Alle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, hanno dato esecuzione a numerose ordinanze cautelari personali e reali, disposte dal GIP presso il Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di un gruppo di imprenditori resisi responsabili di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, provenienti prevalentemente dalla regione Campania.
Sono nove le persone arrestate di cui 3 nel comune di Pulsano nel tarantino, mentre a Matera sarebbero stati posti sotto sequestro immobili, in particolare capannoni dove sarebbero stati stoccati i rifiuti. Si tratta di rifiuti speciali urbani.
Circa 4000 le tonnellate di rifiuti speciali abbandonati dalla presunta organizzazione criminale in capannoni in disuso della provincia di Taranto e Matera e in aree agricole della provincia di Cosenza. 37 le persone indagate a vario titolo.
80 i Carabinieri del NOE e dell’Arma territoriale sono stati impegnati nell’operazione.
L’operazione si è snodata nelle province di Bari, Taranto, Trani/Barletta, Brindisi, Caserta, Napoli, Avellino, Cosenza, Matera, Campobasso, Viterbo e Potenza, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Lecce, Bari e Napoli, insieme ai Comandi Provinciali competenti, hanno dato esecuzione a ordinanze cautelari nei confronti di 9 persone accusate di associazione a delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, ostacolo ai controlli e gestione non autorizzata di rifiuti.
L’ordinanza cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Lecce dopo gli interrogatori preliminari e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, riguarda una serie di attività illecite scoperte durante un’inchiesta condotta dai Carabinieri del NOE di Lecce, Bari e Napoli. Le indagini, avviate nel giugno 2023 e durate diversi mesi, hanno coinvolto diverse regioni italiane.
Le investigazioni, supportate da intercettazioni telefoniche, video riprese e pedinamenti, hanno rivelato che i sospetti gestivano un sistema illecito per il traffico di rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi. Gli indagati, attraverso documenti falsificati che attestavano autorizzazioni ambientali false per l’impresa EKO srl di Onano (VT), organizzavano il trasporto di ingenti quantità di rifiuti industriali, provenienti principalmente dalla Puglia e dalla Campania, per poi smaltirli illegalmente in altre regioni come la Puglia, Calabria, Campania e Basilicata. Questi rifiuti venivano abbandonati in terreni o capannoni dismessi o sversati abusivamente sul suolo.
Le indagini hanno rivelato che, anziché essere conferiti a impianti di smaltimento autorizzati, i rifiuti venivano trasportati e smaltiti in siti non autorizzati, attraverso un sistema di intermediazione che includeva il falso trasporto e la gestione irregolare dei rifiuti. I luoghi di abbandono individuati includevano siti in Villapiana (CS), Cassano allo Ionio (CS), Ferrandina (MT) e Pulsano (TA).
Dai risultati delle indagini, è emerso che l’organizzazione criminale aveva messo in atto una filiera complessa di smaltimento illecito dei rifiuti, con documentazione falsa per giustificare il trasporto e lo smaltimento in siti non autorizzati. Il guadagno illecito derivante da queste operazioni ammonta a circa un milione di euro, somma che è stata sequestrata.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 3 impianti di trattamento rifiuti, 3 capannoni industriali, 2 terreni agricoli e 25 veicoli utilizzati per il trasporto dei rifiuti.
Le misure cautelari sono state adottate per evitare la continuazione delle attività illecite e per preservare le prove in attesa dell’eventuale processo. È importante sottolineare che, essendo il procedimento in fase di indagini preliminari, gli accusati sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. Inoltre, 34 persone sono state coinvolte nelle indagini e sono state deferite all’Autorità Giudiziaria.
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