Borsani (Fond. Deloitte): fondamentale investire sulle competenze STEM, anche per le ragazze

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“In un mondo sempre più definito dalla competizione scientifico-tecnologica, è fondamentale investire sulle competenze STEM. Questo vale in generale, ma ancora di più per le giovani generazioni e soprattutto per le ragazze, che continuano a essere sottorappresentate negli ambiti di studio e carriera STEM”, afferma Guido Borsani, Presidente di Fondazione Deloitte, in occasione della settimana nazionale delle discipline STEM.

“Nonostante l’aumento della domanda di competenze STEM e l’evidente corsa geo-politica sul fronte tecnologico, in Europa poco più di 1 studente su 4 si dedica a percorsi STEM. Come ha detto la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen presentando il Competitiveness Compass, la questione delle competenze è assolutamente centrale per la competitività dell’Unione Europea e per questo serve un cambio di passo. Per prendere a esempio il tema dell’AI: nei Paesi indagati con il nostro Osservatorio solo il 19,5% degli studenti STEM si dedica a percorsi ICT. In Italia il dato è ancora più allarmante: tra tutti gli studenti STEM – che già sono una minoranza – solo l’8,4% è iscritto a facoltà ICT. E di questi solo il 15% è donna”, spiega Borsani.

La fotografia Ue: donne maggioranza nelle università, minoranza nelle STEM. Carenza strutturale in ICT

Sebbene scienza e tecnologia siano sempre più importanti, in Europa solo il 26,6% degli studenti è iscritto a percorsi di istruzione terziaria in ambito STEM – un dato rimasto pressoché invariato negli ultimi dieci anni. La carenza è particolarmente forte in ambito ICT, che rappresenta circa il 19,5% del totale degli studenti STEM. In questo settore sempre più strategico, le donne continuano a essere pochissime: tra le studentesse STEM solo il 12,4% si dedica a studi in ambito ICT. In Italia la carenza di competenze in ambito ICT è ancora più allarmante: in questo sotto-insieme STEM gli studenti rappresentano solo l’8,4% (dato ampiamente sotto la media del 19,5%). E tra gli studenti italiani ICT le ragazze sono solo il 15% (Europa 20,3%).

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Aziende e professioni STEM: più di 1 su 2 ha già avuto difficoltà a trovare professionisti STEM

Più di 1 azienda su 2 riferisce di aver riscontrato difficoltà nel trovare i profili STEM. In particolare, i profili più ricercati dalle grandi aziende sono negli ambiti di ingegneria (63%) e tecnologia (55%).  Inoltre, circa 1 azienda su 3 ritiene che trovare e mantenere le persone con competenze tecnico-scientifiche sia complesso per la competizione internazionale. Per fare fronte a questo problema, le aziende prevedono l’adozione di specifiche strategie, a partire dall’offerta di salari più competitivi (59% tra le piccole aziende, 65% tra le grandi). Oltre 8 aziende su 10, poi, sottolineano l’importanza di politiche pubbliche dedicate, quali il miglioramento dell’offerta formativa nazionale, il potenziamento degli scambi tra aziende e università e lo stanziamento di fondi dedicati.

Chi rinuncia alle STEM: 6 giovani su 10 le hanno considerate ma 1 su 3 pensa che siano “troppo difficili”

Mentre le aziende faticano sempre più a trovare profili STEM, dall’Osservatorio Deloitte emerge con chiarezza che molti giovani sono potenzialmente interessati a queste materie, ma sono ancora molto influenzati da bias e stereotipi culturali che li allontanano dai percorsi di studio STEM. Tra gli studenti non STEM, infatti, 6 su 10 hanno preso in considerazione l’idea di intraprendere percorsi STEM, ma il 33% vi ha rinunciato perché “sono materie troppo complesse” o perché pensa di non essere portato per questo tipo di percorsi di studio (30%).

Aziende e gender gap: necessarie politiche pubbliche di supporto alla genitorialità e agevolazioni fiscali

Circa la metà delle aziende intervistate riconosce l’esistenza di discriminazioni di genere nel settore STEM, soprattutto in termini di disparità salariali e di valutazione delle performance. Per affrontare il problema, più di 1 impresa su 2 sottolinea l’importanza di sviluppare iniziative per ridurre le differenze di carriera e salario. Tuttavia, 7 aziende su 10 pensano che il cambiamento debba partire da politiche pubbliche di supporto alla genitorialità e agevolazioni fiscali. Inoltre, per quasi metà dei giovani promuovere la parità di retribuzione è la prima soluzione per colmare il gender gap.

Stereotipi e discriminazione di genere continuano a frenare la partecipazione femminile alle STEM

La metà degli studenti e dei lavoratori STEM ritiene che gli stereotipi culturali che associano scienza e tecnologia a ruoli “maschili” continuano a ostacolare la preparazione delle bambine in ambito matematico, – scientifico sin dalla prima infanzia. Oltre agli stereotipi legati al retaggio culturale del passato, ci sono le discriminazioni: oltre 6 studenti e 5 lavoratori su 10 dichiarano di avere assistito a episodi di questo tipo, un dato che sale al 73% tra le studentesse e al 74% tra le giovani lavoratrici STEM. Il 55% delle lavoratrici STEM, inoltre, riferisce di aver subito in prima persona forme di discriminazione, rispetto al 37% delle loro colleghe in ambito non STEM.

Competenze STEM e mobilità internazionale: 1 giovane STEM su 3 pensa di trasferirsi all’estero

Più della metà dei giovani intervistati, soprattutto tra chi ha una formazione STEM, tende a vedere positivamente la mobilità lavorativa internazionale. Al tempo stesso però, la mobilità è considerata una potenziale criticità per la competitività e la capacità d’innovazione del proprio Paese. Per oltre 4 giovani su 10 (e 1 lavoratore STEM su 2) la mobilità lavorativa è, in ogni caso, un tema di forte attualità, sul quale le imprese e le istituzioni del proprio Paese sono chiamate a collaborare e a intervenire. Per circa la metà degli intervistati, questa tendenza conferma come l’offerta formativa del proprio Paese sia eccellente, a fronte di offerte lavorative non adeguate. Non a caso, oltre 1 intervistato STEM su 3 ritiene altamente probabile l’ipotesi di trasferirsi all’estero per lavoro. 

STEM e sfide del futuro: i giovani puntano sulle STEM per salute e medicina, sostenibilità e AI

Secondo i giovani lavoratori i settori in cui le STEM possono offrire un maggiore contributo sono scienza, salute e medicina (43%), autonomia energetica (38%) e intelligenza artificiale e machine learning (32%).

Per le imprese, invece, le STEM saranno fondamentali per garantire l’innovazione continua (75%) e guidare la trasformazione digitale (55%). Inoltre, più di 6 aziende su 10 affermano che la crescente diffusione dell’IA aumenterà la domanda di profili con competenze STEM, mentre 1 giovane su 2 è preoccupato per l’impatto occupazionale derivante dall’evoluzione dell’IA. Inoltre, 9 giovani europei su 10 ritengono che le competenze STEM avranno un ruolo decisivo per guidare con successo la transizione verde.

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