Dopo aver spopolato fino in Cina grazie a TikTok con il tormentone “Baccalà”, la talentuosa barese Serena Brancale torna in gara a Sanremo con il brano “Anema e core” e offre il suo tributo a Pino Daniele. La sua serata delle cover sarà infatti tutta pugliese, grazie al duetto con Alessandra Amoroso.
Brancale, sono passati dieci anni dal tuo primo esordio a Sanremo nei giovani. A pochi giorni dal Festival, qual è il suo stato d’animo?
«Sono felice e pronta! Dopo anni di concerti ed esperienze, tornare significa aver maturato qualcosa, anche nel modo di fare le cose. Non vedo l’ora!»
Di che parla la canzone?
«È un brano che celebra l’essenza più autentica dell’amore, un sentimento puro che si esprime senza riserve. In un mondo dove spesso i sentimenti vengono filtrati, nascosti o mascherati per paura di essere giudicati, questo brano ci ricorda che amare davvero significa mostrarsi per ciò che si è, senza vergogna né timore, mettersi a nudo donandosi completamente a un’altra persona».
Perché ha scelto questo titolo partenopeo, Anema e core per il brano?
«È un’espressione tipica napoletana, poche parole semplici, istintive, di pancia, ma potenti e che mi rappresentano. Ho voluto omaggiare un cantautore che per me è stato fondamentale proprio nella scrittura, nella libertà di comporre e lavorare sul dialetto, che è Pino Daniele. Infatti ci sarà una sorpresa».
Cosa può dirci di più su questo omaggio a Pino Daniele?
«È una sorpresa, non posso svelare nulla ma solo dire che è in qualcosa che accade durante la performance».
Anche se il titolo della canzone è in napoletano, nel testo in gara porterà la sua terra e il dialetto barese?
“Anema e core” è un brano in italiano e in dialetto barese, non c’è napoletano ma è un’espressione che rispecchia il mio modo di vivere e fare musica. La canzone rappresenta pienamente le mie radici, la mia terra, la mia identità, porto me stessa come barese doc: vi porto nelle stradine di alcune città del sud, in Puglia ma anche in alcuni posti latini, in Venezuela. Il brano ha questi ritmi che fanno parte del folk. Da tempo lavoro con il mio dialetto: il mio primo brano risale a prima dello scorso Festival di Sanremo, e questo pezzo è una naturale prosecuzione di quel percorso. Quando cercavo un titolo, ho capito che “Anema e core” era la scelta migliore per rappresentare il significato della canzone».
La serata delle cover vedremo l’unione tra Salento e Bari. Come è nata la collaborazione con Alessandra Amoroso e perché avete scelto di interpretare “If I Ain’t Got You” di Alicia Keys?
«È un brano in cui la voce emerge in tutta la sua intensità. Volevo mettere in risalto il mio amore per il soul, ma anche l’affetto che provo per Alessandra. Lei è un’artista che ha sempre suonato il pianoforte e che, sin dagli inizi, ha dato un’impronta pop-soul alla sua musica. Al provino di Amici portò proprio questa canzone, quindi quando le ho proposto di interpretarla insieme, ne è stata entusiasta. Per lei rappresentò l’inizio di tutto, mentre per me è una tappa importante del mio percorso. Ci siamo ritrovate nell’idea di dare nuova vita a questo pezzo, che sarà significativo per entrambe. Alessandra è una persona generosa e meravigliosa, mi ha detto: “Sono al tuo fianco, pugliese come te. Voglio che tu possa splendere e io ti supporto”. Questa canzone fa parte della mia storia, ma ora diventa il simbolo della nostra prima esperienza insieme. Sarà un momento speciale, sincero e ricco di emozione. Inoltre, volevo sfatare la rivalità Lecce-Bari, una sorta di Montecchi e Capuleti su cui scherziamo spesso».
Che look ha scelto per questo Sanremo?
«Sarà attinente alla frizzantezza di questo pezzo, che è un divertimento assoluto. Non vedo l’ora, Poi c’è anche l’emozione di cantare con Alessandra Amoroso, che io seguo da sempre e il look sarà un po’ diverso ma voglio un po’ a giocare perché ora è il momento di divertirsi e io voglio farlo!».
Nella canzone ci sarò anche un riferimento al neomelodico.
«Gioco con il neomelodico da un po’ di tempo e lo adoro. Spesso viene visto come un genere kitsch, ma trovo che abbia una ricchezza di accordi ormai rara da rintracciare nella musica di oggi. Diciamo che sono pro neomelodico e nel brano lo racconto».
La sua musica e questa canzone profumano di Mediterraneo. Cosa vuole recuperare di questa tradizione attraverso la tua sperimentazione?
«Ho iniziato cantando molto Pino Daniele e la musica napoletana, perché lui è riuscito a portare il soul in Italia con un sound straordinario, ricco di accordi e contaminazioni. Mia madre, che mi aiutava tantissimo nella musica, lo adorava: era l’americano-napoletano per eccellenza. Questo mi ha aiutata a superare alcune difficoltà nello scrivere in dialetto barese, che per me è più spontaneo e diretto. Quando compongo, parto sempre dal barese e poi passo all’italiano, l’opposto di chi scrive in inglese per poi adattarlo. Il dialetto mi ha liberato, permettendomi di sperimentare al massimo, e anche per questo gli sono grata: Pino mi ha dato il coraggio di esprimere tutte le sfumature intraducibili del mio dialetto».
Che atmosfera ha trovato tra i colleghi a Sanremo?
«Ho avuto la fortuna di rivedere Giorgia, che è stata molto gentile e mi ha fatto i complimenti, smorzando la mia ansia da prestazione. I Coma Cose sono stati divertentissimi. Nella foto di copertina di TV Sorrisi e Canzoni ho posato a lungo accanto a Checco dei Modà, ridendo e giocando alle capitali per passare il tempo. In generale, l’atmosfera era bella e divertente».
Dei suoi colleghi chi le piace di più?
«Tra i colleghi mi piacciono tutti, li ho conosciuti bene e ho anche rivalutato alcuni artisti fuori dal mio background. Tifo per Noemi, apprezzo la sua personalità, il carattere e la voce, la trovo naturale e sempre sorridente, anche sotto stress. Tifo anche per Olly, di cui apprezzo la freschezza e l’ atteggiamento vincente».
Figura tra gli autori del brano, sull’arrangiamento cosa ci può dire?
«Mi è stato proprio cucito addosso. È un arrangiamento che mi rappresenta anche nelle sonorità, in tutto quello che sto ascoltando ultimamente. Mi ci ritrovo: è esattamente quella che sono oggi io».
Quali sono questi ultimi ascolti?
«Apprezzo molto il lavoro di Bad Bunny: mescola con intelligenza la musica tradizionale e la trap senza mai eccedere, creando un mix geniale. È qualcosa che cercavo anch’io e che abbiamo esplorato in Baccalà e Alla Zia, unendo il tradizionale con il presente. Lui ci è riuscito restando fedele alla propria identità».
Grazie a TikTok ha spopolato persino in Cina con il tormentone “Baccalà”. È stata contattata da qualche tiktoker cinese. Conta di andare da quelle parti a cantare?
«In realtà non sono mai stata in Cina e quest’estate avrò il piacere di andarci e cantare “Baccalà” per tutti i cinesi.
Intanto giocherà a Fantasanremo?
«Certo, è una cosa che mi diverte sempre tantissimo!».
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