Giustizia di Pace in crisi: Giudici assenti, processi infiniti e riforme al buio

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(AGENPARL) – Roma, 5 Febbraio 2025

Secondo una nota dell’OCF, che ha riunito i delegati degli Ordini forensi, la situazione della giustizia di prossimità dei Giudici di Pace sta assumendo connotati di vera e propria emergenza, in vista soprattutto dell’entrata in vigore di un più esteso carico di competenza previsto dalla riforma Cartabia. La situazione della giustizia di prossimità dei Giudici di Pace sta assumendo connotati di vera e propria emergenza in vista, soprattutto, dell’entrata in vigore dell’aumento di competenza attribuito a tali organi giurisdizionali dalla riforma Cartabia.

L’OCF ha predisposto ed inviato agli Ordini e agli Uffici dei Giudice di Pace dell’intero territorio nazionale un apposito questionario per il monitoraggio delle problematiche dei vari Uffici, ricevendo massiccia adesione e utilissime informazioni che sono state elaborate per presentare un quadro il più chiaro possibile della situazione.

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I risultati del monitoraggio sui 191 uffici del Giudice di Pace, su un totale di 390, evidenziano criticità significative nella pianta organica e nell’infrastruttura informatica. L’analisi mette in luce problematiche strutturali e operative che influiscono negativamente sulla qualità e sulla tempestività del servizio giustizia.

Nel Nord Italia, nei tribunali monitorati, sono previsti 690 giudici, ma solo 252 sono attualmente in servizio. Al Centro, su 357 giudici previsti, ne operano soltanto 122. Nel Sud, si registrano 166 giudici attivi su 406 previsti, e nelle Isole, sono in servizio 128 giudici rispetto ai 317 necessari.

Complessivamente ciò si traduce nel fatto che solo il 37% dei giudici previsti è in servizio. Questa significativa carenza di personale giudicante provoca gravi ritardi, specialmente nel deposito delle sentenze.

Per quanto riguarda il personale amministrativo, nel Nord nei tribunali monitorati sono previste 611 unità, ma ne sono in servizio 418. Al Centro, su 294 persone previste, ne sono in servizio 220. Nel Sud, 329 unità lavorano su 378 previste, mentre nelle Isole sono operative 220 persone rispetto alle 283 necessarie. Anche in questo ambito, con una carenza del 25% di personale, le difficoltà sono marcate, aggravate dall’incremento delle competenze amministrative con l’introduzione della recente riforma Cartabia.

Solo una parte dei giudici dispone di tablet adeguati per il processo telematico, mentre molti uffici utilizzano ancora PC portatili obsoleti. La connessione internet è spesso instabile e lenta, e vi sono frequenti problemi di manutenzione e aggiornamento del software. La piattaforma telematica è afflitta da numerosi difetti, causando interruzioni del servizio e ritardi nella visualizzazione dei documenti digitali.

Nelle regioni meridionali la connessione è stabile e veloce solo nel 50% degli uffici, e sempre al 50%, nelle Isole, la piattaforma telematica è regolarmente funzionante.

I tempi medi di attesa e gestione delle cause civili variano, con molti uffici che registrano ritardi superiori ai quattro mesi in diverse fasi del procedimento: nelle regioni settentrionali il tempo intercorso tra il deposito del ricorso e la prima udienza di comparizione è superiore ai 4 mesi nel 58% degli uffici, al centro è il 54%, al sud il 44% e nelle isole il 45%.

I tempi per la pubblicazione della sentenza sono superiori ai 6 mesi in più del 30% dei tribunali monitorati.

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“Esprimiamo la nostra preoccupazione per una possibile paralisi della giustizia di prossimità. Ribadiamo la necessità di risolvere le problematiche strutturali e di organico degli uffici dei Giudici di Pace, a cui è demandato oltre il 50% degli affari giudiziari, una percentuale destinata ad aumentare con l’entrata in vigore delle nuove competenze.

Per migliorare l’efficienza degli uffici dei Giudici di Pace, occorre portare subito a regime la pianta organica e provvedere alla immediata immissione in ruolo dei giudici che stanno facendo il tirocinio presso l’ufficio del processo” – ha dichiarato il Segretario di OCF, Accursio Gallo.

“Abbiamo raccolto dai Presidenti dei Consigli degli Ordini degli Avvocati viva preoccupazione, perché in molte realtà territoriali la macchina della Giustizia è sul punto di fermarsi: porteremo al Ministro Nordio le istanze e siamo fiduciosi possa recepire le proposte che l’Avvocatura sta avanzando, e auspichiamo che le misure suggerite portino a una giustizia di prossimità più efficiente, garantendo così un servizio migliore ai cittadini” – conclude Gallo.

A Venezia, i Giudici di Pace fissano la prima udienza ad aprile 2028, con mille giorni necessari solo per avviare un processo. In Veneto, la situazione è tale che servono tre anni solo per dare inizio al procedimento – ci riferisce un avvocato quarantenne.

Nonostante le proteste, dal governo non si percepisce alcuna volontà di risolvere il problema. Al contrario, il legislatore ha deciso di aumentare le competenze dei Giudici di Pace, incrementando così il loro carico di lavoro. La carenza di organico, problema cronico dei tribunali italiani, costringe ogni giudice a gestire migliaia di fascicoli contemporaneamente.

La pianta organica prevista per gli uffici veneziani, già sottodimensionata rispetto alle esigenze reali, non viene rispettata. Non si tratta solo di cause tra cittadini e assicurazioni che attendono tre anni per la prima udienza, ma anche di contenziosi tra cittadini e enti comunali in attesa di risarcimenti.

Fra gli operatori della giustizia, come cancellieri e avvocati, cresce la preoccupazione per le gravi carenze di organico che potrebbero rallentare ulteriormente i tempi della giustizia.

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