari nel paese sono aumentati anche del 34 per cento. A dicembre del 2024 l’inflazione annua della Croazia ha raggiunto il 4,5 per cento, la più alta fra i paesi che adottano l’euro come valuta, dove la media era del 2,4 per cento.

In Croazia (e non solo) l’aumento dei prezzi è un tema parecchio sentito dalla popolazione e sui giornali locali capita spesso di leggere articoli sui molti residenti che decidono di fare la spesa negli stati vicini — tra questi, anche in Italia — dove i prezzi sono più convenienti.

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Il boicottaggio ha avuto successo: un ufficio del ministero delle Finanze ha detto che il 24 gennaio il numero di scontrini emesso è stato inferiore del 43 per cento rispetto a quello della settimana precedente e che l’importo totale speso dai consumatori è sceso del 53 per cento. Lo stesso giorno il primo ministro Andrej Plenkovic aveva detto di star lavorando a un allungamento della lista di prodotti da calmierare, cioè con un limite di prezzo fissato per legge.

Il governo croato aveva creato una prima lista di 30 prodotti calmierati nel 2022, per mitigare gli effetti che la pandemia di COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina avevano avuto sull’inflazione e sui commerci. La prima lista includeva prodotti come il latte, la farina, lo zucchero, il riso, le patate, il pollo e la carne di maiale macinata; la nuova lista, entrata in vigore alla fine di questa settimana, comprende fra le altre cose verdure, frutta, il pane, i fusilli e le penne, il prosciutto, il caffè, il sapone solido e il detersivo per la lavastoviglie.

Sempre in Croazia “Halo, Inspektore” ha convocato una nuova giornata di boicottaggio per il 31 gennaio, per chiedere che nella lista venissero aggiunti altri prodotti come la Coca-Cola e l’acqua in bottiglia. L’iniziativa è stata partecipata, anche se meno di quella della settimana prima: il numero degli scontrini emessi è stato inferiore del 31 per cento rispetto al 17 gennaio.

Come detto, l’iniziativa di boicottaggio dei supermercati iniziata in Croazia è stata seguita anche da altri paesi dei Balcani il 31 gennaio. In Serbia per esempio l’associazione locale Efektiva ha chiesto ai consumatori di non acquistare niente dalle cinque principali catene di supermercati del paese: Delhaize, Mercator, Univerexport, DIS e Lidl. A dicembre del 2024 l’inflazione era al 4,3 per cento, un dato alto ma comunque parecchio inferiore rispetto al 12,4 per cento raggiunto nel 2023. Secondo Efektiva, nell’ultimo periodo i prezzi dei prodotti sarebbero comunque aumentati più di quanto avrebbero dovuto, anche considerato l’inflazione.

Anche in Montenegro il boicottaggio, organizzato sempre venerdì 31 gennaio, ha avuto successo: le autorità locali hanno detto che le cinque principali catene di supermercati hanno avuto incassi inferiori del 56,1 per cento rispetto al venerdì precedente.

Gli altri paesi non hanno diffuso dati ufficiali sulla partecipazione alla protesta. Secondo un’indagine a campione condotta da Balkan Insights nelle principali città dei paesi coinvolti molte persone si sarebbero unite, ma al momento nessun governo ha annunciato misure simili a quelle croate. In Romania Calin Georgescu, il nazionalista filorusso che a sorpresa era risultato vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali (che poi sono state annullate dalla Corte Suprema e dovranno essere ripetute) ha chiesto agli abitanti di boicottare i supermercati il prossimo 10 febbraio.



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